emisero con perfetta pace dei loro principii religiosi e politici in pieno accordo con dio e con l'autorità, il crudele verdetto che dovrebbe private della vita due innoc-enti. Ma la sentenza di morte non fu emessa. Vedremo quel che seguirà. Ed è fiducia generale che l'immane delitto legale nelle persone di Sacco e Vanzetti non verrà confermato in questo paese, che ambisce ed ha diritto di essere antesignano di civiltà. FULLER THAYER LOWELL Archivio SACCEOVANZETATTITENDOANOCORA Cuneo, febbraio "No, non ricordo il volto di Bartolomeo: quando partì da Villafalletto per emigrare in America, io avevo cinque anni ... ". Cenzina Vanzetti non sa parlare di suo fratello senza commuoversi. Ma si riprende subito, e un sorriso mesto e dolce le compare sul volto incorrùciato di capelli candidi. "Ho invece un ricordo lucidissimo di quando - vent'anni dopo, mia sorella, Luigia riportò in Italia le ceneri di Bartolomeo. Erano i primi d'ottobre del '27. Le ceneri di Bartolomeo erano in un bossolo di granata, mischiate con quelle di Nicola Sacco: uniti oltre la morte, come lo erano stati nel martirio. Dividemmo quel povero mucchietto di ceneri in due oplarti: metà la ponemmo nella tomba di famiglia, il resto lo spedimmo ai parenti di Sacco, a Torremaggiore". Gli occhi chiari e malinconici di Cenzina Vanzetti si <perdono nel ricordo di quel giorno: tanta gente c'era al funerale, dice, persino il Prefetto. Una cerimonia tocoante. Forse fu proprio allora che lei decise di dedicare la sua vita alla riabilitazione del fratello e di Nicola Sacco, assassinati - dopo sette anni di agonia in carcere - per un delitto che non avevano commesso. Tanto lei che la sorella maggiore, Luigia, non si sono nemmeno ,sposate. Oggi Cenzina è pensionata: dopo tanti anni di Impiego nel municipio di Villafalletto, si è trasferita a Cuneo, dove vive in un alloggio arredato con sobrietà e discrezione. Luigia non è più al suo fianco: dieci anni fa è morta, uccisa da un dramma troppo più grande di lei. Dietro la remissività del suo volto, Cenzina deve nascondere invece un carattere ACOSTO 1961 forte e deciso. Di quel suo fratello che non ha mai conosciuto si è ricostruita un'immagine che documenta raccogliendo tutto ciò che parla di lui e conservando le sue lettere. Ne ha più di cento, che ha ricopiato a macchina, in un volumetto rilegato con cura. "Ma erano tante di più. Purtroppo, I fascisti hanno anche eprseguitato la sua ombra. Nel '26 hanno perquisito più volte la nostra casa di Villafalletto e ne hanno sequestrate tante, di lettere. Non sono mai più riuscita a rintracciarle, nemmeno alla questura di Cuneo ... ". Mi fa vedere persino un taccuino che Bartolomeo riempiva di appunti quando andava alle elementari: appunti di un carattere puntiglioso e osservatore, osservazioni di una intelligenza vivida e precoce. " Ho persino una sua autobiografia, guardi. .. ". Sono pochi fogli, note vergate da carattere forte e sereno, di una intensa spiritualità, dichiarazioni nobili e ferme di una fede altissima: " Sono e sarò sino al supremo Istante (se non m'•acco~gerò di essere In errore) comunista anarchico, perchè credo che il comunismo sia la più umana forma di contratto sociale, perchè so che solo con la libertà l'uomo si eleva, si nobilita e si completa ". E' proprio per questo che fu ucciso, Bartolomeo Vanzettl: questa fu la colpa per cui sall con Sacco, il 23 agosto 1927, sulla sedia elettrica. I due erano completamente estranei al delitto per rapina commesso a South Bralntree, nel Massachusetts, di cui erano stati accusati. Nessuna prova seria era stata portata contro di loro. Ma erano Italiani, e "sovversivi". Il giudice Webster Thayer e il procuratore distrettuale Frederick G. Katzmann, erano prevenuti, ave31
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