Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

voce in. capitolo. La solidarietci degli italiarii fu cona.paUa e comnt-ovente. I nostri eniigrati reali;zarono subito l'urgen;a di stringersi attorno ai due " Dagoes '', vittinie pretlestinate di una diabolica trama. Gli stessi quotidiani italiani d' Ana.erica, notoriamente fascisti, dopo aver seguito le /asi del proceuo di Plymouth, nel quale l'anta• gonisnto contro gli italiani si era ntani/estato aperto e provocatore, diedero la loro soli-darietff aperta, senza riserve. IL PROGRESSO ITALO-All1ERICANO, il pi,ì diffuso dei quotidiani d'America, diretto all'epoca ,lai Comm. Carlo Barsotti, assegnò a ..,e spe,e l'Avv. Fiorello La Guardia co11ie suo rappresentante nel Collegio della Difesa, in qu.alitti di consulente. Oltre ai frequenti consulti con gli altri avvocati della difesa il La Guardia parlò in comizi organizzati per agitare l'innocenza di Sacco e J' anzetti. Il La Gitardia era notissimo come membro ciel Congresso degli Stati Uniti, Fu più tardi eletto Sinclaco della cittéi di Neto York per tre terniini consecrttivi. Non. c'è bi&ogno di dire che il La Grtardia giunse al pi,uiacolo tiella notorietci. Si parla ancora di lui con. deferenza e a11unirazione. IL CORRIERE D'AMERICA, fondato e diretto eia Luigi Bar:,ini a Ne,o York, per diniostrare in. /arnia tangibile l'interesse nel caso, scel&e il Giu,lice Salvatore Cotillo per rappresentarlo nel Collegio tiella Difesa, in qualita cli consulente, Il Cotillo oltre a coprire la carica cli Giudice della Corte Suprema tlello Stato cli Nero York, era all'epoca anche J'enerabile Supremo c!ell'Orcline Figli d'Italia. Il discorso potrebbe continuare. Non aggiungerebbe nulla a quello che è ormai rtsaputo. In questa occasione cercltianio di li,n.itare i nostri cenni alla stanipa italiana della quale riproducianto soltanto pochi con1-111-enti. J' orremnio potere elencare tutti i giculizi pubblicati durante i lunghi sette anni di prigione e anche dopo l'esecuzione, avvenuta il 23 Agosto 1927. LA DOMENICAILLUSTRATA,Settimanale New York "La Domenica Illustrata" di New Yorlc, nel SILO numero del 30 uugUo 1921, riproducendo nel suo testo in inglese la lettera che il Sig. J. A. H. Hoplcins pubblicò nel New Yorlc "Globe", aggiungeva una sua nata cosl bene ispirata che sarebbe un torto per noi se non la riproducessimo. Ec· cola nella sua integrità: • • • Si può sottoscrivere parola per parola alle franche e coraggiose dichiarazioni di Mr. Hopkins, e si può osservare che se è un americano, cioè uno straniero rispetto a due Italiani, che così sente e parla, è doveroso che cosl sentano, parlino, sopratutto, agiscano quanti fanno professione di una benintesa italianità. Mr. Hopkins, un americano, protesta contro un verdetto dettiato da tutt'altre considerazioni che quelle della pura e semplice giustizia, si rivolge alla stampa per agita.re l'opinione pubblica americana in favore di due inno• centi, incita ad un'azione riparatrice, domanda la cooperazione pratica degli uomini giusti per il rtrionfo della giustizia. Possibile che gl'italiani non vorranno fare altrettanto, essi che sono più direttamente interessati, e non si scuoteranno dall'inerzia riprovevole, criminosa quasi, con cui hanno assistito al processo di Dedham? • • • Sacco e Vanzetti sono stati condannati malgrado che una sessantina di testimoni a difesa affermassero recisamente che i due erano lontani parecchie miglia dal luogo del delitto nel momento in cui fu commesso, e malgrado che un egual numero di ,testi· moni dell'accusa non potessero asserire, con tranquillità di animo e sicurezza di coscien• za, che i due erano gli autori dell'assassinio loro imputato. Si ripete cosi il caso dell'organizzatore americano Mooney, condannato a morte da AGOSTO 1961 una giuria di San Francisco. Anche in quell'occasione i giurati non videro nell'imputato un uomo giudicabile soltanto in base all'accusa specifica che gli si muoveva, ma un agitatore pericoloso al· l'ordine sociale. Se non fosse stato per la pressione della opinione pubblica nazionale, che indusse il governatore della California a sospendere l'esecuzione della sentenza, il Mooney avrebbe già da cinque anni scontato con la vita un delitto ohe non aveva commesso. Parte della responsabilità del verdetto ingiusto ricade, purtroppo, sulle colonie italiane Il comitato di difesa pro Sacco e Vanzetti rivolse ripetuti appelli agl'italiani invocando la loro cooperazione per far fronte alle spese del processo, aggravate per le disposizioni insolite e volutamente onerose, prese dal rappresentante dell'accusa. La stampa italiana fece del suo meglio per sospettare l'urgenza di aiuti finanziari per mettere i difensori in grado di produrre nel dibattimento prove dmportanti e testimoni necessari ai fini della difesa. Tutto fu inutile. Gl'italiani {associazioni, commer· ciantl, notabilità crociate o no, operai, ecc.) seguitarono a banchettare, a far la solita nauseante retorica, a dilaniarsi, a rievocare i morti e dimenticare le sventure dei vivi, a dar della chincaglieria patriottica, a tenere le coreografie piazzai'ole dei villaggi e montagne native, a so~fiar nel mantici per gonfiare le vanità e le nullità. Il giorno In cui due innocenti - che pur avevano lottato per Il mjglioramento mate· niale degli aperai italiani e quindi avevano fatto opera d'italianità pratica ed efficace - venivano condannati a morte, nei quartieri italiani si spendevano migliaia dj dollari, non per glorificare l'evento religioso della giornata, ma per esibire quella malsana tendenza alla coreografia che è lnve25

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==