Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

Donne della resistenza ALBERTINAGIROTTI Alle donne di Bologna è dedicata questa memoria di donne cadute come soldati in guerra per la Resistenza. Serva la loro testimonianza a rendere più estesa la lotta, più libera la strada verso la vittoria di un ordine nuovo, di pace, di lavoro e di libertà, non lontano ormai nell'avvenire. 7 Amedeo Girotti, il babbo di Albertina, cominciò col disertare nella guerra '15·'18. C'era andato malvolentieri, quando ci si trovò e vide che era anche peggio di come se l'immaginava, voltò le spalle e se ne andò. Lo presero subito e fu processato al Tribunale Militare. Chissà per quale prodigio non lo fucilarono sul posto, forse perchè non erano passate le ore da considerarlo disertore. Gli dettero " due mesi di buona condotta in trincea ", e questo voleva dire balzare per primo con la baionetta al grido di "Savoia", correre sotto gli scoppi dell'artiglieria per raggiungere obbiettivi impossibili, essere peraltro l'ultimo nel rancio, nel riposo, nel pochissimo conforto concesso alla fanteria combattente. Significava, su per giù, la morte. Amedeo Girotti era giovane e non aveva voglia di morire, soprattutto in quella maniera, e per ragioni che non lo riguardavano minimamente. E allora di nuovo voltò le spalle e se ne andò. Questa volta la cosa durò a lungo, lo misero disertore. Io ricordo la dura vita dei disertori nella guerra '15-'18. Non saranno stati molti, ma c'erano. Andavano per sentieri di montagna, pativano la fame, trovavano qualcuno nelle case fuori di strada che li aiutava. Ne incontrai due o tre durante certe mie passeggiate di villeggiatura montanara. io era bambina, loro piuttosto spaventosi all'aspetto. Però non ebbi mai paura e non mi fecero niente. Se avevo la merenda gliela davo, e gli insegnavo i passaggi nei boschi. Ma si trattava di una esistenza provvisoria, ogni giorno relegato. Col bando di Cad·orna che offriva il perdono, molti si presentarono. Si presentò anche Amedeo Girottl, gli fecero fare due mesi di prigione, poi lo rimandarono al fronte, contrassegnato, s'intende, dai suoi precedenti di soldato privo della vocazione guerresca. Allora egli saltò dall'autocarro che lo trasportava e abbandonò definitivamente il mestiere delle armi. Ohi sa perchè, non lo ricercarono più. L'idea socialista si fece in lui più solida e attiva dopo l'esperienza del conflitto. Dal 1921 è iscritto al PCI. Intanto s'era sposato, faceva Il contadino. Sempre presente ai movimenti di rivendicazione per i diritti dei lavoratori, teneva dietro alla sua terra e allevava I figli nello stesso suo 22 clima di pensieri. Anche la moglie gll fu compagna, si costitul una piccola casa "rossa" nella dolce pianura emiliana, una casa buona come tante, dove molti trovavano pane, e tutto l'aiuto della parola per creare, allargare, migliorare la coscienza di classe, e tener desta la lotta contro il fascismo, che ormai dilagava nella tirannia. I figli erano quattro, l'Albertina unica bimba nacque nel 1920, bella, robusta fino da piccina, con occhi chiari, illuminati dall'intelligenza. Ma l'infanzia non fu felice, la persecuzione fascista si mise di guardia presso la casa dove tutti, dal primo all'ultimo - ci viveva anche un fratello di Amedeo con la famiglia - la pensavano diversamente e lo dimostravano quando potevano. Il capo di casa cominciò ad essere picchiato. In ogni occasione, per un motivo futile, inesistente, venivano le camicie nere e lo bastonavano. I ragazzi figli e nipoti, assistevano. Era la loro dolorosa scuola per Imparare le cose vere della lotta. L'Albertina guardava con i suoi occhi grandi, e forse di quel tempo le rimase queilo splendore fermo e serio dello sguardo, oggi purtroppo vivo soltanto nella fotografia. Certo di quel tempo le crebbe un coraggio da uomo, tenace, non temerario, non inconsulto. Il coraggio dei gesti veramente singolari, utili nel valore. Intanto studiava, fece le professionali, avrebbe avuto talento di continuare, ma sempre la stolida Incaponita ostilità dei fascisti creava nella famiglia condizioni di disagio, oltre il bruciore delle bòtte sulla schiena del babbo e l'affronto degli schiaffi sulla sua faccia schietta. Perciò lasciò andare, aiutò i suoi in campagna. Più avanti si trasferirono nel comune di Galliera, cambiò il nome del fondo, fu diversa la casa, non so se più grande o più piccola. Sicuramente rimasero immutati i rapporti che le canaglie paesane con tibie e teschi conservavano con Amedeo Girotti. L'Albertina si faceva alta, era una figliola leggiadra e sana, conservava la sua gagliardia campagnola, nutrita di aria aperta e di buon pane casalingo, snella e forte ad un tempo. E ancora e sempre col fratelli e i cugini ascoltava dal babbo l'Insegnamento delle sue severe e profonde esperienze nel lavoro del Partito, la necesCONTROCORRENTE

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