Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

UNAPAGINADI ALFREDORIANI ENTRE L'A~NNO MATURA_ gli ultimi grappoli, il freddo dell'inverno soffia già dalle v-ette de, monti nella serenità muta dell'alb a che gli uccelli salutano ancora cantando. L'autunno d-ella mia vita è già .~iù innanzi: l'omb_ra si è fatta ~eve, le notti lunghe, 1 giorni lnut1h. Coloro che seminano non ml riconoscono più e lo guardo le loro mani gettare lungi la semenza col g-esto della 'prOdigalità ch e si appaga nella gioia del momento, dimenticando la fatica dei i:rut ti raccolti, senza nemmeno il bisogno di credere che altri muteranno. Il villano semina nella stagione, vi,~ nel lavoro. dentro la sua fed e vi è come una indiCCerenza ugualmente sicura, le sue speranze sono un crepitio allegro della vita, che passa dentro di lui, e lo solleva un Istante come un uccello sull'ali. Il popolo fu sempre cosi. La tragedia del dubbio, I deliri della fede, le disperazioni della Inc redulità scoppiarono in coloro che vissero di pensiero, chiedendo alla vita il suo segreto. Per essi soltanto la storia esisteva e non bastava. Da qualunque parte si volgesse, il loro spirito sentiva sempre nell'orizzonte un confine, oltre il quale soltanto la luce aveva rivelazioni; qualunque voce ascoltassero vi sorprendevano una parola Interrotta: la natura parla, ma il suo discorso ci rimane inintelligibile. Cosi lo spirito è un mistero a se medesimo: I piccoli lo ignorano, i grandi non possono nè ignorarlo, nè comprenderlo, i forti operano nelle sue ap parenze e sono i più meritevoli. Quindi si creano una fede, danno un disegno alla nat ura, una missione alla storia; incerti, costanti, lottano nel bisogno urgente, per il problema più vicino, verso la meta più eccelsa. La loro forza è nell'obli-o dei dolori che tesserono la vita generazioni passate, nella speranza delle gioie che la vittoria d el lavoro prepara domani alla fatica di tutti. Essi domandano una verità come una bussola sul mare: vogliono vivere, e la vita è amore nella generazione, creazrone n el pensiero. , Per essi ho cercato di guardare dall'alto ln questo libro, che non è una guida, ma accenna soltanto nel fuggente paesaggio le vette, sulle quali Il sole spunta al mattino, i pantani donde sorgono le nebbie dei miasmi, le pianure che si coprono pomposamente di messi. Comunque si torca per ognuno Il proprio sentiero, bisogna camminare verso la montagna dalla quale lo sguardo domina sovr ano e sulla quale la morte ha un'ombra più leggiera. La poesia è lassù. Adesso la mia giornata s'interrompe nei crepuscoli della sera, guard o ancora alle cime pensando che sarebbe stato meglio Il non discenderne mai, per quanto esse non siano più vicine delle pianure al cielo. Nell'ideale soltanto, sia pure una larva dentro un miraggio, è la bellezza della vita; se qualche cosa può somigliar e alla verità che non sappiamo è la virtù che dà invece di ricevere e muta i sogni d el dolore Jn opere di pensiero. Una rivoluzione è cominciata scomponendo tutti gli ordini e rigetta ndo tutte le idee nel crogiuolo: coloro che prima non chiedevano il perchè di se medesimi non credono più alle vecchie spiegazioni e cercano in una verità più umana un Ideale più divino. Non vi possono essere più assenti dalJa storia dopo la proclamazione della sovranità in ognuno; gli istituti antichi sono troppo piccoli per contenere la nuova gente: la chiesa, che vorrà davvero essere cattolica, dovrà a'Prire più aperto le ali. Se la tragedia non potrà mutare, la sua scena diverrà più vasta e più profondo Il suo coro: invece dei re i popoli vi rappresenteranno se stessi, e la voce dei poeti salirà da petti più ampi, con sonorità simili a quelle del vento, quando straccia i rami delle foreste o le onde del mare. L'intuizione, già baleno nei pochi, sarà nella moltitudine lungamente tempesta prima di quietarsi in una vasta forma, che possa contenerla, come i grandi quadri della natura contengono nella b ellezza dei propri limiti il lavoro umano; i conduttori delle genti saranno ben grandi per apparir e visibili quando nessuno vorrà più accettare un ordine ignoto o seguire un cap itano anonimo. La storia universale sta per accordare nel proprto ritmo tutti i p opoli: non vi sono più barbari. Nella vita, alla quale tutti parteciperanno, il calore fonderà gli egoismi più duri, e l'alito battendo sulle faci più alte darà loro una luce di astro. Accendete dunque tutte le fiaccole, perchè la marcia è già cominciata nella notte e non temete del (umo: l'alba è vicina. Il suo rossore somiglierà forse a quello del sangue, ma è sorriso di porpora, che balena dal manto del sole. Al/ redo Oriani (La Rivolta ideale)

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