Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

emigrazione antifascista Italiana: Giuseppe Donati, Carlo Emanuele Prato, Francesco Saverio Nltti e il suo "primogenito", Ernesto Rossi, che ben presto col pianto In cuore vide ripartire per l'Italia, di dove s'era allontanato dopo la denunzia del ricattatore Pinzi. Dalla fine del '25 all'estate del '26 Salvemini si trasferl a Londra. A Parigi era difficile guadagnarsi da vivere. Le conferenze organizzategli da amici liberali e laburisti, la collaborazione al " Manchester Guardian " e ad altri periodici gli avrebbero consentito di arrrontare le difficoltà iniziali della sua vita di esule. Lo confortavall'O l'amicizia di Angelo Crespi, un vecchio collaboratore dell'" Unità", di don Sturzo - un Imalala di certezza e di volontà, col quale bisognava evitare la zona contestabile delle opinioni religiose -, della cognata di Bernard Berenson, Mrs. Russe!, e dell'Insegnante Isabell Massey. La conferenza tenuta al Natlonal Liberal Club di Londra, In cui Salvemlni aveva affermato che l'Italia non era affatto ridotta allo sfacelo economico nell'ottobre del 1922, quando il Duce era venuto, secondo la leggenda fascista, a salvarla dalla rovina bolscevica, diede Inizio alla spietata campagna del fuon,scito contro le falsità. gli arbitri, le montature della dittatura fascista. I giornali itallani - da " Il Popolo d'Italia" all' "Impero", da "Il Torchio" ai "Volontari d'Italia• - scatenarono una campagna d'odio contro di lui e contro I suol amici, aizzando gli Italiani all'estero ed I fascisti di fegato e di cuore a fare strage degli emigrati antifascisti. Persino lJ misurato "Tlmes" di Londra Il 18 febbraio reagiva con una nota molto brusca: " ... Se il fa..•cista di fegato e di c1tore un bel giorno perdesse 1a pazienza, sarà bene ricordare chi gll mise quella Idea nella testa". Dl nuovo a Parigi nell'estate del '26. dove la diaspora degll Intellettuali antifascisti fuorusciti si era ancora allargata, senza per altro consentire il superamento della disgregazione molecolare del diversi orientamenti politici e delle Individuali inclinazioni organi21:ati di opposizione al fascismo. Da Parigi, con l'aiuto di Walter Lippmann, Salvemlnl si trasferl in America per un ciclo autunnale di conversazioni sull'Italla e contro Il fascismo. Le conferenze erano s~ite dal questio,i period, durante Il quale Snlvemlnl si trovò a polemizzare con la canea del corrispondenti f1tscisti da li' America e dei sostenitori americani del fascismo. Una notevole risonanza ebbe uno scontro polemico con Thomas Lamont. un esoerto di materie economiche e finanziarle. director della Banca Morgan. Nel '27, dooo un breve soggiorno in Inghilterra, SaJvemini era di nuovo a Parl1?1. dove l'emigrazione Italiana aveva riunito Filfpoo Turati, Claudio Treves, Bruno Buozzl, Pietro Nenni, Eugenio Chiesa, Ciorlano Facchlnettl, Raffaele Rossetti. Alberto Cianca. Modigliani. organizzatisi In una "Concentrazione d'azione antifascista", alla quale avevano aderito il Partito Socialista del Lavoratori Italla.nl, li Partito ACOSTO 1961 Socialista Italiano, li Partito Repubblicano, la Confederazione Generale del Lavoro d'Italia, ricostituiti all'estero. Salvemini non approvando le Idee e i metodi della Concentrazione, resa impotente dalle divergenze ideologiche e incapace di collegarsi agli antifascisti rimasti In Italia, nè Intendendo indebolirne la già debole struttura, si tenne in disparte, operando per proprio conto. Sono di quegli anni le due edizioni - l'americana del 1927 e la inglese del 1928 - del libro "The Fasclst Dictatorship In Italy ", che resta ancor oggi una delle opere fondamentali per la comprensione del fenomeno fascista. E degli anni Immediatamente successivi (1929-1932) la collezione degli opuscoli "Italy to-day ". Per tutto il 1928, meno l'estate, egli soggiornò a Londra. Alla fine di quell'anno si trasferl di nuovo In America per un corso di lezioni sulla politica estera dell'Italia presso la School for Socia! Research di New York, diretta da Alvln John.son e per un nuovo ciclo di conferenze. Lo costringevano a queste faticosissime esperienze le difficoltà economiche, In cui si dibatteva fino a perdere li respiro. Doveva provvedere a sè, alla sua famiglia a Parigi e ad una sorella nubile rimasta In Italia. In una lettera ,pervenuta clandestinamente a quest'ultima, col tono brusco che gli era consueto, quando era ,stanchissimo. scriveva: " ... Io non ho un minuto di libertà dal mio lavoro. Quello che domando alla mia famiglia è che non mi faccia perdere tempo. Non mi pare di domandar molto. In questo momento mi trovo In grandi ristrettezze ... ma non Intendo abbandonarti... Se hai tempo da perdere a scriver lettere, mandale al Padreterno, al Papa, al diavolo, ma non a me, che non ho tempo da perdere ". In America conobbe Giorgio La Piana, Insegnante di storia della Chiesa presso la Università di Harvard, e Lauro De Bosls, segretario dell'Associazione Italia-America, 17

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