numero del "Non Mollare", fu trasfe-rito al carcere delle Murate. Il processo contro di lui e contro Ernesto Rossi, anch'egli denunciato ma latitante per esortazione dei suoi amici fiorentini, fu celebrato il 13 luglio e nella medesima udienza rinviato in attesa che l'unico t;?Stimone, il tipografo-spia, fosse processato a sua volta come stampatore del foglio. Salvemini ottenne la libertà provvisoria ma la reazione dei fascisti si scatenò violenta all'uscita del Tribunale, in Piazza San Firenze, contro gli amlci che si erano dati convegno da diverse parti d'Italia per fare atto di pubblica solidarietà con l'imputato. Il primo difensore di Salvemini, Nino Levi di Milano, ebbe una mano sto~piata in permanenza, mentre il secondo, Ferruccio Marchetti di Siena, fu colpito alla testa in modo tale, che qualche tempo dopo ne mori. Umberto Zanotti Bianco. che era venuto a Firenze come testimone, ma non aveva assistito alla scenata, telegrafò a Raffaele Rossetti, l'affondatore della "Viri bus Unitis ", dichiarato all'ospedale di Sanlla Maria Nova ~ribile in 20 giorni, di "essere addolorato non aver potuto condividere vili percosse". Fu celebrando la nobile impresa dei manganellatori fiorentini che Nello Quilici nel " Corriere Padano " del 16 luglio iconogra!ò per la prima volta il profilo del Salvemini ri11ghioso, rinunciatario, carogna: "Vi sono delle facce al mondo, portate in giro qualche volta da persone perbene, che attirano gli schiaffi, come le sputacchiere gli sputi. Forse Salvemini non ne ha colpa: ma la matrigna natura cosi lo ha fatto che al primo vederlo il gesto della man-o diventa incontenibile, come in certi casi di suggestione ipnotica il suo viso, che dovrebbe essere, a sentire qualcuno, di filantropo, sembra scolpito da una mano dispettosa, che volesse creare il prototipo di quello che volgarmente si dice una carogna. La cocciutaggine senza umanità e senza gusto, il dono sublime della inopportunità e della incomprensione, la mania della contraddizione, il carattere legnoso dell'uomo senza sentimento e senza pietà, il piacere insomma del seccatore implacabile come un flagello di Dio, son riprodotti con mirabile perfezione tecnica sulla faccia del ,professore di Molfetta. Aggiungete a questo il sorriso dell'uomo che la sa lunga, lo, sguardo di chi è solito dubitare del sole a mezz-ogiorno, e una parola bisbetica e sufficiente, scandita con quell'accento intollerabile di toscano del basso Piemonte che hannci i pugliesi in generale e i cittadini di Molfetlla in modo particolare... Che dire dell'uomo politico?... Durante l'intervento predicò la guerra democratica e si ebbe la gara più sfrenata degli egoismi nazionali: dopo la guerra volle per forza che Fiume fosse concessa ai croati, e Fiume diventò italiana: fra i socialisti fu un patriotta, tra i patriotti un socialista; dopo aver per tanti anni predicato contro la massoneria, viene messo oggi in combutta con gli ebrei massoni di Roma, di Firenz,e e Genova: dopo aver definito Giolitti il Ministro della malavita si trova a combattere, a gomito insieme con gli arnesi giolittiani più frusti" ... 16 L'amnistia per i reati di caratte-re politico, promulgata negli ultimissimi giorni del luglio 1925, con lo scopo di aprire il carcere agli imputati per l'assassinio di Matteotti, liberò Salvemini dal vincolo morale di tenersi a disposizione del Tribunale, consentendogli con l'aiuto di Piero Gobetti, Federioo Chabod, Natalino Sapegno, Cari-o Guido Mor e Alessandro Passerin d'Entrevès lo espatrio definitivo attraverso il passo del Piccolo San Bernardo. Il 4 dicembre dello stesso anno il Ministro della P. I. Fedele lo destituì dalla sua cattedra universitaria, dopo avere inutilmente tentato - intermediario Giustino Fortunato - di persuadere Salvemlni o a rientrare in Italia o ad accettare un permesso di due anni per studi all'estero, con lo stipendio conservato. "Quell'offerta mì fece l'impressione di una sferzata sulla faccia. Se l'avessi accettata, avrei rotto ogni solidarietà con gli antifascisti, avrei dovuto interdirmi ogni critica al regime che mi faceva quel favore; e mentre i miei amici in Italia rischiavano Ubertà e vita nel resiste-re al fascismo, io me la sarei goduta all'estero studiando a spese del governo fascista. Non esitai più un momento, e mandai le mie dimissioni dalla cattedra dj Firenze ". La polemica col Senato accademico della Università di Firenze, che per cortigianeria e viltà aveva protestato " per l'ingiuria lanciata dal Prof. Salvemini - nella sua lettera di dimissioni - contro il Governo Nazionale benemerito della Patria e della Università di Firenze", chiuse I rapporti di Salvemini con l'Italia ufficiale. In un secondo tempo, col R. D. del 30 settembre 1926 n. 1753, su proposta Fede-rzoni-Mussollni, egli era privato della cittadinanza, perchè " già noto per la sua trista campagna rinunciataria, all'epoca del Trattato di Versailles, i.Jl'l'J)licato nel noto processo •per offese a S. M. il Re svoltosi a Firenze e riconosciuto istigatore del famigerato libell'O "Non Mollare", svolgeva all';?Stero una criminosa campagna contro il Regime Nazionale, a meezzo di opuscoli come quello intitolato "Il delitt-o Matteotti" e di articoli su giornali esteri, conferenze nelle riunioni presso la sede della " Lega dei dJritti dell'uomo" a Parigi, dipingendo l'Italia come terra di oppressione e di tirannia, elevando le più turpi accuse agli uomini più rappresentativi del Regime, facendo persino malvagie insinuazioni sulla sincerità e solidità della nostra finanza e della prosperità dell'Italia, nel m-omento delicato in cui si svolgevano le nostre trattative per la sistemazione dei debiti di guerra". Sedici giorni dopo la distruzione della scheda anagrafica del Salveminl, Costanzo Ciano, per aver pre80 po.rizione ed aver auuto aBpre parole oontro c-oloro, grandi e piccini, che •ton avevano voluto riconoscere invulnerabili le ideologie fasciste, otteneva la cittadinanza onoraria di Molfetta, città natale di Salvemini, a simbolica cancellazione dell'onta procurata alla città dal fuoruscito Salveminl. A Parigi, dove s'era rifugiato, Salvemini incontrò la pattuglia d'avanguardia della CONTROCORRENTE
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