soi:io 1_1omini,. SOf!O pupazzi, sono_ be:stie: sono sporchi, cenciosi, non si lavano, a picc~1arh non s1. difendono, non s, ribellano; non pensano che a riempirsi la pancia. E giusto farh lavorare fino alla morte, è giusto ucciderli. E' ridicolo paragonarli a noi, applicare a loro le nostre leggi. Allo stesso scopo di avvilimento, di degradazione, si arrivava per altra via. I funz!onari del campo di Auschwitz, anche i più alti, erano prigionieri: molti erano ebrei. Non s1 deve credere c!he questo mitigasse le condizioni del campo: al contrario. Era una selezione alla ro_vescia: venivano scelti i più vili, i più violenti, i peggiori, ed era loro concesso ogni potere, cibo, vestiti, esenzioni dal lavoro esenzione dalla stessa morte in gas, purchè collaborassero. Collaboravano: ed ecco il comandante f!oess si_può scaricare di ogni rimorso, può levare la mano e dire :, è pulita": non siamo più sporchi di voi, i nostri schiavi stessi hanno lavorato con noi. Rileggete la terribile pagina del diario di Hoess in cui si parla del Sonderkommando, della squadra addetta alle camere a gas e al crematorio, e capirete cosa è il contagio del male . .Ma il contagio non è a senso unico. Aver pensato di edificare una nazione, anzi un mondo, su queste basi, è stato non solo un abominio, ma una bestiale follia. Era follia sognare un popolo di signori, adorni di tutte le virtù dell'olimpo germanico, e serviti da un gregge di schiavi affamati ed abbrutiti. Non c'era in Germania nulla di più corrotto e di più sordido de!le SS e degli organi del Partito. La voce degli stermini di ebrei, di polacchi, di russi, di m.inorati psichici nella stessa Germania, andava diffondend·osi nel popolo e ne!l'esercito, e contribuiva (a parte ogni giudizio morale) a creare intorno al nazionalsocialismo un'aura di diffidenza e di disunione. A questa stessa aura si ricollegano, in certa misura, i rovesci militari, ea il crollo dell'Asse e del sistema di alleanze: i tedeschi non invitano volentieri i capi loro alleati a visitare gli impianti di morte, tuttavia la notizia si diffonde: i tedeschi acquistano viso di alleati pericolosi, oltre che dissestati. Tutti i militari italiani che rientrano dal fronte russo raccontano con raccapriccio le scene cui hanno assistito, di fosse comuni, di bambini e donne braccati per i campi co.rne bestie selvagge, di treni interi di prigionieri russi lasciati morire di freddo e di fame. In questo modo il ciclo si chiude. La consapevolezza di lottare per una causa abietta snerva i combattenti: sempre più numerosi sono i soldati tedeschi che, pur continuando a servire come è loro natura, sentono come una feroce ironia il motto "Dio è con noi" che portano al cinturone. Non è la causa del disastro, ma contribuisce al disastro. Tutti sappiamo che la Storia non è sempre giusta, la Provvidenza non sempre operante. Tutti, per contro, am.iamo la giustizia. Perchè dovremmo nascondere ai nostri figli questo insigne esempio di giustizia storica? Perchè non dire la verità, che Hitler ha creato i campi della morte, ed è stato disfatto, e che forse è stato disfatto proprio per questo, per aver voluto creare la civiltà della morte? Cosas de Cuba CORAGGIO E C'è chi dice: "Castro può essere denunciato come un pupazzo dei comunisti, ma non potrà mai essere acclamato come un marxista. Egli è un semplice giacobino, un uomo che si è legato al popolo dall'alto e lo considera, dalla cima della sua montagna costruita dal disprezzo ip.tellettuale e dall'orgoglio spagnuolo, come una plebaglia con poco cervello od iniziativa storica. Da cattolico egli può essere un salvatore ed un martire; non può essere un rocialista rivoluzionario. E questo è il tallone di Achille del suo Movimento 26 Luglio. "Che i lavoratori ed i contadini rivoluzionari cubani imparino l'amara lezione di questo episodio (l'offerta dello scambio dei prigionieri). Che essi mettano le briglie a Castro e lo costringano a comportarsi non come un salvatore cattolico, ma come un modesto capo della classe lavoratrice che li insegni e li addestri a guidare gli altri e giungere a decisioni in maniera AGOSTO 1961 PRIMO LEVI INDIETRO • • • marxista. E questo potrà esser fatto se organizzeranno un vero partito rivoluzionario socialista dei lavoratori". Come se avesse letto ed approvato l'eòitoriale della Parola del Popolo, Castro annunziò, nel suo discorso il 26 luglio, la formazione del Partito Unito della Rivoluzione Socialista di Cuba. Ha dunque ragione l'editorialista a chiamarlo Robespierre, Don Chisciotte e Machiavelli? Una meravigliosa trinità! .. . Ma ... Il fatto è che Castro non è manco uno solo dei tre personaggi; e, quel che più importa, non è neanche un marxista, come i fatti, più ohe i suoi lunghi discorsi lo provano - e in questo ha ragione l'editorialista. Ma non ci venga a dire, neanche a insinuare, che il socialismo ha da essere marxista, o non sarà socialismo. Forse che il socialismo è una invenzione di Carlo Marx? Senza risalire più indietro nella storia, in Italia Pisacane ne disse qualcosa, 13
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