Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

ideali, incompiute, di una civiltà in transizione. Ed, in effetto, il pericolo è grave. La costituzione americana rappresentò teoricamente uno dei documenti più brillanti, una realizzazione ,politica molto prossima alla perfezione, delle idee di un mondo che, attraverso al riconoscimento della fondamentale importanza della individualità umana, della necessità sociale della difesa dei bisogni spirituali e materiali di ogni •singolo, sovvertiva definitivamente il vecchio sistema ed apriva la via alla rivoluzione industriale dell"ultimo secolo. Però ben pochi ora ricordano che la caratteristica fondamentale della costituzione americana è Il riconoscimento della necessità del cambiamento. Purtroppo, da molti essa viene interpretata come un documento fondamentale di un sistema sociale fisso e immutabile, o, per }o meno, ancorato ad una situazione che gli eventi hanno superato da molti e molti decenni. Le manifestazioni di questa interpretazione sono oramai frequenti. Il favore che le aperte teorie di conservazione incontrano nella vita pubblica, lo sviluppo di vari gruppi come la Birch Society che predicano il ritorno ad una ,puramente immaginaria Interpretazione dei diritti costituzionali americani per nascondere fini di reazione aperta ne sono sintomi Innegabili. Se noi non possiamo accettare la interpretazione dogmatica della storia, che è <:aratteristica di ogni sistema che fissa e limita gli scopi ed I mezzi deno sviluppo civile, o che li subordina ad un ordine trascendente, non possiamo che sentire raccapriccio per ogni tentativo di corrompere gli ideali dei fondatori della repubblica americana, quali furono chiaramente espressi da Jefferson. Ma ,purtroppo la nostra opinione ha ben poca influenza. Noi non possiamo che constatare Il fatto, non possiamo che riconoscere che il velo di conformismo, alimentato da un'aura di benessere economico diffuso in vasti gruppi della popolazione americana, se pure non in tutta la popolazione americana, sta soffocando il dinamismo Innato del concetto originale di organizzazione ,politica degli Stati Uniti. • • • Basta che ci guardiamo intorno: come si può opporre, in nome della libertà, l'intervento sociale e regolare le relazioni fra gli individui in una organizzazione così complessa quale è la società moderna? Non viviamo più certamente in una società fondamentalmente atomizzata, quale era quella dell'America agricola di due secoli fa. In America ora, non meno che altrove, le azioni di ogni individuo si riflettono per vie complesse sull'andamento della vita di ognuno degli altri partecipanti alla vita nazionale. Anzi, possiamo ben dire che è evidente la tendenza a superare le ,barriere nazionali, e che soltanto nella organizzazione di gruppi sopranazionali Il problema dell'integrazione e dell'equilibrio della attività di ogni individuo può trovare soluzione. Il vero problema che confronta la civiltà occidentale sta nel trovare una via che 10 contemperi la difesa della libertà spirituale di ogni individuo, della sua capacità di partecipare criticamente alla vita sociale, accettando consciamente le necessarie limitazioni alla sua azione arbitraria per il beneficio di ognuno e di tutti, senza cadere nelle strettoie del dogma comunista, senza accettare scopi ultraterreni di organizzazione sociale e, più di tutto, senza cadere nella bestialità delle reazioni fasciste. Se si esaminano le manifestazioni della vita pubblica americana non si può eh-e ritrarsi, se non scoraggiati, almeno impauriti dalla asperità della opposizione ad una moderna interpretazione degli obblighi sociali. Mentre gli Stati Uniti non riescono a risolvere il problema interno della convivenza e della eguaglianza di gruppi razziali umani, gli ultimi quindici anni hanno visto la vittoria di una rivoluzione che sta avendo effetti profondissimi, forse ancora più profondi di quanto ebbe la rivoluzione di Ottobre per il popolo russo, per la grande maggioranza della famiglia umana, quella di colore: il crollo degli imperi coloniali, la fine del mito della supremazia innata della razza bianca. E questa rivoluzione è appena ora in progresso, chè finora i popoli sorti da poco •ad indipendenza, oberati da problemi di organizzazione, di immaturità, di economia, non hanno saputo che ,adattare 'Più o meno abilmente alle loro condizioni sistemi ispirati sia al mondo occidentale, sia a quello russo-cinese. Ma potrà nel prossimo futuro il concetto di vita sociale occidentale soddisfare la spinta di tanta parte dell'umanità se la nazione che più ardentemente pretende di difenderlo non trova una risposta al problema interno della egua,glianza di tutti i suoi cittadini? Come possono ancora a lungo gli Stati Uniti giustificare l'appoggio dato a regimi di corrotta reazione, la cecità testarda che vieta di riconoscere l'urgenza di rinnovamenti profondissimi nelle strutture politiche di vaste aree, senza -perdere contatto per sempre con un mondo in rapidissima evoluzione? Non ooltanto in Africa, non soltanto in Asia, ma proprio alle porte degli Stati Uniti il vecchio mondo sta crollando. Proprio dai giornali americani abbiamo avuto l'ammissione che l'opinione pubblica sud-americana, per anni corrotta e dominata da lotte !azionali, sta evolvendosi a riconoscere i problemi fondamentali del continente; e, come anche le recenti accoglienze di Montevideo agli inviati degli Stati Uniti e di Cuba alla conferenza inte· ramericana stanno a dimostrare, questa opinione pubblica è decisamente sfiduciata dagli scopi nord-americani. Essa, pur riconoscendo i ,pericoli di rivoluzioni che danno origine ,a regimi paternalistici, &ente che le soluzioni proposte da Castro rispondono più naturalmente alla grandezza dei loro problemi. • • • Chi scrive, personalmente, non può credere che lo sviluppo sociale possa essere ristretto in formule, anche se queste sono riviste ogni quarantennio. Il progresso umano è un fatto in continua evoluzione, CONTROCORRENTE

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