Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

~DNTBO~ AUGUST 1961 Kropolkin

UNAPAGINADI ALFREDORIANI ENTRE L'A~NNO MATURA_ gli ultimi grappoli, il freddo dell'inverno soffia già dalle v-ette de, monti nella serenità muta dell'alb a che gli uccelli salutano ancora cantando. L'autunno d-ella mia vita è già .~iù innanzi: l'omb_ra si è fatta ~eve, le notti lunghe, 1 giorni lnut1h. Coloro che seminano non ml riconoscono più e lo guardo le loro mani gettare lungi la semenza col g-esto della 'prOdigalità ch e si appaga nella gioia del momento, dimenticando la fatica dei i:rut ti raccolti, senza nemmeno il bisogno di credere che altri muteranno. Il villano semina nella stagione, vi,~ nel lavoro. dentro la sua fed e vi è come una indiCCerenza ugualmente sicura, le sue speranze sono un crepitio allegro della vita, che passa dentro di lui, e lo solleva un Istante come un uccello sull'ali. Il popolo fu sempre cosi. La tragedia del dubbio, I deliri della fede, le disperazioni della Inc redulità scoppiarono in coloro che vissero di pensiero, chiedendo alla vita il suo segreto. Per essi soltanto la storia esisteva e non bastava. Da qualunque parte si volgesse, il loro spirito sentiva sempre nell'orizzonte un confine, oltre il quale soltanto la luce aveva rivelazioni; qualunque voce ascoltassero vi sorprendevano una parola Interrotta: la natura parla, ma il suo discorso ci rimane inintelligibile. Cosi lo spirito è un mistero a se medesimo: I piccoli lo ignorano, i grandi non possono nè ignorarlo, nè comprenderlo, i forti operano nelle sue ap parenze e sono i più meritevoli. Quindi si creano una fede, danno un disegno alla nat ura, una missione alla storia; incerti, costanti, lottano nel bisogno urgente, per il problema più vicino, verso la meta più eccelsa. La loro forza è nell'obli-o dei dolori che tesserono la vita generazioni passate, nella speranza delle gioie che la vittoria d el lavoro prepara domani alla fatica di tutti. Essi domandano una verità come una bussola sul mare: vogliono vivere, e la vita è amore nella generazione, creazrone n el pensiero. , Per essi ho cercato di guardare dall'alto ln questo libro, che non è una guida, ma accenna soltanto nel fuggente paesaggio le vette, sulle quali Il sole spunta al mattino, i pantani donde sorgono le nebbie dei miasmi, le pianure che si coprono pomposamente di messi. Comunque si torca per ognuno Il proprio sentiero, bisogna camminare verso la montagna dalla quale lo sguardo domina sovr ano e sulla quale la morte ha un'ombra più leggiera. La poesia è lassù. Adesso la mia giornata s'interrompe nei crepuscoli della sera, guard o ancora alle cime pensando che sarebbe stato meglio Il non discenderne mai, per quanto esse non siano più vicine delle pianure al cielo. Nell'ideale soltanto, sia pure una larva dentro un miraggio, è la bellezza della vita; se qualche cosa può somigliar e alla verità che non sappiamo è la virtù che dà invece di ricevere e muta i sogni d el dolore Jn opere di pensiero. Una rivoluzione è cominciata scomponendo tutti gli ordini e rigetta ndo tutte le idee nel crogiuolo: coloro che prima non chiedevano il perchè di se medesimi non credono più alle vecchie spiegazioni e cercano in una verità più umana un Ideale più divino. Non vi possono essere più assenti dalJa storia dopo la proclamazione della sovranità in ognuno; gli istituti antichi sono troppo piccoli per contenere la nuova gente: la chiesa, che vorrà davvero essere cattolica, dovrà a'Prire più aperto le ali. Se la tragedia non potrà mutare, la sua scena diverrà più vasta e più profondo Il suo coro: invece dei re i popoli vi rappresenteranno se stessi, e la voce dei poeti salirà da petti più ampi, con sonorità simili a quelle del vento, quando straccia i rami delle foreste o le onde del mare. L'intuizione, già baleno nei pochi, sarà nella moltitudine lungamente tempesta prima di quietarsi in una vasta forma, che possa contenerla, come i grandi quadri della natura contengono nella b ellezza dei propri limiti il lavoro umano; i conduttori delle genti saranno ben grandi per apparir e visibili quando nessuno vorrà più accettare un ordine ignoto o seguire un cap itano anonimo. La storia universale sta per accordare nel proprto ritmo tutti i p opoli: non vi sono più barbari. Nella vita, alla quale tutti parteciperanno, il calore fonderà gli egoismi più duri, e l'alito battendo sulle faci più alte darà loro una luce di astro. Accendete dunque tutte le fiaccole, perchè la marcia è già cominciata nella notte e non temete del (umo: l'alba è vicina. Il suo rossore somiglierà forse a quello del sangue, ma è sorriso di porpora, che balena dal manto del sole. Al/ redo Oriani (La Rivolta ideale)

RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENT1Es publishcd bl•monthly.Mali addms: 157 Milk St., Bosù>II.Aldlm Fellcanl, Editor and Publlslle.r. Olllco of publleatlon 157 'Milk Strttt, Boston9, Mass. Second-classmail prMl,ges authorlzedal Boswn, Mass. Subscrlptlon$3 a y<er. Voi. 18-No. 1-(New Series #25) BOSTON, MASS. July-August, 1961 Discorrendo fra noi AVANTI, AVANTI SEMPRE! Avanti sempre. Cosi scrivono invariabilmente i compagni che inviano la loro contribuzione. Questo e' il loro modo per dirci di continuare a martellare. Lo spirito di questa esortazione si immedesima con la vera essemia di CONTROCORRENTE. Noi siamo determinati a continuare la nostra opera. Questa volontà di fare è evidente. I vecchi compagni con i quali abbiamo condiviso tante ansie e tante lotte sono al nostro fianco. E ce lo fanno sentire con il loro breve monito: avanti sempre. Anche quel.ili che sono considerati "vecchi", "ritirati", "esauriti", ci scrivono esternandoci approvazioni e incoraggiamenti. Specialmente quando nelle nostre colonne appare qualche commento con referenza a uomini ed episodi che hanno lasciato nella mente del lettore, traccia di ricordi indimenticabili. Avanti sempre! ... Le grandi lotte proletarie del principio del secolo, sono ignorate dalle masse lavoratrici di oggi. I giorni in cui J'eccidio proletario era esercitato dai delinquenti a servizio dei padroni sono ricordati soltanto da coloro che hanno vissuto quei momenti tragici e sanguinosi. Fra questi sono 1 compagni che scrivono ogni volta che sono pubblicate referenze a quelle lotte e sono menzionati i nomi degli uomini che quelle lotte condussero. Avanti sempre! ... Avanti sempre! Cosi spronano i compagni che non hanno dimenticato. In alto la bandiera delle rivendicazioni sociali e dell'emancipazione proletaria. Questo è stato il nostro motto. Questa è la vera ragione della nostra esistenza. Avanti sempre, col ricordare i compagni caduti nell'agguato reazionario, in ogni epoca e in ogni paese. Avanti sempre, col ricordare lo sforzo, il coraggio, il sacrificio òei compagni che hanno resistito alle insidie e al terrore delle bande sanguinarie al servizio dei ricchi e dei potenti. Avanti sempre, a ricordare gli uomini che il nemico ha fatto uccidere a tradimento dai sicari ingaggiati per compiere opera terroristica di vendetta e di intimidazione. Quegli uomini, nella loro opera di seminagione erano riusciti ad aprire alla gente del lavoro un mondo nuovo. Avevano indicato la strada per raggiungere una società libera id.alle istituzioni e dalle menzogne che sono la causa delle sofferenze della famiglia umana. Essi avevano predicato contro la menzogna del patriottismo, della religione, della patria. Essi avevano denunciato J'azione criminale

degli eserciti, del militarismo, della guerra. che solo la pace avrebbe potuto affratellare Per questi delitti quegli uomini sono stati uccisi. .. Essi avevano dimostrato i popoli di tutta la terra. perseguitati, imprigionati, Avanti sempre. Per consigliare resistenza e fiducia nel domani. Per .,pronare aJlla resistenza e all'azione contro l'intolleranza e la repressione. Per incuorare all'attacco contro il fascismo e il maccartismo che ha terrorizzato le forze liberali nell'ultima decade, e che rimane in agguato, in attesa del momento per colpire ancora. La recente campagna terroristica da parte delle forze reazionarie è riuscita a sbaragliare la maggioranza dei liberi pensatori in America. Noi abbiamo rifiutato di nasconderci. Abbiamo spronato alla resistenza a ahl'attacco. Continueremo il nostro lavoro. I vecchi compagni continuino nell'ammonimento che è il nostro programma: Avanti sempre! A. F. Anniversario PIETRO KROPOTKIN Una comunicazione del Libertarian Book Club di New York ci informa che la sera di venerdì, 19 Maggio, fu tenuta la commemorazione di Pietro Kropotkln. L'evento ebbe luogo al Cottage Restaurant, ove fu servita e goduta una deliziosa cena, da un gruppo intimo di compagni che hanno vo-• luto cosi ricordare il grande maestro dell'anarchismo. Erano presenti trentotto compagni. Fra essi ve ne erano diversi che conobbero Kropotkin personalmente. Tutti i presenti hanno speso i migliori anni della loro esistenza, lavorando nella seminagione dell'ideale per il quale Kropotkin immortalò il suo nome. Gli oratori invitati per l'occasione erano Roger N. Baldwin, uno dei fondatori dell' American Civil Liberties Unlon e chairman dell'International League for the Rights of Man (affiliata con le Nazionl Unite) e la figlia di Kropotkin, Alexandra. La riunione fu aperta da Sarah Taback, segretaria del ,gruppo. A sua richiesta il compagno Sam Weiner accettò di fare il verbale della serata. Il chairman Bill Taback, lesse una lettera di adesione e di saluto dl Wanda e Wasya, che sono in Europa, e un telegramma di adesione del compagno Spivak, segretario esecutivo del gruppo, che presentemente sta viaggiando attraverso gli StJati Uniti. Dopo aver parlato delle attività del gruppo Taback introdusse il primo oratore, Roger Baldwin. Correggendo l'informazione che egli conobbe Kropotkin personalmente, Baldwin dichiarava che egli lfu devotamente attratto a Kropotkin dalla grandezza dell'idea libertaria e dalla sua ammirazione per il metodo scientifico concepito da Kropotkin per la creazione di una nuova e libera società. Nella sua qualità di studente graduato in sociologia alla Harvard, Baldwin era in posizione di apprezzare l'idea di Kropotkin e l'importanza del suo monumentale lavoro di divulgazione. Kropotkin aveva stabilito 4 l'importanza sociologica dell'anarchismo in relazione alla trasformazione pratica della presente società. Baldwin si convinse che l'idea di Kropotkin doveva essere por.tata a conoscenza , del pubblico che aveva famiHarità con la lingua inglese. Fu così che nel 1927 Baldwin si nùse al lavoro e raccolse articoli e opuscoli di Kropotkin apparsi in pubblicazioni diverse. Ne tradusse altri in inglese e li raccolse in un libro - "Kropotkin's Revolutionary Pamphlets ", che fu pubblicato dalla Vanguard Press. Le reminiscenze di Baldwin furono estremamente interessanti. Per esempio, in un suo viaggio in Russia, subito dopo la morte di Kropotkin, egli visitò la vedova di Kropotkin, Sophia, a Dimitrov, ove Kropotkin morì. Quando Baldwin v,ide la casa di Kropotkin, la sua libreria, il suo letto, la stanza da pranzo, i quadri, il giardino che egli amorevolmente curava quando la salute lo permetteva, Baldwin poteva quasi sentire che Kropotkin era al suo fianco. Le parole stampate che Kropotkin aveva scritto erano Jlluminate dal fascino della sua personalità e assumevano un più ricco e profondo significato. Nonostante Kropotkin denunciasse la dittatura del Partito al ,potere, i bolscevichi tentarono di sfruttare la popolarità di Kropotkin, nominando alcuni paesi col suo nome. E' ironico che di tutti i paesi, città, villaggi, visitati da Baldwin, egli fosse arrestato nel piccolo villagg,io di Kropotkina, situato nella Russia meridionale. Cercando di dare a Kropotkin il posto che gli spetta nella storia, Baldwin dichiarava che Kropotkin risalta e giganteggia per il concetto etico e morale espresso nelle sue idee concernenti le relazioni della libertà con l'organizzazione della società umana. Baldwin concluse che mentre sembra che gli insegnamenti di Kropotkin abbiano poca influenza nel mondo soddisfatto di oggi, CONTROCORRENTE

vi è speranza C'hCle rivoluzioni della gente sommersa non saranno distorte e distrutte dalla interferenza dello Stato autoritario. Il compagno Taback introduce quindi Alexandra (Sasha) Kropotkin. Come si aspettaya, i suoi rilievi furono in gran parte _di_carattere intimo e personale. Ella mcommc1ò col ricordare come lei e il suo p~imo marito, Lcbedev, si stabilirono in P1etrogrado ni,l 1915. Anche allora era evidente che l'autocrazia czarista no~ poteva durare molto a lungo. Non solo iperchè era_ reazionaria, ma per la sua mcred1bile 1dioz1a. Per gli cza~isti la migliore soluzione dei problemi cronici della Russia era di mantenere in piedi una nazione di contadini illetterati che lavoravano la terra con aratri di legno. Alexandra aveva visto chiaro e predisse la caduta dello czarismo in un articolo pubblicato in "Outlook ". Ella fece ~n~ descrizione dettagliata, com~ la famiglia Kropotkin giunse alla Stazione Fmland nel 1917. Ricordò come le tumultuose accoglienze di migliaia di dimostranti, commossero profondamente Kropotkln e la sua famiglia. Molto più dell'accogli_enza cordiale ricevuta dai rappresentanti del governo provvisorio con a capo Alexander Kerensky. L'ammirazione per Kropotkin fra il popolo russo è illustrat~ da questo incidente, che vale la pena menzionare. Mentre Kropotkin stava perlando con Kerensky, un ufficiale ferito che camminava con le gruC'Ce, avvicinò Kropotkin e implorò: "Salva la Russia!". Kropotkin predisse che la rivoluzione russa sarebbe degenerata in una dittatura. Sotto lo czarismo non esistevano molte persone che fossero state educate alle concezioni libertarie, ,per arrestare la corsa verso l'assolutismo del potere. Kropotkin aborriva il marxismo. La prima e peggiore parola offensiva e d'insulto che Alexandra imparò quando era ancora bambina nella casa paterna fu "marxista". Quando li Partito Comunista si impos· sessò del potere, distrusse ogni principio etico e spirituale. Alexandra osservava che non vi può essere violenza peggiore di quella esercitata da coloro che sono ubriachi di potere. Ella non ha ancora dimenticata la corruzione della dittatura, e con questa l'Incompetenza criminale e il cinico disinteresse per gli elementari, fisici bisogni della povera gente. Le cose erano difficili abbastanza per ragioni e circostanze inevitabili, ma la " Commlssariocrazia" rese la vita ml!Je volte più dura. Tutto scomparve dal mercato. Gente alla quale erano state promesse patate, erano costrette a stare in linea per delle ore per ricevere pomate per pulire i denti. I commissari decretavano come e quello che doveva essere servito alle bestie domestiche. Se le loro istruzioni fossero state seguite le vacche e l'altro bestiame sarebbe morto di rame. Un regime idiotico addirittura. I bolscevichi volevano sfruttare la popolarità di Kropotkin. La loro doppiezza era sconcertante. In pubblico sembrava che AOOSTO 1961 essi fecessero di tutto per rendergli la vita piacevole. Dietro la maschera che nascondeva la loro ipocrisia stava il vero volto - essi riempirono gli ultimi giorni di mio padre di amarezza e di dolore. Essi sequestravano i giornali a lui inviati che venivano dall'estero - censuravano la posta. Per ottenere la minima cosa dalle autorità Alexandra doveva affrontare migliaia di intoppi, riempire risme di formule e di questionari. Dovette andare in cinque differenti dipartimenti per mettere insieme una piccola lampada. E' stato alla oscillante luce di questa piccola lampada che Kropotkln scrisse parte del suo grande lavoro - " Etica" - pubblicato nel 1924 dalla Dia! Press di New York. Alexandra e sua madre non volevano un funerale per iniziativa del governo. Insistettero che Kropotkin fosse sepolto nella tomba di famiglia. I bolscevichi volevano Interrare li cadavere sotto i mausolei nel Kremlino. AJexandra rispose loro che le ossa di suo padre non sarebbero state mischiate con i resti dei gerarchi che arroga· vano la rivoluzione nel sangue del popolo russo. Alexandra promise al padre morente che ella avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per liberare gli anarchici e gli altri rivoluzionari che il governo bolscevico aveva confinato in galera. Ella minacciò di denunciare i falsi e gli ipocriti alle delegazioni dei giornalisti stranieri che presero parte ai funerali. Ella disse ai leaders dei bolscevichi, che se essi avessero tentato di interferire col funerale, avrebbe geftato nel fango le corone di fiori mandate dal governo. I suol sforzi, insieme a quelli di altri, indussero i commissari a rallentare le pel'secuzioni. Essi rilasciarono alcuni anarchici che avevano partecipato al funerale che furono più tardi •rimandati in prigione. Migliaia di persone marciarono nel corteo. Quando Il corteo passò davanti alla prigione di Butirky, I prigionieri salutarono cantando inni anarchici. Passando ai giorni felici spesi da Kropo• tkin in Inghilterra, Alexandra raccontò molti episodi, troppo numerosi per essere raccontati qui. Non era raro che fossero presenti compagni provenienti da diverse nazioni. Fra I personaggi familiari nella residenza di Kropotkin, Alexandra ricorda Eliseo Reclus. Mahatma Ghandi, Max Nettlau, Booker T. Washington, il primo negro da lei visto, Errico Malatesta e molti altri ben noti compagni. Nel concludere le sue reminiscenze Alexandra Kropotkin espresse la speranza che gli scritti di suo padre possano essere resi accessibili ai popoli di Asia e dell' Africa, che non sono ancora dominati da regimi totalitari e società governative. E' superfluo aggiungere che la serata riusci veramente interessante. Nonostante non vi fosse molto pubblico, la discussione non poteva essere più viva ed importante. KrO'J)Otkin dovrebbe essere ricordato più spesso. Libertario 5

Corriere Italiano LANUOVAENCICLICPAAPALE Ffrenze, Luglio MATER ET MAGISTRA - La tanto pubblicizzata ed attesa Enciclica Papale ha prodotto una disillusione generale tra coloro che si attendevano chi sa quali strabilianti rinnovamenti della millenaria istituzione. Anche la stampa la più prona a genuflettersi ad ogni pronunziamento ecclesiastico è stata corta di commenti laudatori. Giovanni XXIII o chi per lui, nelle quattro pagine e mezzo di prosa pubblicata dal1' " Osservatore Romano " non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto han detto J. P. Proudhon, Adam Smith e tutti i precursori del socialismo dai giorni più remoti ad oggi. Durante i passati cento anni sono stati pubblicati innumerevoli Uattati di sociologia e di economia che han discusso con profonda conoscenza di causa tutti i soggetti toccati dalle Encicliche Papali: Rerum Novarum di Leone X settant'anni or sono; Quadragesimo Anno di Pio XI quarant'anni più tardi; ed ora, dopo raltri trenta anni: Mater et Magistra del ventitreesimo Giovanni. Se Madre e Maestra è stata la chiesa di Roma, 1 tre documenti nomati provano che essa è stata piuttosto matrigna e maestra pigra ed avara nello impartire il sapere ai suoi figli e scolari. E' stata piuttosto una educazione somministrata col contagoccie da una mllm.ma più dominatrice che affettuosa. Indubbiamente, dell'ultimo pronunciamento papale sarà scritto tanto da disseccare pozzi d'inchiostro. Nessuno scriba potrà però attestare della sua originalità, nessuno potrà affermare che Il contenuto dell'Enciclica NON è stato rubacehiato un po' dovunque; che molto è stantio, altro puzza addirittura di muffa e che tutto il documentd è improntato a sostegno e continuazione del vecchio sistema sociale, con tutti I suoi privilegi nequizie ed orrori. Esaminando alcuno dei punti più importanti dell'Enciclica, risulta che la chjesa sostiene il vecchio diritto alla proprietà privata, nega che la popolazione mondiale sta crescendo in maniera allarmante e che la migliore soluzione del problema è il "controllo delle nascite ". Dopo esser cosi rimasta attaccata come li mollusco al vecchio scoglio, con oltre un centennio di ritardo passa a proporre alle I lavoratori siano retribuiti In maniera da poter vivere umanamente e che si prendano anche provvedimenti per elevare le condizioni sociali ed economiche del contadini e popolazioni rurali. Non manca la battuta a favore dei popoli emergenti dal colonialismo e si occupa anche del problema dell'automazione e dell'industrializzazione dei paesi arretrati. 6 Qual'è l'elemento ,nuovo presentato dalla chiesa? Non si tratta neppure di roba vecchia rimessa a nuovo. ..., IL PARROCO E ... IL CIECO - Presto in mattinata del 24 giugno, una signora si presentava a costituirsi alla questura di Parma per aver ucciso a rivoltellate, in casa sua, dopo un accesso di ira, un sacerdote suo conoscente, a fine di una conversazione durata tutta la notte. Qual sia stata la relazione privata tra i due ed il movente determinante la tragedia, è per noi cosa di nessun interesse. Interessante è invece il fatto che la curia vescovile ha immediatamente ricorso a coprire lo scandalo applicando la sintetica foglia di fico dichiarando che le autorità ecclesiastiche avevano da tempo adottato " gravi 1 provvedimenti " contro il sacerdote ucciso. Nulla è stato detto della natura dei provvedimenti nè dei moventi determinanti. Si è parlato di altre scappatoie del parrOCQ e di una pendenza presso il tribunale di Parma ... aggiungendo, - ed è proprio questo che ci interessa -, che il santo uomo aveva al suo attivo delle benemerenze, tra le quali quella di avere in una particolare occasione ed a costo personale di 50.000 lire, ottenuto per un giovane accecato dall'esplosione di un ordigno di guerra la pensione di $7.000 lire al mese ($11,29). Di recente il parlamento ha approvato una legge che pensiona tutti i prelati cattolici in ritiro dopo il settantesimo ranno o ·altrimenti inabilitati al loro ufficio. Contemporaneamente al passaggio di questa legge che una volta ancora s(rutta l'erario italiano a favore della chiesa, si sono riuniti ra R>Omanumerosi gruppi di ciechi giunti da tutte le parti d'Italia, per chiedere agli onorevoli parlamentari la concessione di una pensione che gli permetta di vivere umanamente. Se e quando le richieste dei ciechi ed altri mutilati saranno appagate rimane a vedersi. Certo è però che per i sacerdoti le pensioni non saranno dello stesso basso livello di quella consentita al cieco di Parma. ..., I NUOVI PENSIONATI - Tremila sacerdoti che han raggiunto i limiti di età incominceranno subito a riscuotere pensioni che varieI'anno da 15.000 a 40.000 lire mensili. Eventualmente il numero dei beneficati raggiungerà e si manterrà intorno ai 45.000. Cosi, il sovrano Stato Vaticano ha caricato sul groppone del contribuente italiano un altro balzello nel mentre continua ad incassare tributi da tutti i paesi del CONTROCORRENTE

mondo. Intanto i ciechi ed altri storpi aspetteranno. Il gruppo iniziale dei preti a riscuotere la pensione non avrà contribuito neppure una lira al fondo generale e, come descritto da " Il Mondo" (23-5-61), " il contributo degli iscritti è previsto a poco più di 30.000 lire annue contro 800 milwni annui da parte dello stato; 800 milioni che vanno ad aggiungersi a nove miliardi e mezzo destinati in ogni servizio finanziario alla copertura degli assegni supplementari di congrua di cui beneficiano, com'è noto, circa 31.000 membri del clero". Vi son poi i clerici non cattolici (circa 270, dice "Il Mondo"), per i quali è stato necessario legiferare a parte, non avendo il Vaticano permesso che essi fossero confusi col clero sacramentale. Sembra che il clero protestante e giudaico solleveranno certe obiezioni che finiranno col mettere in imbarazzo il governo e la santa sede. Tutti due avrebbero preferito che la faccenda passasse senza troppi intoppi e conseguente sgradevole pubblicità. La divin•a provvidenza troverà maniera da coprire anche questa vergogna. ... POVERI PRETI! - Della povertà del basso clero italiano se ne occupa anche la rivista "Time" del 7 aprile scorso. Lo scritto incomincia col dirci di una donna romana alla quale, dopo essersi confessata, fu inflitta la penitenza di dire sei Ave Maria e di confezionai,e per il prete una maglia di lana con maniche lunghe. Segue la descrizione della vita di tanti preti di campagn:a costretti dalla povertà a dormire nelle chiese e dipendere da pasti offerti dai fedeli in giornate festive. Alcuni, aggiunge II Time'\ tirano innanzi gestendo il cinema della località se non addirittura il "bar". Il vaticano va facendo pressione sul governo Italiano perchè sia aumentato ai preti il sussidi·o annuale che oggi varia da $500 a $2,700, a secondo del grado gerarchico del recipiente. La chiesa chiede inoltre l'ospitalizzazione ,gratuita ed altri benedici di sicurezza sociale. (Quanti operai e contadini in Italia guadagnano tanto PRODUCENDO ed usufruiscono di uguali diritti?) Sempre da "Time " riportiamo qualche altra interessante statistica: "Nel 1860 Milano aveva una popolazione di 1.168.063 cattolici e 2.470 preti; o un prete per ogni 473 anime. Lò scorso anno, un secolo dopo, vi erano 2.235 preti e la popolazione aveva raggiunto il numero di 3.513.000 ani· me, o un prete per 1.574 abitanti. A Firenze, di 135 preti deceduti durante il passato decennio, è stato possibile rimpiazzarne soltanto 85 mentre nella rossa Bologna vi sono 81 parrocchie vacanti e nella non rossa provincia di Salerno su 160 vi sono 60 parrocchie senza preti. . . Le cause di tale declino sono iattribuite alla scarsa vocazione dei giovani a frequentare i seminari che rimangono a mezzo vuoti e cosi può anche darsi dei conventi monastici dove non affluiscono più le ragazze in ACOSTO 1961 tema di rimaner zitelle. Uomini e donne disposti a far voti di povertà e castità divengono più scarsi di anno in anno. A queste ed ,altre avversità di cui soffre oggi la chiesa dovrebbe aggiungersi il numero sempre più esiguo di fedeli che le frequentano. Il fatto che queste anche nelle solenni occasioni rimangono parzialmente vuote, può significare che il popolo italiano attvaversa un periodo di progresso culturale e '110n si lascia imbonire facilmente dal ciariatanismo ecclesiastico. La povertà di certi preti potrebbe anche commuoverci come sempre ci ha commossi e spinti all'aiione la •povertà dei lavoratori ed ogni altra miseria umana in tutti i paesi del mondo. Tuttavia non possiamo omettere il fare osservare a chi ha scelto di vivere parassitariamente nella società di cui è parte che egli ha poco da lagnarsi quando viene a trovarsi in ristrette condizioni. La chiesa è ricca di inestimabili tesori e continua ad accumulare ricchezze. Tutte le civiltà hanno avuto i loro periodi di gloria e grandezza e poi di decadenza. Tante aziende di affari hanno seguito la stessa parabola. La chiesa è stata e rimane una combinazione delle due cose. La discesa dall'apice è incominciata da qualche tempo ed ora accelera la corsa. ... LE SCOPERTE DELL'ON. SARAGAT In Italia, la mancanza di uomini che pensano e vogliono seriamente trasformare - per il meglio - la struttura della società italiana diventa sempre più penosa. Mi riferisco agli uomini dei grandi partiti politici e di quelli non troppo grandi ma che sembrano essere stati fatti deliberatamente allo scopo di immobilizare il progresso sociale della vita del paese. Nello scorso numero di "Controcorrente" ci siamo occupati un poco di uomini e cose della vita politica italiana ed abbiamo previsto con discreta esattezza a cosa avrebbe a1>portato la cosi detta " svolta a sinistra". Ora tutto è culminato con la mozione socialista di sfiducia al governo, mozione votata soltanto da socialisti. comunisti e missini. I pochi monarchici rimasti si sono ·astenuti dal votare mentre socialisti democratici e repubblicani han trovato ·un cumolo di scuse per ,sostenere a galla l'inefficace governo Fanfani. Non che noi ci si illuda che un altro governo con gli uomini del momento a guida, possa essere migliore dello attuale; ma non è pur detto, come ha sembrato far credere Saragat, che caduto Fanfani si riavrebbe Tambroni. Procediamo In ordine. Prima che il Signor Fanfani ed il suo ministro degli esteri con I rispettivi seguiti intraprendessero la ~ella gita primaverile negli S. U., lo abbiamo seguito dalla alta alla bassa Italia ed alla Sardegna, in periodo pre elettorale mentre si sfiatava facendo promesse che se tenute, trasformerebbero d'incanto le depresse e retrograde zone che si estendono dalle isole a tutta la zon'a al sud di Roma per giun· gere, attraverso gli Abruzzi e le Marche 7

fino al Veneto, in tanti ricchi giardini in cui la vita sarebbe tutta pace ed amore. Ultima promessa fatta dal capo del governo prima di partire per Washington è stata per gli studenti universitari i quali a Roma Firenze Bologna ed altri centri scioperavano in atto di solidarietà con certe C'ategorie di mal retribuiti professori. A Firenze gli studenti occuparono parte della Università per esserne brutalmente estromessi dalla polizia. Nel mentre Fanfani si assentava lasciando le cure dello stato nelle mani gentili della polizia scelbiana, la fiera politica non si è arrestata. Vi ha tenuto testa l'on. Saragat con il suo discorso alla "Tribuna Politica". Tra le altre cose, egli si è intrattenuto sul problema della scuola. Ha detto che l'Italia non è un paese veramente democratico inquantochè soltanto il 15 % dei giovani possono frequentare le Università mentre all'85% è negata l'opportunità di diventare parte della classe dirigente del paese. La democrazia dovrebbe significare uguale opportunitd. Più oltre sul suo dire ha lodatQ la Russia per aver conseguito risultati soddisfacenti nel campo dell'educazione mentre ha di molto gravato •sul popolo con la sua dittatura. Come abbia fatto il parlamentare socia! democratico a scoprire s1 tardi cosi vecchie verità, noi non riusciamo a capire e sospettiamo che lo stesso onorevole non saprebbe darsene conto. Ma comprensibile è quando cerca spiegare li perchè si ostin•a a tenere in vita l'inutile governo demo cristiano mentre egli, - a parole almeno, - auspica un governo di centro-sinistra "capace di rimediare ai malanni del primo centennio della unità italiana". Il forte del suo a11gomento, lo 'abbiamo già detto, è che se oggi al governo non ci fosse Fanfani, ci sarebbe Tam'broni. L'on. ha evidentemente dimenticato le giornate del luglio 1960 e, se non le ha dimenticate, del possibile ripetersi del furore popolare egli ha paura ... come potrebbe avere anche paura di quelle forze che rendono impossibile la democratizzazi'One dello stato italiano: la borbonica polizia oggi al comando di Mario Scelba. Senonchè, a parte delle sopra fatte considerazioni, a ,noi sembra che mal si addice per l'on. Saragat a parlar di scuole e di insegnamento e tanto meno a far lui da maestro. Il perchè, eccolo: La pubblicazione "Lo Specchio" <settimanale di politica e di costume, No. 29 - 16 luglio 1961) riporta: "LA PRIMA COMUNIONE DI SARAGAT - Assistito da Padre Mariano, il noto padre cappuccino della TV, l'on. Giuseppe Saragat ha ricevuto la Prima Comunione, la mattina di domenica due luglio, nella Chiesa dei SS. Apostoli di Roma. Alla cerimonia svoltasi in forma privatwima e circondata dal più assoluto riserbo, non ha assistito nessun esponente politico. Saragat è seccato delle notizie apparse sulla stampa relativamente alla sua conversione al cattolicesi'IYU>. Il " leader" del PSDI, la cui fede socialista rimane inal· 8 terata, teme che le indiscrezioni dei giorttali sul suo travaglio spirituale potrebbe dar luogo a considerazioni di carattere politico che sono in realtà del tutto estranee alla vicenda". " Lo Specchio" ha probabilmente ragione quando dice che la vicenda non ha nessun carattere politico. Quali e quanti sono stati i politicanti italiani che dal dopo guerra in poi han dato prova di possedere un "carattere ipolitico "? Qui, cosa più grave, si tratta di mancanza di carattere MORALE. Ed è perchè del diminuire di questo tanto essenziale elemento per il progresso sociale di ogni società umana che le vicende del popolo italiano vanno di male in peggio. Quando i supposti "leaders" delle avvilite folle buttano nelle fogne quel poco di dignità personale che era loro rimasta, cosa rimane di " inalterata fede socialista" oltre al giallo? Dalla decadenza dei valori morali e del senso della dignità e carattere personale dei capi, i popoli e le nazioni vanno alla deriva e finiscono nelle braccia delle dittature e della tirannia. ... LIBERAZIONE. - Il ,popolo italiano ha combattuto una seconda guerra di liberazione nazionale contro i nazi-fascisti per veder oggi truppe tedesche accampate in Sardegna. Le terre sottratte dalla NATO ai contadini delle provincia di Nuoro per ivi stabilire delle basi missilistiche, non sono state ancora pagate. E son già passati alcuni anni. Ora si sta procedendo allo esproprio di altri 45.000 ettari di terreno i quali sono costati molti anni di fatica a renderli fertili. Lo stomaco del molocco militare è insaziabile; in Sardegna vuole estendere H suo dominio dal centro dell'isola al mare. La striscia di terra è una delle più fertili dell'isola e su dessa erano sorte delle cooperative per la manifattura del formaggio, molto del quale veniva esportato. Centinaia di lavoratori e le loro famiglie saranno sfrattati dal suolo che per anni è stata la sorgente della loro esistenza. Lavoratori che saranno costretti a ramingare in lontane ed aliene terre, per essere sfruttati in eguale o peggior maniera che in patria. Sovente i giornali riportano l'inumano trattamento che gli operai italiani ricevono in Svizzera, Germania, Inghilterra ed ora si aggiunge l'Australia. Ma cosa importa delle sofferenze umane di fronte alle esigenze mililiari? Chi ha seguito pur sommariamente il ,processo di Gerusalemme ha potuto apprendere dell'enorme numero di vite umane sacrificate alle esigenze militari che non permettevano il bombardamento di certe ferrovie e neppure dei forni crematori nei campi di sterminio di Germania. Che importa allora se soffrono o muoiono qualche altro migliaio di straccioni sardi? Se essi non sono diretti ai campi della morte, non sono talvolta le torture morali più strazianti, più pungenti della morte stessa? CONTROCORRENTE

ON AGAIN . .. OFF AGAIN ... ovvero ... tra il si e il no si rimane dello stesso parere. Par sia proprio cosl. Si capisce e non si capisce. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'articolo 2 della legge di pubblica sicurezza (di fascista memoria) che dava al prefetti l'autorità di annullare le garanzie costituzionali per esigenze di ordine pubblico. A parte le cavillazioni legali, I meriti o demeriti delle varie decisioni e contro de· clsloni ed opinioni legali ed extra legali espresse In merito al suddetto articolo 2, l'odierna decisione della Corte Costituzionale si riduce In effeUi a lasciare le cose dov'erano prima. La decisione dà ai prefetti l'autorità di applicare l'infame provvedimento qualora non viene a menomare la libertà del cittadino, libertà tutelata dalla costituzione ... Naturalmente, anche quest'ultima decisione rimane alla discrezione del prefetto. .... "The N. Y. Herald Tribune " (edizione Panorama . americano parigina del 7-6-21) informa che il presidente Fellx Houphouet-Bolguy della Costa d'Avorio ha regalato al presidente De Gaulle un elefante d'oro del peso di 30 lbs, occhi incastrati con pietre preziose. A madame De Gaulle ha regalato una pesante collana d'oro filigrana. Presidenti e potentati si scambiano ricchi doni mentre barattano le sorti dei loro popoli. .... Dopo lunga procedura legale, I signori parlamentari Italiani son rimasti senza posti riservati su treni. Finito è cosi lo scandalo di vedere interi compartimenti vuoti mentre chi ha pagato il prezzo del biglietto rimaneva in piedi nei corridoi affollati. Gli stessi onorevoli avranno ora l"opportunità di provare la resistenza dei muscoli delle loro gambe. Abbiamo viaggiato tanto restando in piedi da non aver la (orza di versare una lacrima . Nomade TRANSIZIONE Il partito comunista sta elaborando il suo nuovo programma, che Khrushchev presenterà al ventesimo secondo congresso del Part1to Comunista Sovietico In Ottobre. Fino al momento in cui scrivo, ben poco i giornali americani hanno parlato di questo nuovo programma, destinato a sostituire quello proclamato nel 1919, se pure sappiamo che la sua pubbllcazione oocupò nove pagine di "Pravda ". Certamente un poderoso documento, e senza dubbio meritevole di attenta considerazione. Le abilità dei dirigenti del partito comunista non possono essere prese alla leggera da chiunque, come non possono essere disconosciute le loro capacità a valutare l'equilibrio sociale e politico del mondo. E' ,perciò spia,. cevole che l'eco di questa dichiarazione di posizione sia stata molto limitata in America. Per quanto appare, Il documento è essenzialmente basato sulla fiducia del comunismo di esaurire la missione storica di liberare ognuno dall'orrore della guerra, da ogni forma di oppressione sociale, di ineguaglianza e di sfruttamento, e di stabilire felicità, eguaglianza e libertà generale attraverso un ordinamento politico e sociale controllato dalla dittatura del proletariato. Questa fiducia, che nel 1919 era puramente dottrinaria, è rafforzata ora dal successi organizzativi dei regimi comunisti, dagll Innegabili ,progressi nel campo della produzione, dall'Ingigantirsi dei problemi che sorgono dal rapporti fra Il nuovo mondo, venuto alla luce dopo la seconda guerra mondiale, e li gruppo di nazioni che, rappresentate ora più nettamente dagli Stati Unlt! AGOSTO 1961 d'America, dominarono la scena politica mondiale fino a poche decine di anni fa. • • • Gli elementi che abbiamo per l'esame del nuovo programma che verrà senza dubbio accolto con approvazione dal prossimo congresso comunista sono troppo scarsi per un esame. Per altro, è naturale che esso registri con sollievo e gioia i successi della Russia, della Cina, e di molti paesi che, appena sorti ad indipendenza, si avviano su una strada di riforme economiche e sociali incompatibili coi concetti del mondo occidentale. Più ancora che del programma del partito comunista, noi possiamo esaminare quali sono le ragioni del declino dell'influenza del pensiero e del sistema sociale e politico che negli Stati Uniti ha il paladino più influente. Malgrado i propositi della nuova amml• nistrazione di governo, è evidente che una rivalutazione razionale dei bisogni dell'umanità, delle funzioni che la più forte nazione del gruppo occidentale deve assumere in una nuova atmosfera è ben lontana dall'essere compiuta. Forse ci si può domandare se gli Stati Uniti saranno mai più capaci di riprendere un·a posizione di din:amlco "leadership", se i concetti di libertà politica e sociale, maturati dal disfacimento del mondo medioevale, dalle rivoluzioni religiose riformistiche, da quelle politiche dell'Inghilterra e della Francia, e, sia pure con diverse caI'Btteristiche. dalla storia americana fra la metà del '700 e la guerra civile, non sono destinati a essere sgominati In una esauriente lotta difensiva, ad essere dimenticati come caratteristiche 9

ideali, incompiute, di una civiltà in transizione. Ed, in effetto, il pericolo è grave. La costituzione americana rappresentò teoricamente uno dei documenti più brillanti, una realizzazione ,politica molto prossima alla perfezione, delle idee di un mondo che, attraverso al riconoscimento della fondamentale importanza della individualità umana, della necessità sociale della difesa dei bisogni spirituali e materiali di ogni •singolo, sovvertiva definitivamente il vecchio sistema ed apriva la via alla rivoluzione industriale dell"ultimo secolo. Però ben pochi ora ricordano che la caratteristica fondamentale della costituzione americana è Il riconoscimento della necessità del cambiamento. Purtroppo, da molti essa viene interpretata come un documento fondamentale di un sistema sociale fisso e immutabile, o, per }o meno, ancorato ad una situazione che gli eventi hanno superato da molti e molti decenni. Le manifestazioni di questa interpretazione sono oramai frequenti. Il favore che le aperte teorie di conservazione incontrano nella vita pubblica, lo sviluppo di vari gruppi come la Birch Society che predicano il ritorno ad una ,puramente immaginaria Interpretazione dei diritti costituzionali americani per nascondere fini di reazione aperta ne sono sintomi Innegabili. Se noi non possiamo accettare la interpretazione dogmatica della storia, che è <:aratteristica di ogni sistema che fissa e limita gli scopi ed I mezzi deno sviluppo civile, o che li subordina ad un ordine trascendente, non possiamo che sentire raccapriccio per ogni tentativo di corrompere gli ideali dei fondatori della repubblica americana, quali furono chiaramente espressi da Jefferson. Ma ,purtroppo la nostra opinione ha ben poca influenza. Noi non possiamo che constatare Il fatto, non possiamo che riconoscere che il velo di conformismo, alimentato da un'aura di benessere economico diffuso in vasti gruppi della popolazione americana, se pure non in tutta la popolazione americana, sta soffocando il dinamismo Innato del concetto originale di organizzazione ,politica degli Stati Uniti. • • • Basta che ci guardiamo intorno: come si può opporre, in nome della libertà, l'intervento sociale e regolare le relazioni fra gli individui in una organizzazione così complessa quale è la società moderna? Non viviamo più certamente in una società fondamentalmente atomizzata, quale era quella dell'America agricola di due secoli fa. In America ora, non meno che altrove, le azioni di ogni individuo si riflettono per vie complesse sull'andamento della vita di ognuno degli altri partecipanti alla vita nazionale. Anzi, possiamo ben dire che è evidente la tendenza a superare le ,barriere nazionali, e che soltanto nella organizzazione di gruppi sopranazionali Il problema dell'integrazione e dell'equilibrio della attività di ogni individuo può trovare soluzione. Il vero problema che confronta la civiltà occidentale sta nel trovare una via che 10 contemperi la difesa della libertà spirituale di ogni individuo, della sua capacità di partecipare criticamente alla vita sociale, accettando consciamente le necessarie limitazioni alla sua azione arbitraria per il beneficio di ognuno e di tutti, senza cadere nelle strettoie del dogma comunista, senza accettare scopi ultraterreni di organizzazione sociale e, più di tutto, senza cadere nella bestialità delle reazioni fasciste. Se si esaminano le manifestazioni della vita pubblica americana non si può eh-e ritrarsi, se non scoraggiati, almeno impauriti dalla asperità della opposizione ad una moderna interpretazione degli obblighi sociali. Mentre gli Stati Uniti non riescono a risolvere il problema interno della convivenza e della eguaglianza di gruppi razziali umani, gli ultimi quindici anni hanno visto la vittoria di una rivoluzione che sta avendo effetti profondissimi, forse ancora più profondi di quanto ebbe la rivoluzione di Ottobre per il popolo russo, per la grande maggioranza della famiglia umana, quella di colore: il crollo degli imperi coloniali, la fine del mito della supremazia innata della razza bianca. E questa rivoluzione è appena ora in progresso, chè finora i popoli sorti da poco •ad indipendenza, oberati da problemi di organizzazione, di immaturità, di economia, non hanno saputo che ,adattare 'Più o meno abilmente alle loro condizioni sistemi ispirati sia al mondo occidentale, sia a quello russo-cinese. Ma potrà nel prossimo futuro il concetto di vita sociale occidentale soddisfare la spinta di tanta parte dell'umanità se la nazione che più ardentemente pretende di difenderlo non trova una risposta al problema interno della egua,glianza di tutti i suoi cittadini? Come possono ancora a lungo gli Stati Uniti giustificare l'appoggio dato a regimi di corrotta reazione, la cecità testarda che vieta di riconoscere l'urgenza di rinnovamenti profondissimi nelle strutture politiche di vaste aree, senza -perdere contatto per sempre con un mondo in rapidissima evoluzione? Non ooltanto in Africa, non soltanto in Asia, ma proprio alle porte degli Stati Uniti il vecchio mondo sta crollando. Proprio dai giornali americani abbiamo avuto l'ammissione che l'opinione pubblica sud-americana, per anni corrotta e dominata da lotte !azionali, sta evolvendosi a riconoscere i problemi fondamentali del continente; e, come anche le recenti accoglienze di Montevideo agli inviati degli Stati Uniti e di Cuba alla conferenza inte· ramericana stanno a dimostrare, questa opinione pubblica è decisamente sfiduciata dagli scopi nord-americani. Essa, pur riconoscendo i ,pericoli di rivoluzioni che danno origine ,a regimi paternalistici, &ente che le soluzioni proposte da Castro rispondono più naturalmente alla grandezza dei loro problemi. • • • Chi scrive, personalmente, non può credere che lo sviluppo sociale possa essere ristretto in formule, anche se queste sono riviste ogni quarantennio. Il progresso umano è un fatto in continua evoluzione, CONTROCORRENTE

e solamente la collaborazione continua, critica, antidogmatica dell'individuo nell'ambito della società può soddisfare il compimento. E perciò non 'PUÒ accettare come valida la soluzione offerta dal partito comunista, se non come transizione occasionale per immettere nella vita moderna gruppi che sono ancora immersi in sistemi sociali incompatibili coll'odierna tecnologia, che debbono per necessità ricorrere a rigide pianificazioni sociali per liberarsi da servitù e distruggere privilegi, per creare dalla forzata collaborazione i mezzi per un futuro sviluppo. Documenti Per contro, però, la rigidità della interpretazione del progresso sociale offerta dagli Stati Uniti, come 'Prodotto di un sistema essenzialmente basato sull'incontrollato movente di profitto individuale può far ricordare che la decadenza delle passate civilizzazioni fu il frutto della loro incaJpacità ad interpretare i bisogni di gruppi che via via acquistavano influenza civile e di adattare i propri istituti alle continuamente variabili circostanze. Davide Jona TESTIMONIANZPAEREICHMANN di PRIMO LEVI Di fronte ai documenti infiniti di accusa che sono esaminati al processo Eichmann, troppi se si trattasse di decidere del semplice destino di un uomo anche se questi è un grande criminale, ci pare che l'accusa più forte si possa fondare su testimonianze come quella di Primo Levi (letta a Torino la sera del 23 febbraio 1961 nel corso di una riunione su "Auschwitz e i campi di concentramento nazisti"). Sarebbe troppo semplice se un uomo solo, o tre, qu,attro, cento o poche migliaia ài uomini potessero compiere tanto male quanto quello che è stato compiuto. L'acC"tt-Sa,oltre che contro i singoli colpevoli, è contro una società, contro un modo che da questa vien fuori di concepire la vjta e la morte. E l'ac=a scaturisce dalla coscienza di poter contrapporre un'altra èoncezione, un'altra società. La testimonianza di Primo Levi ci fa intendere e la società condannata e la società umana che può condannarla. Per questo siamo grati all'autore. (Il Ponte)-Aprile 1961. Dalla fine dei Lager nazisti sono passati ormai molti anni. Sono stati anni densi di avvenimenti per il mondo, e, per noi superstiti, anni di chiarificazione e di decantazione. Siamo perciò in grado di dire oggi cose che appena liberati, abbagliati per così dire dalla vita riconquistata, non avremmo detto con chiarezza. In noi e in tutti, ai moti d'animo più immediati, allo sdegno, alla pietà, allo stupore incredulo, è subentrata una disposizione più estesa, più aperta. Le nostre storie individuali, da cronache concitate, si avviano a diventare storia. Penso che a questo sia dovuto il iiinnovato interesse che i giovani manifestano per le nostre parole: si è creata una nuova atmosfera, i tempi sono maturi per un giudizio. Siamo lieti di constatarlo: nessuna persona normale ha preso partito contro di noi, nessuno giustifica apertamente i nostri persecutori di allora (alcuni anormali si: ma appunto, sono anormali>. Tuttavia, negli incontri ormai numerosi che abbiamo avuto col pubblico, due obiezioni ci sono state frequentemente rivolte. Perchè siete parziali, perohè ci parlate dei Lager nazisti, e non degli altri ca'Pitoli oscuri della storia recente? Oppure, più in generale: perchè continuate a parlarci di orrori? La risposta alla prima obiezione mi pare immediata, obbligata: vi parliamo dei Lager nazisti perchè In quelli noi siamo stati, e perchè essi costituiscono la pagina più turpe della storia umana. Quelle immagini che voi avete viste alle Mostre, anche qui a Torino, fanno parte della nostra esperienza diretta, stanno annidate nelle nostre memorie, hanno agito su di noi; queste prove ci hanno arricchiti, hanno tatto di noi dei giudici. Sappiamo che altro male nel mondo è stato commesso, viene ancora commesso: la nostra condanna si estende a tutto questo male. Questo deve essere chiaro; ogni notizia che ci perviene, di massacri, di torture, di treni piombati, di sofferenze gratuitamente inflitte ad innocenti, di ingiustizie, ognuna di queste notizie ci riguarda, ci trova sensibili: la nostra condanna si estende a tutte. Ognuno che ritorni a narrare di stragi di donne e di bambini, per mano di chiunque, in qualunque terra, in nome di qualsiasi ideologia, è nostro fratello, e siamo solidali con lui. Ma è nostro compito portare testimonianza in primo luogo su quanto abbiamo visto, e qui veniamo alla seconda obiezione. Perchè parlare ancora di atrocità? Non sono cose passate? I tede5chi di oggi non hanno mostrato di rinnegare i loro trascorsi? Perchè seminare altro odio? Perehè turbare le coscienze dei nostri figli? Domande simili S(!afuriscono spesso da mala fede o da coscienza dubbia, ma non sempre; comunque, vi si può rispondere in molti modi. Si può giustamente, sostenere AOOSTO 1961 11

che dobbiamo raccontare quanto abbiamo visto afflnchè la coscienza morale di tutti rimanga desta, e si opponga, faccia argine, in modo che ogni futura velleità sia soffocata In germe, in modo che mai più si senta parlare di sterminio. Si può sempre giustamente, ricordare che questi incredibili delitti non sono stati riparati, che Ìn parte, che molti responsabili sono sfuggiti ad ogni sanzione, e solo casualmente incappano nelle maglie di una giustizia distratta; che gli stessi superstiti, che innumerevoli famiglie di vittime, non hanno ricevuto alcun riconoscimento, o aiuti e indennizzi irrisori. Ma mi pare che non sia qui il nòcciolo della questione. Mi pare che, anche in un mondo miracolosamente ristabilito sulle basi della giustizia, anche in un mondo in cui, per ipotesi, nulla minacciasse più la pace, ogni violenza fosse scom'parsa, ogni affe1ia riparata, ogni reo avesse trovato punizione e fatto ammenda, anche In questo mondo cosi lontano dal nostro sarebbe errore e stoltezza tacere del passato. La Storia non si può mutilare. Sono stati avvenimenti tropp,o indicativi, si sono intravisti i sintomi di una malattia troppo grave, perchè sia lecito t-acerne. Pensare: non più di venti anni fa, e nel cuore di questa civile Europa, è stato sognato un sogno demenziale, quello di edificare un impero millenario su IIÙlioni di cadaveri e di schiavi. Il veroo è stato bandito per le piazze: pochissimi hanno rifiutato, e sono stati stroncati; tutti gli altri hanno acconsentito, parte con ribrezzo, parte con indifferenza, parte con entusiasmo. Non è stato solo un sogno: l'impero, un effimero impero, è stato edificato: i cadaveri e gli schiavi ci sono stati. Si sono costruiti dei campi diversi da tutto quanto l'umanità aveva escogitato fino ad allora: si chiamavano campi di lavoro, o addirittura di rieducazione, ma avevano lo scopo preciso di fare morire, e di fare morire con dolore. Ma più tardi, la Germania si trova fra le mani quelle che Eichmann chlama " le sorgenti biologiche dell'ebraismo" (notate il gergo zoologico: gli ebrei sono una razza di animali, sono insetti, sono un virus, hanno parvenza umana per caso, per un IIÙsterioso scherzo di natura); ed allora si deve escogitare qualcosa di più rapido, di più industriale. Ed ecco i docili tecnici tedeschi al lavoro, ecco ideate e costruite le camere a gas, ecco il veleno ideale, economico, sicuro. E' un gas originariamente destinato a distruggere i topi nelle stive, e viene ordinato in quantitativi sconcertanti dall'arma delle SS alla IG Farbenindusrrie. La IG Farben evade diligentemente gli ordini ed incassa le fatture, e non si preoccupa d'altro. E' in corso una invasione di topi? meglio non chiedere per non sapere: gli industriali tedeschi salvano la coscienza e guadagnano sul veleno. La ditta Topf e figli, di Erfurt, costruzioni in ferro (ci sono ancora le targhette sui forni di BuchelllWald: non su quelli di Auschwitz, che sono saltati) accetta l'ordin•azione per un impianto di cremazione capace di distruggere 1000 cadaveri all'ora. L'impianto viene progettato, costruito, collaudato in presenza dell'ingegnere capo della' ditta Torpf e figli: entra in funzione all'inizio del 1943 e lavora a pieno ritmo fino all'ottobre del 1944. Fate il conto. Ma c'è stato anche di più e di peggio: c'è stata. la dimostrazione spudorata di quanto facilmente il male prevalga. Questo, notate bene, non solo in German•ia, ma ovunque i tedeschi hanno messo piede; dovunque, lo hanno dimostrato, è un gioco da bambini trovare traditori e farne dei sàtrapi, corrompere le coscienze, creare o restaurare quell'atmosfera di consenso ambiguo, o di terrore aperto, che era necessaria per tradurre in atto i loro disegni. Tale è stata la dolIÙnazione tedesca in Francia, nella Francia nelIÙca di sempre; tale nella libera e forte Norvegia; tale in Ucraina, nonostante vent'anni di disciplina sovietica; e le medesime cose sono avvenute, lo si racconta con orrore, entro gli stessi ghetti polacchi: perfino entro i Lager. E' stato un prorompere, una fiumana di violenza, di frode e di servitù: nessuna diga ha resistito, salvo le isole sporadiche delle Resistenze europee. Negli stessi Lager, ho detto. Non dobbiamo arretrare davanti alla verità, non dobbiamo indulgere alla retorica, se veramente vogliamo immunizzarci. I Lager sono stati, oltre che luoghi di tormento e di morte, luoghi di perdizione. Mai la coscienza uma·na è stata violentata, offesa, distorta come nei Lager; in nessun luogo è stata più clamorosa la dimostrazione cui accennavo prima, la prova di quanto sia labile ogni coscienza, di quanto sia agevole sovvertirla e sommergerla. Non stupisce che un filosofo, Jaspers, ed un poeta, Thomas Mann, abbiano rinunciato a spiegare l'hitlerismo in chiave razionale, ed abbiano parlato, alla lettera, di "damonische M-achte ", di potenze demoniache. Su questo piano acquistano senso molti par.ticolari, altrimenti sconcertanti, della tecnica concentrazionaria. Umiliare, degradare, ridurre l'uomo al livello dei suoi visceri. Per questo I viaggi nei vagoni piombati, apposit-amente promiscui, appositamente privi d'acqua (non si trattava qui di ragioni economiche). Per questo la stella gialla sul petto, il taglio dei capelli, anche alle donne. Per questo il tatuaggio, il goffo abito, le scarpe che fanno zoppicare. Per questo, e non la si comprenderebbe altrimenti, la cerimonia tipica, prediletta, quotidiana, della marcia al passo militare degli uomini-stracci dav•anti all'orchestra, una visione grottesca più che tragica. Vi assistevano, oltre ai padroni, reparti della Hitlerjurgend, ragazzi di 14-18 anni, ed è evidente quali dovevano essere le loro impressioni. Sono questi, dunque, gli ebrei di cui ci hanno parlato, i comunisti, i nemici del nostro paese? Ma questi non 12 CONTROCORRENTE

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