Controcorrente - anno XVII - n. 23 - mar.-apr. 1961

La carenza alimentare rende drammatica la situazione della salute pubblica. La tubercolosi, per esempio, cresce con ritmo impressionante, superiore i quello contenibile con gli antibiotici e oon l'organizzazione di sanatori. In Portogallo non esiste alcun controllo sulla fabbricazione dei prodotti farmaceutici e i medici, quando possono, consigliano medicamenti stranieri. Le farmacie sono pochissime nel nostro paese. Statisticamente siamo, in questo campo, all'ultimo posto fra i paesi d'Europa. In compenso i prezzi delle medicine sono altissimi, più alti che in Spagna dove già la speculazione regna sovrana. Il sangue degli emofilitici impressiona meno di quello versato dai combattenti della rivoluzione, ma sangue per sangue, è giusto che si sappia, nel mondo, che nel nostro Paese di muore ogni giorno, in ogni casa, per colpa della dittatura. Queste perdite sono meno drammatiche di quella della sommossa armata, ma il risultato alla fine è il medesimo. Un paese senza un poter-e giudiziario indipendente è un paese senza giustizia. La nostra magistratura è legata strettamente al dittatore e l'esercizio della giustizia è div-entato un grosso affare finanziario. Soltanto i ricchi •possono ricorrere ai tribunali e ciò sancisce il prevalere di chi Corriere Italiano ha su chi è povero. La dittatura ha scelto con grande attenzione i suoi giudici. Gli uomini onesti e integri sono stati allontanati e il loro posto è stato preso da gente disposta, per debolezza o per avidità, a trasformare le aule dei tribunali in strumenti di tirannia e d'ingiustizia. Siamo arrivati al punto in cul non è più possibile distinguere fra i giudici e i criminali comuni. Tu imponi che siano durame!lte _pun_iti i delitti d'opinione. Tu condanni clu sciopera. Tu condanni chi esprime idee in contrasto con le tue. Hai organizzato la giustizia in una ignobile associazione di tipo fascista. La tua polizia ha una sola differenza con la ~stapo di Hitler: va a messa e si copre del nome di Dio. Il naufragio del tuo regime, Salazar, è prossimo. Tu potrai ancora contare per qualche tempo sull'assopimento del paese, ma l'ora della fine è vicina. Ho scritto questa lettera perchè ti serva di monito, d'avvertimento. Circolerà in Portogallo, nelle nostr-e terre africane, fra gli emigrati portoghesi del Brasile, in tutto il mondo. E' ora che si sappia chi sei. Come reagirai? Delle tue reazioni non m'importa. Arrivederci, caro Salazar. Henrique Galvao NO, DICEFIRENZE AL FASCISMO Continuano a provarci, camuffati con nomi vari, sotto la guisa di arcieri in difesa della "patria". Fascisti o nazionalisti, e non importa quale altro nome si diano, sono gli stessi che prima imposero il loro speciale tipo di schiavismo nazionale e, se quello non fosse stato sufficientemente vergognoso ed avvilente, importarono le selvagge orde hitleriane, a completare la malvagia opera da loro iniziata. Cosi, a Firenze, nel mezzo del marzo primaverile, tra una rivolta di fiori e di colori che questa storica gemma del mondo fanno sembrare tanto indescrivibilmente più bella, , relitti del ventennio ed i pretoriani che li servono, dimentichi forse della lezione loro inflitta lo scorso luglio, quando il popolo italiano insorse contro il tentativo tambroniano al restauro dello schiavismo clerico-fascista, han voluto riprovare, fosse stato pure con il terror-e e la violenza d'altri tempi, a piegare la città ai loro voleri. Se fu Firenze a dare allo squadrismo molti degli uomini più ignobili che tanti lutti, disonori e distruzioni aggiunsero alla rovente storia della millenaria città, oggi, la stessa Firenze che al riscatto del suo onore dette i fratelli Rosselli ed alla sua rivendicazione i Piero Oalamandrei, l'adottivo figlio Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi ed altra schiera innumere di noti ed ignoti eroi i quali, subendo torture medioevali e la morte, seppero rintuzzare e sconfiggere le 6 orde barbariche che per oltre un ventennio avevano avvelenata l'esistenza di un popolo e rosicchiato alla sua midolla, oggi, ripetiamo, Firenze ha di nuovo insorta per ripetere al fascismo il suo NO! A scusa del novello tentativo squadrista avrebbe dovuto servire la nuova giunta municipale di centro-sinistra che di recente ha assunta l'amministrazione della città. Per suppostamente protestare contro la partecipazione socialista alla amministrazione municipale, i fascisti locali e non locali, avevano ,indetto un raduno, vecchio stile, con mazzieri e teppisti provenienti da varie città d'Italia. Tutto era stato ben preparato, con i debiti permessi polizieschi a tener comizi e sbandieramenti. Il malumore popolare incominciò a manifestarsi giorni prima del progettato "raduno". Ai manifesti ~ altra ,propaganda fascista la giunta municipale rispose con un manifesto murale. Eccone il testo, firmato dal sindaco La Pira. " Di fronte a una preannunziata manifestazione fascista il sindaco e la giunta comunale in nome della città si limitano a ricordare: la distruzione della libertà; la soppressione di ogni diritto della persona umana; la dottrina bestiale del paganesimo razzista; la patria distrutta; i partigiani torturati; gli ebrei uccisi nelle camere a gas; i giovani fucilati; la distruzione e la morte nell'Italia e nel mondo; Firenze mortalmente ferita nei suoi ponti e nei suoi CONTROCORRENTE

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