Controcorrente - anno XVII - n. 23 - mar.-apr. 1961

ì partitì politìcì. I prìmì tempi del governo militare furono economicamente disastrosi per il paese. Si capì che era necessario agire con prontezza se si voleva salvare il Portogallo dalla rovina definitiva. Fu allora che venisti alla ribalta tu, Salazar. Eri un oscuro professore d'economia all'università di Coimbra. Avevi reputazione di essere onesto e competente. Il paese ebbe fiducia in te. Si mise nelle tue ma:ni con uno slancio che la tua vanità non ha certo dimenticato. Non ti fu difficile, con le competenze tecniche che hai, rimettere in sesto la disastrosa situazione finanziaria del nostro paese. Dicesti, e lo ripeti continuamente, che fu un gran miracolo. lo non lo credo, perchè non credo ai miracoli, ma il tuo intervento fu certamente un'opera positiva, almeno sul piano tecnico. Riordinato lo Stato, riorganizzata la struttura finanziaria, temperata la dittatura militare: era il momento di restituire al Portogallo i suoi istituti costituzionali, il suo reggimento democratico. L'esercito era ben lieto di deporre il pesante fardello del potere. Ebbe fiducia in te, affidò la situazione alle tue mani. Eri un borghese, un professore d'università, un tecnico. Non costituivi un pericolo totalitario. Ti fu dato il potere a discrezione. Si ebbe fiducia nel tuo patriottismo, nel tuo spirito democratico, nel tuo sentimento d'onore e di libertà. Ma nessuno si ,prese la briga di guardare un po' attentamente se eri patriottico, se eri democratico, se in te albergavano davvero sentimenti di onore e idee di libertà. Il tuo carattere non era allora quello di oggi, ma già vi ern nel tuo comportamento, come ha scritto il deputato Jacinto Ferrera, "una serie continua di incoerenze, di tortuosità, di contraddizioni che di.mostravano lo squilibrio psicologico della tua personalità, tesa al ,potere senza limiti, alla sopraffazione, alla dittatura". Hai dunque assunto il potere sul Portogallo e hai accentrato nelle tue mani ogni autorità. Quella civile, quella militare e perfino quella religiosa. Ridotto il popolo a un gregge abbrutito di pecore, arruolati nella legione dei tuoi seguaci tutti gli uomini senza carattere e senza dignità, uccisi o perseguitati gli oppositori coscienti, corrotti con il denaro e le cariche gli oppositori di più debole temperamento, organizzato lo Stato secondo i tuoi modelli dittatoriali, condizionata la stampa a celebrare la tua persona, chiusi i confini del paese alle idee del mondo, il governare divenne facile come il gioco crudele di un bambino perverso. Tu non facesti proprio niente di nuovo. Prima di te c'erano stati Mussolini e Primo de Rivera, e prima ancora le idee retrive del medioevo. La tua dittatura ha preso qualcosa da tutte le dittature già esistenti e condannate dalla storia. Ne è uscita una caricatura, una farsa grottesca carica di sangue. Sei stato abbastanza abile nel mascherare tutto ciò sotto una finzione di pseudodemocrazia, ma sei riuscito a ingannare soltanto chi ha voluto lasciarsi ingannare. Guardiamo gli istituti del tuo potere e 4 \·edìamo se sì tratta di ìstìtutì democratìcì. Ecco le basi della tua dittatura: Un partito unico, mascherato dall'etichetta di Unione nazionale (come il partito di Hitler). Una polizia politica, modellata sulla gestapo nazista, istruita nelle scuole tedesche, sui metodi inumani di Himmler. Una censura applicata a ogni manifestazione della vita, inflessibile e subdola al tempo stesso. Una Legione portoghese che ha tutti i caratteri delle SS, delle camicie nere. Una Gioventù portoghese, imitata dai " balilla" italiani e dalla Hitlerjugend, con una grande S sulla fibbia della cintura. Un giornale di partito il cui deficit enorme è pagato con i soldi dei contribuenti. Un ministero della Propaganda organizzato secondo gli insegnamenti di Goebels, unicamente occupato nell'esaltazione della tua ,persona. Un saluto romano identico a quello inventato da Mussolini. Una Federazione nazionale del lavoro il cui motto è, proprio come quello nazista: "Gioia nel lavoro". E per sostenere tutto ciò: manifestazioni organizzate, celebrazioni continue, feste comandate. Parate ridicole e pretenziose, inaugurazioni pompose di opere pubbliche, sacrari della patria e cosi via. Per realizzare il tuo regime hai tradito e negato la costituzione democratica del Portogallo, hai messo insieme un Parlamento composto di deputati prezzolati, di coristi arruolati nelle file del partito unico, hai costituito un'assemblea corporativa, hai nominato un consiglio di Stato di tuoi amici, hai posto i tuoi seguaci più fedeli alla testa del movimento sindacale, trasformando le organizzazioni operaie in un mezzo ignobile di favoritismi e di corruzione. Se si guarda al Portogallo di oggi, se si fruga con occhio consapevole sotto la lucida vernice del regi.me, si scopre quali sono stati i risultati della tua dittatura, a quale degradazione ha portato il nostro paese l'opera dei tuoi istituti tirannici. Il popolo portoghese è avvilito, impaurito, ignorante, incapace ormai di reagire. Il livello di vita è il più basso di tutta l'Europa. L'unico sfogo alla nostra vitalità sono le famose tre " F ": fado, foot-ball e Fatima. Trentadue anni di regime poliziesco e di censura, di violazione costante del segreto epistolare, di sopraffazione fiscale, d'imposizione culturale, di ricatto e di minaccia hanno ridotto un popolo pacifico e gentile al rango di paria. Il Portogallo ha paura di te. Ma anche tu hai paura. Hai paura di Delgado, di me, di quell'altra dozzina di uomini che non ti temono e ti combattono. Hai paura di un attentato ma anche di molte altre cose. E tu sai bene quali. Tutti i ,principi morali sono stati ridotti sul piano del denaro. La tua amministrazione è la più oorrotta del mondo. Tu compri e vendi le coscienze e questo rappresenta il tuo ideale di autorità. Anche l'esercito è degradato al rango di polizia. CONTROCORRENTE

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