transustanziazione del corpo di Cristo. E tutto ciò, me lo sosteneva uno studente in fisica e chimica, ammettendo il miracolo di S. Gennaro perchè fa ribollire il sangue ogni anno. Che ne vuoi dippiù? Tu, colla tua rivista vai pubblicando il terrore e le devastazioni del genere umano, qualora qualche matto incomincerà a seminare bombe atomiche dall'alto mediante aeroplani. Ma ormai ben venga questa distruzione, anzichè vivere in un mondo così caotico, ipocrita e bugiardo sotto la maschera della civiltà. Saluti. PAUL PETRILLO Canfield, Ohio 27-12-1960 Alcune precisazioni (A tutti i giornali e riviste di tendenza libertaria o democratica, con preghiera di darne pubblicazione sulle proprie colonne.) A Pesaro, il giorno 13 corr. nel " Salone del Palazzo dellai Provincia", organizzata dal "Circolo Cultui,ale della Resistenza" intitolato ai fratelli Rosselli, ha tenuto la IV conferenza, sul tema "Trent'anni di Storia Italiana", il Prof. Sciorilli Borelli, parlando del periodo dellai lotta clandestina. L'oratore, dopo aver citato sommariamente alcuni attentati anarchici, che caratterizzarono l'inizio della lotta clandestina àn Italia, contro il regime fascista, (citando però solamente gli anarchici Lucetti e Zamboni, nella sua intera esposizione) finiva per dar molto maggior rilievo a quello compiuto a Bruxelles dal giovane socialista De Rosa, e concludeva su tale argomento dicendo che non potevano però essere gli attentati ,anarchici quelli che avrebbero potuto abbattere il fascismo" e che l'attività del Partito Comunista e del Partito Socialista, con una certa influenza del Movimento di Giustizia e Libertà, capeggiato da intellettuali, in una azione di fronte popolare, verso il quale anche Carlo Rosselli, in Francia, si era già mostrato favorevole, erano riusciti a trionfare giungendo cosi alla Liberazione. Questa in sintesi la conclusione fatta dal Prof. Sciorilli Borelli, che a sostegno della sua tesi, favorevole al frontismo, ha citato alcuni ex esponenti di Giustizia e Libertà e del Partito d'Azione passati, armi e bagagli, al Partito Socialista di Nenni, citando i Lussu, i La Malfa, i Cianca, Fausto Nitti ecc., dimenticando però che si trattava solo di anime in pena ... in cerca di 'Un cadreghino ! Dato che, in questa città di Pesaro, io sono l'unico superstite di " Giustizia e Libertà " che abbia preso veramente parte al movimento clandestino in Italia e successh,amente • in Francia e Spagna, terminata la conferenza, ho creduto bene di chiedere la parola e fare alcune precisazioni, non fosse altri per sventare la manovra di ntinimiz· zare, da una parte l'azione degli anarchici, e capovolgere dall'altra la posizione antifrontista avuta da Rosselli e da " Giustizia e Lib-ertà" in Francia. Ho replicato convenendo che "non certo gli attentati anarchici, da soli, avrebbero potuto abbattere il fascismo" ma mettendo in rilievo che questi gesti risoluti di uomini generosi, che spesso ci lasciavano la vita, 26 sono quelli che principalmente hanno, prima di ogni altro, contribuito a creare la Resistenza, incitando i pochi e veri antifascisti alla lotta clandestina. Ho dichiarato che, secondo me, sono stati proprio gli attentati di Lucetti, di Sbardel· lotto, di Zamboni, di De Rosa e di Schirru, oltre al volo di Bassanesi su Milano e quello di De Bosis su Roma (sfidando l'aviazione fascista) che ridiedero, di volta in volta, il coraggio, <ai pochi antifascisti decisi, di perseverare nella lotta, tanto che Mario Mariani, ii grande scrittore antifascista, concludeva scrivendo: " Vale per me, e pesa nella storia, molto più un fatto o un gesto rivoluzionario che centomila chili di carta stampata dai teorici del determinismo e del materialismo storico". Ed ho dimenticato di ricordare che a Parigi fu proprio in un atto, di sdegnata rivolta, che un ,altro anarchico, Ernesto Bonomini, con me internato al Campo di Rieucros-Mende (Lozère) con alcune rivolverate chiuse la bocca per sempre al ribaldo capo dei fascisti ·all'estei,o: Nicola Bonservizi. Per quanto riguarda l'atteggiamento del Rosselli e dei Gruppi di G. L. in Francia ho precisato che: Noi, di Giustizia e Libertà, eravamo pronti, come disse Rosselli a Togliatti, a fare l'unità d'azione sul terreno della lotta clandestina in Italia, ma non in Francia e all'estero, ove ognuno poteva mantenere inalterata la propria fisionomia politica e godere della propria libertà di parola; ciò sarebbe stato assurdo perchè avrebbe significato legarci in un patto comune che ci avrebbe impedito la libertà d'azione e la critica, in nome di un'unità solamente fittizia. Ho precisato anche che mai mi risultò che il Rosselli manifestasse idee frontiste coi comunisti, tanto che alle nostre riunioni, a Rue V•al de Grace, a Parigi, prese parte più volte Camillo Berneri (esponente del Movimento anarchico e amico di Rosselli) su invito dello stesso e mai vidi invece, a tali riunioni, un Nenni od un Togliatti; ho aggiunto infine che Carlo Rosselli è partito con noi per la Spagna, in compagnia degli anarco·sindacalisti; ,con essi e a fianco ad essi ha vissuto e si è battuto per tutto il tempo passato in Spagna, lasciando degli scritti che documentano ed esaltano il movimento anarco-sindacalista catalano, descrivendo il valore ed il coraggio dei combattenti, educati e cresciuti alla scuola di Francisco Ferrer, parlando degli esperimenti fatti in Aragona dai comunisti CONTROCORRENTE
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