Controcorrente - anno XVII - n. 23 - mar.-apr. 1961

In corsia le parve di stare un po' meglio. Si sentiva lucida di mente e questo le importava soprattutto. Al mattino dopo venne l'impiegata dell'ufficio per le generalità. Ma la Tosca risultava nata a Reggio Calabria nel 1919, e là residente. Un cognome, figlia di ... e della ... Segni particolari: niente. " Ma come mai è qui a Piacenza se abita a Reggio Calabria? " domandò l'impiegata. "Noi stavamo a Milano - rispose la Tosca - i miei andarono nel meridionale per ragioni di lavoro. Io dovevo in breve raggiungerli, ma poi venne lo sbarco degli alleati, rimasi tagliata fuori. Non posso avere notizie dai miei". ,. E come vive, che cosa fa? " - disse curiosamente la ragazza d'ufficio. "La sarta - rispose la Tosca - perciò andavo a Bologna. Ho delle clienti". Passò una infermiera, si fermò: "Basta, adesso. Non la faccia più ,parlare, signorina. E' una operata bisognosa di calma". Si allontanarono insieme lungo la corsia. "E' grave?" domandò l'impiegata. "Muore" rispose l'infermiera. Invece non mori quel giorno, nè i seguenti. Lottava per vivere, aveva a casa la mamma, una bambina piccola, e il marito soldato disperso, prigioniero chissà dove, ma lei sperava di rivederli tutti, ecco, specialmente la sua mamma e la sua bambina, a Bologna, vicine, tre ore di treno! Ci pensava di continuo quando la febbre era bassa, si diceva: H Non posso, non posso chiamarle. Dovrei dare il mio vero nome e l'indirizzo. E poi qualcuno potrebbe domandarsi perchè la mia carta di identità è falsa, trovare una traccia, sapere per chi lavoro". Aveva terrore di compromettere minimamente l'apparato militare cui apparteneva. Anche da prima le avevano dato tanti incarichi sempre portati a buon fine. In modo assoluto non poteva strappare neppure per un rpunto il tessuto duro e fragile della Resistenza. Se la febbre saliva, nella testa s'accendeva la girandola del delirio. Ma sempre rimaneva fissa, ostinata l'idea: "Non devo dire chi sono. Non posso chiamare nessuno ". La ferita non guariva, un po' era meglio, e un'ora dopo peggio. Un'altalena della morte, dove la 'rosea ci rimetteva ,piano piano la sua vigoria, calava di forza ad ogni assalto del male; aveva fatto la faccia piccola, gli occhi scavati, specialmente nella luce del primo mattino le infermiere se ne accorgevano. Dopo la visita, il primario scuoteva la testa, diceva con gli assistenti: "Non ce la fa". Una sera che la Tosca stava male venne la suora del reparto. . Non era cattiva, comprendeva le sofferenze, i malati le volevano bene. Si sedette vicino al letto, nella penombra delle lampadine già abbassate per la notte, disse: 0 Signorina, non vorrebbe domattina ,parlare col reverendo padre?". "Non ho niente da dire al reverendo padre - rispose la Tosca - e poi, non credo di morire". "Lei guarirà certamente - disse la suora - ma intanto non si potrebbe far venire qualcuno dei suoi, un parente, un'amica, solo per farle compagnia?". La Tosca taceva, stordita dalla febbre. Per farle compagnia? La sua mamma? La sua bambina? Le parve come un sogno, che entrassevo nella sala, la bimba per mano aJla nonna. Le lacrime le scendevano sulla faccia, era sveglia e cosciente. "Non si può, suora, tutta la mia famiglia è a Reggio Calabria, io non ho fatto a tempo a raggiungerla, sono rimasta di qua daJla linea". Ebbe paura di parlare troppo, fece come se dormisse. (E la suora se ne andò in silenzio.) AJla mattina la Tosca peggiorava ancora. Il primario aJla visita se ne accorse al primo sguardo. "Non ha nessuno, signorina, da chiamare presso di lei? ", le chiese con riguardo. " Sto per morire, vero, professore? - disse la Tosca. - Ho capito. Ma proprio non ho nessuno". Con il lembo di vita che le rimaneva, cercò di ricordare i visi della bimba, della mamma, del marito. Li vide in una nebbia soffice. Li salutò. Poi iperse Ja conoscenza, e verso sera, sola, morì. Renata Vigano' Al prossimo numero: MARIA GIACOBAZZI IL MASSACRO ALLE ARDEATINE Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, un grosso reparto tedesco, che sfilava per via Rasella i11 pieno assetto di grterra, cantando inni nazisti, fu attaccato da ,Iue " Gritppi ,li azione patriottica ". Una potente bornba fu fatta esplodere clentro rui carretto nietallico da spazzino. subito dopo, la colonna fu assalita con bom.be da ,nort.aio, tras/orntate in granate a nticcia; trentadue tedeschi ri111asero uccisi. Tutti gli attacctuiti· riuscirono a ritirarsi in per/etto ordine. senza 11en,nieno un.a scalfittura, perchè gli hitleriani superstiti, 11aralizzati dal terrore, furono incapaci di reagire. La printa rappresaglia si scatenò contro la strada ste&JJa dove l'attacco aveva avuto luogo. "Tutte le case, tutti i 11egozi, tutte le private abitazioui, le so/ fi.tte, le autorimesf(.e e le can.tiue di via Rasella e tielle altre strade furono invase dai tecleschi e tlai Jascisii con. i niitra e le rivoltelle alla nu,no, che niisero tutto n soqqrtadro, devastando ogni rosa ed arrestautlo gli abitanti i11Prn1i ed estranei al conflitto, ol.tre a coloro che ebbero In disavventara di transitare in quei paraggi. Furono trascinati nella strada uoniini di ogni etti . .• ( A. 111.S,mtacroce, La slrnge delle Cave Ardeatine, luglio 1944). APRILE 1961 17

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