di Prezzolini " che però non era tanto effetto di confusione logica quanto "di abdicazione morale" la "ricomparsa di un'antichissima stanchezza italica sublimata da formule pseudo filosofiche tristi e vane". Dopo di allora, Prezzolini fu fascista; e lo fu nel modo forse peggiore, cioè senza vera e intima persuasione, e purtuttavia propagandista di fascismo - sotto le mentite spoglie di una difesa dell" italianità" - negli Stati Uniti, dove si era trasferito. Prezzolini non ha il diritto di scrivere, come ha fatto nel suo articolo: " Ridurre, come fa Paolo Alatri, la Voce ad un problema di partito, mi pare un grosso travisamento". Non ne ha il diritto, perchè, come credo risulti chiarissimo anche dalle poche e brevi citazioni che ho fatto di quella mia recensione, mi sono ben guardato dal ridurre la "Voce" a un problema di partito. Ma io ho il diritto, per illustrare una vicenda dalle complesse ramificazioni, ricordare qual'è stato il cammino di chi diresse quella "Voce" di cui si parla. Paolo Awtri "Il Paese", 28 marzo 1961 Caleidoscopio Italiano Giuse,ppe Prezzolini, basta col ridere e col deridere. Basta con la beffa perugina. Basta con la parrucca ed il codino della marionetta. La vostra risata di morto ci urta i nervi e lo stomaco perchè noi siamo ben vivi ad abbiamo ben vissuto la nostra ora. La malignità paesana, la derisione della nostra italianità che costa sangue, la goccia di fiele impotente e un po' codarda che lanciate dal fetido " Borghese ", di tanto in tanto contro i morti e contro v1v1 rispettabilissimi che hanno sempre combattuto per la libertà e non come voi che - secondo il vento che spira - sapete drappeggiarvi nel tricolore italico o nei gagliardetti neri dal teschio di morto, ci da fastidio! A voi che siete rimasto il " babau" della maschera futurista vi invitiamo a chiudere la bottega delle ciarle e a ringoiare il pietoso filo della bambagia liquida e state sicuro che fra cento anni l'Italia 010n verrà a cercare il vostro fonte battesimale, il letto della vostra camera per inaugurare una lapide commemorativa per additare ai posteri che li riposa Giuseppe Prezzolini il più ridicolo buffone italiano! • • • Jean Jacque Pauvert è l'editore coraggioso numero uno della Francia. Attualmente vq pubblicando una serie di libri di " erotologie" veramente interessanti. Abbiamo ricevuto ultimamente, con non poca noia della dogana italiana, la "Metaphysique du strip-tease " e siamo rimasti senza fiato nell'ammirare questa pubbl,icazione. Il testo è trattato scientificamente e socialmente, in modo mirabile. Le illustrazioni nitide, son ben riuscite. Nel congratularci con questo intelligentissimo alfiere della editoria parigina per il suo non comune contributo che dà alla vasta gamma scien· tifica della " sessuologia" che oggi rappresenta la prima tappa dello spirito dell'uomo contemporaneo non possiamo fare a meno di incoraggiare la divulgazione di queste opere anticonformiste che meritano il maggior successo. • • Nel numero di "Sophia" quello del primo trimestre del novecentosessantuno abbiamo letto alcuni articoli a firma dei filosofo carmelo Ottaviano, direttore della rivista. Non abbiamo mai conosciuto in questi ultimi tempi un filosofo come Ottaviano che, a differenza degli altri, combatte apertamente e coraggiosamente tutti i trionfatori dell'ora. A Carmelo Ottaviano vada da queste colonne il saluto degli uomini liberi d'Italia che combattono contro ogni setta teocratica e bolscevica. E con l'augurio che in un prossimo domani sarà al nostro fianco per la grande battaglia in nome della libertà. • • • Sul nostro tavolo di lavoro è giunto il volume di Giovanni Pioli dal titolo: " Per l'abolizione della guerra ". Abbiamo dato lettura di un centinaio di pagine e ci siamo accorti subito di aver da fare con un pacifista, con un quacchero che ha assimilato molto bene le idee del Fox. Sarebbe bene, però, che i movimenti pacifisti con la " P " maiuscola e non quelli che si mascherano di pacifismo e nascondono, ai gonzi, il loro vero volto di sterminatori di popoli oppressi, dassero in Ital;a un incoraggiamento a questo vecchio autore che a gravi costi pubblica continuamente volumi del genere. Noi non siamo degli obiettori di coscienza, siamo degli uomini liberi che avversiamo la guerra moderna la quale non ra,ppresenta altro che distruzioni, lutti e miserie. Domenico Falco Napoli, Aprile 1961 CONTROCORRENTE da noia a piu' d'uno. Il suo linguaggio e' risentito. Non ha peli sulla lingua. Non misura i colpi di frusta. I mascalzoni sentono che c'e' qualcuno che li Uene d'occhio. Il nostro taccuino e' pieno di annotazioni. I caporali di Mussolini saranno ricordati. E' questione di tempo. APRILE 1961 13
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