ganda e col suo lavoro le basi della presente società siciliana, impiantata sulle clientele politiche che fanno capo a Roma o che fanno capo a Palermo, sul controllo della vita locale esercitato dalla chiesa o dalla maffla, può aprire una porta che non si saprà più chiudere facilmente, può provocare una eruzione che accrescerà le difficoltà del mondo occidentale. • • • Per questo non sorprende affatto l'attacco a cui Dolci è stato soggetto dalla stampa italo-americana. Non sorprende neppure il commento, molte volte sentito, pronunciato perfino da persone di buona volontà, che per l'opera di Dolci avevano espresso simpatia o per lo meno comprensione in altri tempi, che Dolci dovrebbe attenuare la sua ripetuta critica all'ordine costituito, dovrebbe soffocare le sue denuncie della maffla, delle gerarchie siciliane di ogni sorte. Che egli sia poi stato soggetto a boicottaggio e molto sovente ad aperta opposizione delle autorità italiane in America sta solamente a provar(1 che per le popolazioni immiserite dell'Italia meridionale, in generale, non possono riporre alcuna speranza di decisivo sollievo attraverso a provvidenze di autorità. Queste possono diventare una carità: nella loro essenza quindi corrotte e corrompenti, ma solamente la educata autodeterminazione di chi ha finora sofferto può effettivamente risolvere il problema della depressione morale e economica di vaste aree. Questo non è solamente un problema italiano. E' un ,problema universale. • • • Passando ora ad un argomento più leggero, possiamo ricordare che negli stessi giorni in cui Dolci viaggiava in America, o poco dopo, le colonie italiane sono state invitate a partecipare alle celebrazioni per il centenario della proclamazione dell'unità italiana. Qui in Boston l'occasione è stata La "Voce" e il fascismo RISPOSTA A Tra le molte decine di recensioni che il suo Tempo della "Voce" ha avuto nelle riviste e nei giornali italiani, Giuseppe Prezzolini mi ha fatto l'onore di scegliere proprio la mia, apparsa su questo giornale il 4 marzo, per dedicarle un lungo articolo che, spedito da New York dov'egli risiede, è stato pubblicato contemporaneamente, il 22 marzo, dal " Tempo " di Roma, dalla "Nazione" di Firenze e dal "Resto del Carlino" di Bologna. L'articolo di Prezzolini è intitolato La "Voce" e il Fa.scismo e comincia sostenendo che lo avrei voluto "dimostrare che le tendenze dei collaboratori di quel periodico (la "Vioce", appunto>, che sta tornando alla luce, dopo cinquanta anni di dimenticanza, erano fasciste". Poco APRILE 1961 celebrata da un discorso di De Martino, ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite, e in altri tempi ministro degli esteri italiano. Spiacque a chi scrive di non aver potuto attendere alla cerimonia a Faneuil Hall e ascoltare il discorso del ministro italiano. Per quanto gli risulta, De Martino si comportò in quella occasione molto degnamente. Il suo discorso, privo di fronzoli nazionalistici, apparve un richiamo a buon senso. Il processo dell'unità italiana venne presentat.o molto saviamente come un passo verso la più grande unità umana. E per questo non possiamo che essere riconoscenti a De Martino. Ma il discorso fu seguito da un pranzo, a cui naturalmente i prominenti italiani facevano buona mostra. Il conto per il pranzo ammontava a quindici dollari per persona. Proprio pochi giorni prima Dolci ci aveva detto che molte famiglie siciliane arrancano con un reddito medio annuo inferiore ad un dollaro al giorno. Da Dolci e da molti altri sappiamo che istituzioni educative, ospedali, ricove,ri hanno equipaggiamenti primitivi. Molti degli ospedali (ed essi non sono molti in numero) della Lucania o della Calabria non conoscono apparecchiature moderne di radiografia, di cardiologia: anzi essi non dispongono neppure di uno di questi apparecchi, anche di tipo antiquato, di una autoambulanza. Non sarebbe forse stata la celebrazione del centenario dell'unità italiana una buona occasione per non mettere in mostra il successo e l'opulenza degli italiani che ebbero la fortuna di emigrare a tempo in America ed invece di dimostrare in termini positivi, 'traterni, la solidarietà colla patri~ di origine dedicando ad una qualunque d1 queste povere istituzioni un dono atto a aiutarla a sollevare sofferenze? Che proprio la celebrazione dell'unità d'Italia !}On potesse essere ricordata che dalla considerazione " Facciamoci una buona mangiata?" Davide Jona PREZZOLINI più avanti Prezzolini si chiede: "Come si fa a dire che i vociani furono fascisti? Prima di tutto il fascismo non esisteva a quel tempo e nessuno se lo immaginav~. Fu una invenzione del dopo Voce"; e poi, prosegue Prezzolìni. come si farà a calcolare se i " vociani " furono in prevalenza fascisti? In base al numero? o al valore e al peso degli individui? E, per un Papini, un Gentile o un Soffici, che furono fascisti, cita Salvemini, Croce e Amendola che furono antifascisti. Nel suo corpo centrale, l'articolo di Prezzolini è tutto inteso a dimostrare che tra i "vociani" furono uomini di tutte le tendenze politiche, che la "Voce" non fu un periodico politico, e che perciò fu alle fonti cosl del fascismo 11
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