Controcorrente - anno XVII - n. 21 - nov.-dic. 1960

Lo scandalo Melone LITE IN "Ignorante, cretino, imbecille!" ha rim- 'beccato il questore di Roma alle rimostranze del vigile Melone, che ha dovuto inseguire la "Giulietta" di Marzano per oltre un chilometro, ,prima di notificargli ben tre infrazioni del codice stradale (sorpasso vie• tato, mancata precedenza all'incrocio e disobbedienza all'ordine di fermarsi). - Sono le parole più tenere del vocabolario degli sbirri e non sarò cosi ingenuo, da pretendere che un funzionario di P. S., all'apice della sua carriera, impari, tutto d'un tratto, una cosa (per lui) fantastica, irreale, trascendente: la cortesia. Dopo il tramonto del fascismo, i governanti di questo bel paese non parlano più dei "Colli fatali ", non rivendicano più la loro origine da Romolo e da Giulio Cesare, non insistono più su: "Roma - madre della civiltà". Tuttavia, il lupe (anzi, "il figlio della lupa") perde il pelo, ma non il vizio. Ed ecco, gl'improvvisati democratici (ieri fascisti, o tirapiedi dei fascisti, o complici del fascismo, o compiacenti profittatori del fascismo, o passivi conniventi e correspon· sabili del regime) atteggiarsi a paladini del diritro, proclamarsi successori di Giustiniano e di Cesare Beccaria, blaterare fino alla nausea che l'Italia (democristiana!) è "uno Stato di diritto e non uno Stato di poliz:a ", come le aborrite dittature. I poveri illusi, che ci credevano, sono rerviti: un alto funzionario del ministero dell'interno (il questore non fa ,parte della polizia giudiziaria, secondo il R.D.L. n. 690 del 31.8.1907 art. dal 32 al 42 e il R.D. n. 725 del 31.8.1907 art. dal 105 al 122) ha "oltraggiato" un pubblico ufficiale (esattamente come previsto nel l.o capoverso dell'art. 341 del C.P.J. il quale è, per giunta, un agente della polizia giudiziaria (art. 221, 2.o capoverso, del C.P.P.). Naturalmente il vigile fu punito su richiesta del questore (che ha aggravato cosi il proprio reato, secondo i comma 8 e 9 dell'art. 61 del C.P.), il quale si premurò inoltre di violare il segreto di ufficio (1.o capoverso dell'art. 326 del C.P.) avendo consentito di pubblicare le notizie riservate, per diffamare la famiglia del vigile (altra aggravante, prevista dal comma 2.o del già citato art. 61 del C.P.). Ho voluto sottolineare la parola "naturalmente", perchè non mi sono mai illuso sulla vera natura di questa "repubblica democratica fondata sul lavoro" ... E se gli illusi di professione si ostineranno ancora di chiamare l'attuale Italia "uno Stato di diritto", - rivolgerò loro questa semplice domanda: "Di quale diritto f " Per me la risposta è ovvia: Del "diritto" ... del più forte! • • • Richiamandomi al proverbiale " fico secco", ho il dovere di precisare che a me, personalmente, non interessa proprio nulla 8 1'11.MIGLIII. di questa ridicola zuffa in famiglia tra la sbirraglia romana. Un "pizzardone" vale un questurino, chè sono entrambi: "cust'odi della legge e dell'ordine". Ma sappiamo benis.,imo, che la legge di questa società non è dissimile dalla "legge della giungla", - e che " l'ordine costituito" è semplicemente la difesa dell'attuale disuguaglianza, ingiustizia e sopraffazione. Perchè allora dobbiamo commuoverci, se - per una volta almeno - le tenerezze del linguaggio poliziesco non si sfogarono contro il "libero cittadino", loro obiettivo quotidiano, ma rimasero ... in famiglia? - L'unica ragione della meraviglia generale sarebbe il fatto, che - a scopo della dominante ipocrisia - i panni sporchi della polizia ... fossero lavati in pubblico. Lo spettacolo, non nego, è riuscito divertente. Ma quanto a me, purtroppo sono debole di stomaco e il "profumo" dei panni sporchi (sia pure dei poliziotti) m.inaocia di provocarne una pericolosa ... rivoluzione! "Come?! - esclamerete voi, indignati - Per un fattaccio del genere, disgustoso e ridicolo, che non t'interessa affatto, perdi il tuo tempo e poi ce ne fai perdere il nostro, rimproverandoci perfino d'interessarcene?" - Avete ragione, compagni, mille ragi'Olli se volete (chè spero di trovare almeno mille lettori per questa mia prosa scanzonata). Ma cosa ci volete fare? Ho 'sta maledetta abitudine, come certi animali selvatici: non vado mai dritto allo scopo, senza aver fatto prima almeno una puntata in direzione opposta! E' un viziaccio, d'accordo, penoso per me e fastidioso per altri; ma cosa si posso fare? Ormai ce l'ho nel sangue. • • • Ed ecco finalmente, dopo tanti giri, il vero fine del mio discorso. Sono arciconvinto che il commendatore " in oggetto " ha compiuto le sue gaffes a causa di due circostanze, estranee alla sua volontà, di cui una almeno avrebbe potuto neutralizzare, se ne fosse stato a conoscenza. La prima è il solleone: l'afa e la canicola rendono l'uomo irascibile e diminuiscono la sua capacità di dominarsi. L'altra è il climaterio (come dicono i medici) che è quell'età "critica" o di transizione fra l'età media e la vecchiaia, in cui quasi tutte le donne (ma anche molti uomini) soffrono dei disturbi <più svariati; tra questi sono i più frequenti - gli squilibri nervosi e mentali. Sono questi, che il questore Mar• :tano avrebbe potuto evitare o almeno attenuare. se si fosse rivolto, In tempo, ad un medico competente. Ma egli certamente non cercò la vera causa del suo nervosismo (come fa, del resto. la stragrande maggioranza dei "commendatori" suoi pari) e ne attribui la colpa, di volta in volta: alle "grane" dei CONTROCORRENTE

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