Enzo fu uno degli animatori delle grandi lotte sostenute dal Sindacato Ferrovieri fino al 1923. Costretto a riparare in Francia, egli non si arrestò un momento solo nel continuare la lotta contro il fascismo, per la libertà. Delle sue attività in Francia mi occuperò estesamente in altra sede, ad altro tempo. Fu tra i primi a recarsi a combattere in Spagna e lasciò quel paese soltanto dopo che il tiranno Franco ,era riuscito ad affogare nel sangue la rivoluzione. Ritornato in Francia riprese a lavorare come aveva sempre fatto per guadagnarsi da vivere. Da l'invasione nazista riuscì a svignarsela da!la ret,e tesa dagli sgherri di Petain e Lavai e, invece di essere internato si iscrisse ad una delle prime formazioni della "Resistenza Francese", i "Maquis". Anche quando più tardi la polizia nazista Frammenti di storia (S$) lo cercava e lo reclamavano dal capo della locale polizia francese (il quale a rischio della propria vita mai ne rivelò il nascondiglio), Enzo continuò a combattere le orde Hitleriane finchè arrise la vittoria. Ritornato in Italia a fin di guerra egli fu riassunto al servizio de!le Ferrovie e più tardi pensionato con pieni diritti, come se i venti anni di esilio li avesse passati in servizio. Ha continuato a dare la sua attività al movimento anarchico flnchè il male che in ultimo l'ha ucciso lo ridusse un invalido. Se questo breve ricordo de!lo scomparso sente un poco di " personale" è perchè chi scrive ha voluto dare il suo ultimo tributo al compagno ed all'amico buono ed affettuoso. H.R. Schiavismo valicano Dovremmo dunque credere (infallibilmente!) che la Chiesa " ha sostenuto le richieste dei lavoratori"? Ma contro chi? Contro i padroni? Questa è una " balla" talmente gros.a che ci sta dentro tutto il globo terrestre. Cesare e Piero si sono talvolta bisticciati tra di loro per ragioni temporali, ma nel tenere soggiogati i lavoratori sono sempre andati d'accordo. La storia della Chiesa è aperta per tutti, a smentire l'affermazione papale. Come si è comportata, ad esempio, in raipporto a!la schiavitù, mentre di questa vanta l'abolizione come proprio merito? Nel collettivismo delle prime comunità cristiane non brillava e non pesava sulla miseria del "gregge" il lusso dei gerarchi cattolici, ma tutti erano uguali, tutti erano poveri come Crib--to. Dicono gli "Atti degli Apostoli·•, al capitolo IV, versetto 32: "La moltitudine di coloro che avevano creduto, aveva uno stesso cuore e una stessa anima, e niuno diceva alcuna cosa, di ciò che egli aveva, essere 1SUa:ma tutte le cose erano fra loro comuni". Che cosa hanno fatto invece i !l)Ontefici duranti tanti secoli? Non esiste un solo Decreto, una sola Bolla, una sola Enciclica, che deprechi e condanni la schiavitù, non un solo provvedimento dello Stato Pontificio per la sua abolizione. Ma vi è di più. Ecco papa Clemente V. che nel 1309 si trova in contrasto con la repJJcbblica di. Venezia per il possesso della 20 città di Ferrara, sulla quale entrambi i contendenti vantavano diritti. La questione non era dunque celeste, ma terrena, non spirituale, ma temporale. Ebbene, Clemente V, non riuscendo a spuntarla, lancia una violentissima Bolla di scomunica contro i Y,eneziani. Il papa li dichiara infami; dichiara incapaci i loro figli fino alla qu,artn generazione, di ogni dignità ecclesiastica e secolare; dichiara confiscati i loro beni in ogni pa1-te del mondo; e, infine, dà la tremenda facoltà, ad ognuno, di fare schiavo qualunque veneziano " che lor capitasse nelle mani nell'universa terra". Di questa facoltà si valsero immediatamente i "cristiani " europei a danno dei commercianti vene:llÌani, specialmente nella Francia e nell'Inghilterra. Sessantasette anni dopo, nel 1376, ecco il papa Gregorio XI accusare i Fiorentini di avere fomentata la ribellione di Bologna alla dominazione della Chiesa. Anche questa non era. una questione celeste, ma terrena, non spirituale ma ,temporale. E questo papa imitò il gesto odioso di rpapa Clemente V: scomunicò Firenze e singolarmente i suoi magistrati, accordando a chiunque la piena facoltà di impadronirsi impadronirsi della ricchezze dei Fiorentini che si trovassero in qualunqti,e parte dell'Europa; non solo, ma anche la facoltà di confiscare le loro mercanzie ed ogni loro avere, e di arrestare e vendere le loro persone come schiavi. Tutto ciò strappa accenti di deplorazione CONTROCORRENTE
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