Donne della resistenza IOLE BARONCINI Alle donne di Bologna è dedicata questa memoria di donne cadute come soldati in guerra per la Resistenza. Serva la loro testimonianza a rendere più estesa la lotta, più libera la strada verso la vittoria di un ordine nuovo, di pace, di lavoro e di libertà, non lontano ormai nell'avvenire. 3 Il maggiore tedesco arrivò nel suo ufficio della Kommandantur una mattina di febbraio che faceva un freddo tremendo. L'inverrro del 1944 non fu certamente mite. Lui, per suo conto era accigliato e stanco, la sera prima aveva fatto tardi per diverse cause che non servivano al benessere del suo fegato nè dei suoi reni. Avrebbe preferito stare a letto all'albergo, sorbire una tazza di latte caldo e aspettare il pomeriggio per sentirsi meglio. Impossibile. Stava dirigendo in quel momento un mucchio di pratiche preziose. I fascisti della repubblichina lo servivano_ a dovere,_ tanto a dovere che lui stesso, nazista crudelissimo, fanatico della ·•razza eletta ", i;ierò .uom<? di cultura nella vita normale, risentiva di loro un leggero disprezzo. Infatti guardò di sbieco il sottufficiale della G.N.R._ che, dopo un riverente battere alla porta, si presentò sull'attenti alla sua immensa scrivania. L'interprete anche era entrato, un povero diavolo poco sicuro tanto del suo tedesco che di quello che stava combinando in quella misteriosa e malsicura residenza della Kommandantur. Attraverso le parole oscillanti dell'interiprete e un foglio redatto in dubbio italiano dal sottufficiale, venne fuori la prima notizia importante deHa gioi:nata. Mediante informazioni sicure s1 era intervenuti a perquisire la casa dell'operai_o Baroncini in servizio alla O.A.R.E., sta.bi· limento ~ilitare, dove l'operaio suddetto era stato sorpreso a distribuire propaganda antitedesca e antifascista. La perquisizione aveva dato esito positivo. A conforto della sua elaborata ·prosa, il sottufficiale prese fuori dalla borsa un grosso pacco, lo mise sull'angolo del tavolo come avesse paura che ipuzzasse offendendo le narici del maggiore prussiano. "Qui, q_ui", disse invece lui impaziente, e svolse 11 pacco. Erano fogli piccoli, sottil!, di_ogn\ f3:ttura: stampati, dattilografati, c1clostilat1. Li passò tra le mani: gliene venne qualcuno dove, in fondo al posto della firma, era scritto in penni a lettere maiuscole: "Morte al tedesco invasore", oppure "Viva l'Italia". Il maggiore rifece il pacco, lo porse all'interprete per la traduzione, e cosi lo sistemò a lavorare fino a notte. " Come 16 essere famiglia?" chiese il sottufficiale. " Padre, madre, tre figlie " rispose, e lui capi senza l'mterprete. "Rausch" -· disse - " Lagers Deuschtland ". Prese una carta, riempì il modulo di un ordine, firmò lo diede al sottufficiale con un gesto sta~co. I due scomparvero all'indietro, ognuno per la sua faccenda. La porta fu richiusa. E si richiusero gli sportelli dei carri bestiame dietro la famiglia Baroncini al completo, tutti e cinque mezzi morti di freddo per essere stati tante ore ad aspettare il treno fuori di un casello ferroviario qualche chilometro dalla stazione di Bologna. Li cacciarono dentro fitti come le bestie in viaggio al mercato. Molti si lamentavano e piangevano, chi veniva da lontano, stretto nell'indecente spazio fino dal giorno prima si sentiva meno chè ormai gli mancavano la voce e il flato. C'erano anche dei bambini, e quelli urlavano invece più forte. I bambini, con i loro ipolmoni e cuore ed altri organi ancora freschi e nuovi, sono gli ultimi a tacere. E' brutto che tacciano. Spesso lo fanno soltanto quando stanno per morire. Davanti alle testimonianze di quell'immensa, incondizionata "organizzazione della morte" costituita dai nazisti non manca al di là dell'orrore, il senso dl una avvilit~ meraviglia. Ed è anche vergogna: ad un certo momento, per queste cose compiute da uomini, ci si vergogna della razza umana. Oggi molti si abbandonano ad una sorta di incredulità, come se non fosse possibile che per anni interi un e.5ercito abbia continuato senza causa ad uccidere milioni e milioni di persone, aggiungendo al terribile mestiere della guerra di sterminio in massa di intere popolazioni inermi, un lavoro faticoso e dispendioso dove senza iprofltto ci rimetteva l'onore. Invece l'ha fatto: l'enorme documentario presta fede, ne è stato raccolto piuttosto in meno che in più, saranno accadute chissà quante cose orrende, S?li presenti i criminali e le vittime, e quelh non vollero e queste non possono parlare. Ebbene, cerchiamo di ricordare tutto_ l'immenso dolore che sappiamo, di cui son rimaste le prove provate: e che la sconfinata moltitudine perd•Jta innocente nei lagers tedeschi non muoia una seconda volta a causa della dimenticanza. CONTROCORRENTE
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==