Controcorrente - anno XVII - n. 21 - nov.-dic. 1960

domani all'alba ero sulla via in cerca di lavoro. - Hai lavoro per me? - chiesi ad un ''fioreman''. -- No: non ho lavoro neppure per i vecchi operai. - Vedendo la impalcatura per li "concrete", gli chiesi quando cominciava a farlo. - Dimmi quando arriverà il cement-o, ch'io ti dirò quando incominceremo. Crepi l'avarizia, dicevo a me stesso rincasando: ho lavorato tutto l'inverno, presto comincerà la pesca, ebbene voglio svagarmi un poco in questo margine di tempo. Poco dopo una lettera dell'amico e compagno Sacco, m'invitava ad andarlo a trovare presto perchè, essendo morta la madre, intendeva bornare in Italia. Essendomi recato a Boston la domenica 2 Maggio, il lunedl seguente andai a trovar Sacco. Il 5 maggio fui arrestato, mentre insieme a Sacco si t-ornava da Brockton. Dopo undici giorni di processo fui trovato colpevole. Il 16 agosbo venivo condannato a 15 anni di galera, per un delitto che non avevo commesso! Frequentai le scuole dai sei ai tredici anni d'età. Amavo lo studio con passione vera. Nei tre anni passati a Cavour, ebbi la fortuna di avvicinare qualche dotta persona. Leggevo tutti i giornali che mi capitavano fra le mani. Il mio principale era abbonato ad un Ebdomadario Cattolico di Genova. Ero allora cattolico fervente. A Torino non frequentai che compagni di lavoro, giovani di bottega ed operai. I miei compagni di lavoro si dichiaravano socialisti e, beffeggiavano la mia religiosità chiamandomi bacchetbone e bigotto. Un giorno feci baruffa con uno di loro. ' Ora che del socialismo conosco tutte le scuole m'accorgo che oostoro non sapevano neppure li significato della parola socialismo. Si dicevano tali per simpatia al De Amicis e per spirito del luogo e del tempo; tanto è che ben presbo anch'io incominciai ad amare li socialismo, senza conoscerlo, e a credermi socialista. Tutto sommato, Il grado d'evoluzione di quella cittadinanza, mi fu benefico e mi migliorò assai. L'umanismo e l'eguaglianza dei diritti cominciò a far breccia nel mio cuore. Lessi il "Cuore" di De Amicis, e ipiù tardi I ''Viaggi" e gli "Amici". A ca.sa vi era un libro di St. Agostino. Di esso non ml rimase In mente che questa sentenza. - Il sangue del martiri è la sementa della libertà. - Trovai anche I "Pro12 messi Sposi" e lo lessi due volte; infine trovai una impolverata "Divina Commedia•·. Ahimè! i miei denti non son fatti per tal osso; tuttavia m'accinsi a rosicchiare disperatamente e credo, non inutilmente. Negli ultimi tempi di mia dimora al paese natio imparai molb:>dal Dr. Francia, il chimico Scrimaglio ed il veterinario Bò. Già comprendevo allora che, la piaga che più strazia l"umanità è l'ignoranza e la degenerazione di sentimenti naturali. La mia religione non aveva più bisogn.:> di templi, altari e preghiere formali. Dio era per mc Essere spirituale perfetto, spoglio da ogni attributo umano. Nonostante che m,o padre mi dicesse sovente che la religione era necessaria per tenere a freno le passioni umane e consolare l'uomo tribolato, io scuotevo Jl capo tra il sì ed il no. In questo stato d'animo varcai l'Oceano. Arrivato qui, provai tutte le sofferenze, le disillusioni e gli affanni, inevitabili per chi sbarca ventenne, ignaro della vita e un pò sognatore. Qui vidi tutte le brutture della vita, tutte le ingiustizie, la corruzione, il traviamento in cui brancica tragicamente l'umanità. Ad onta di tutto riuscii a fortillcarmi fisicamente e Intellettualmente. Qui studiai le opere di Pietro Kropotkin, di Gori, di Merlino, di Malatesta, di Reclus. Lessi il "Capitale" di Marx, i lavori di Leone, di Labriola, il "Testamento" politico di Pisacane, i "Doveri" dell'uomo di 1'-1azzini I:? molte altre opere d'indole sociale. Qui lessi i giornali di ogni frazione socialista, patriottici o religiosi, qui studiai la "Bibbia" la ''Vita di Gesù" (di Renan) e il "Gesù Cristo non è mai esistito" (di Milesbo), qui lessi la storia Greca e R,omana, le Crociate, due compendi di Storia Universale, la Storia degli Stati Uniti, della Ri\-oluzione francese e di quella Italiana, studiai Darwin, Spencer, Laplace e Fiammarion, ritornai su la "Divina Commedia" su la "Gerusalemme Liberata", singhiozzai con Leopardi, lessi i lavori di Victor Hugo, di Leone Tolstoi, di Zola, del Cantù; le poesie di Giusti, di Guerrini, di Rapisardi e del Carducci. Non credermi un'arca di scienza lettore mio; il granchio sarebbe madornale. La mia istruzione fondamentale fu troppo incompleta, e la mia forza mentale non è sufficiente per sfruttare ed assimilarsi totalmente sl vasto materiale. E poi devi considerare che studiai lavorando duramente e senza comodità alcuna. Allo studio però CONTROCORRENTE

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