~ONTRO~O DECEMBER 1960 ---=====--- •
• Abbiamo sul marmo, composti da tempo, alcuni giudizi di compagni sull'opera nostra. In essi è espresso liberamente il consenso di alcuni interessati nella propaganda come lo siamo noi. E' S'liperfluo dire che apprezziamo immensamente queste espressioni di approvazione e di incoraggiamento. Il nostro maggiore desiderio è di arrivare a quanti più lettori è possibile Ai nostri compagni chiediamo di aiutarci a circolare. E' superfluo aggiungere che se il deficit fosse eliminato potremmo fare molto meglio . • ARTURO MADRIGRANO, Bronx, N. Y. - "Caro Felicani: ... In questi ultimi giorni mi accorsi che ero colpevole verso " CONTROCORRENTE " di aver trascurato di mandar la mia modesta contribuzione, ma come si suol dire, meglio tardi che mai. Accluso alla presente troverai un check di dollari 10.00, con l'augurio che altri com· pagni che abbiano trascurato come me facciano meglio del sottoscritto ... E' un vero peccato che "CONTROCORRENTE " non può uscire mensilmente, per meglio strigliare i nemici dell'umanità, e particolarmente il nemico numero uno, il prete. Oggi poi che per volere dei nostri democraticissimi Anglosassoni, i preti sono diventati così arroganti nella terra di Salvemini, da non credere di vivere nel ventesimo secolo ... A proposito dell'impostura religiosa, dietro mio consiglio il compagno Dott. D. Pastorello ha scritto un opuscolo che voglio spedirti contemporaneamente alla presente. Ne abbiamo fatte stampare mille copie, che si spedisce franco di porto a chiunque ne fa richiesta al sottoscritto. Se "CONTROCORRENTE " vuole posso mandarvene un centinaio di copie. Potrete stabilire un prezzo, se volete, che potrebbe andare a beneficio della rivista. Saluti e cordialità" . • JOHN CALVI, Glen Ridge, N. J. - "Caro Felicani: Dopo lungo tempo compio il dovere di inviarti un vaglia per la rivista. Date le mie circostanze d'età e difficoltà ecorromiche, fra non molto dovrò fare ritorno in Italia. Quando verrà il giorno che dovrò lasciare, mio malgrado, gli Stati Uniti, ti terrò informato per evitare che vadano perdute copie della pregiata rivista. Come vedi il mio contributo è modesto, ma se potrò, in seguito farò del mio meglio per aiutare a ll)rolungare la vita di "CONTROCORRENTE". Tanti saluti e auguri" . • NATALE ZILIOLI, Detroit, Michigan - " ... Sono appena ritornato da una visita in Italia e trovai numeri passati di "CONTROCORRENTE". Grazie, sto godendoli anche in ritardo . • LUDOVICO GUARNASCHELLI, Windsor (Ontario) Canada - "Caro Direttore: Mi sento un dovere impellente di scrivervi. Ho ricevuto ancora l'altro giorno la vostra rivista e ripeto che mi abbonerò. Se questa non fosse stata la mia intenzione l'avrei respinta perchè anche se non mi interessasse, non è onesto buttarla nel cestino. "CONTROCORRENTE " è troppo preziosa. Mai nella mia vita ho visto un foglio cosi sferzante contro la feccia fascista. E' bella, umanitaria, sincera ... Bravo compagno Felicani, continua a sferzare contro i clericali e i fascisti, eterni nemici del progresso e della verità. Il mio abbonamento è inteso per il 1961, invierò qualche cosa in più per i numeri inviatimi gentilmente extra. Grazie e voti migliori per la rivista "CONTROCORRENTE" e la sua redazione" . • ROSARIO SUCCURRO Paterson, N. J. - "Caro Felicaru: Ho ricevuto la rivista che mi hai mandato ~ sono molto contento. Per noi il suo contenuto è bolto nutriente. Non è nutrimento per lo stomaco, ma per il cervello. "CONTROCORRENTE" si legge volentieri. E' piena d_i):iuon materiale 1?attaglier_o ed educativo. Ti mando cinque scudi per la Yita della rivista. Considera= uno dei 200 che accettano la proposta Quintiliano. Altro no~ posso fare._ Non sono adatto ad andare in giro a sollecitare contribuzioni. A cagione della vista non posso avventurarmi per le strade. Avanti sempre".
RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Milk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENT1Es published bi-mootllly.Mail ad<rm: 157 Milk St., Boston. Aldino Felicanl, Edl!Dr and Publlshet.. Offlc, ol publioatlon 157 Mllk Stmt, Boston9, Mass. S.COOd•clasms ail prlvllegesautha-lzed at Boston, Mass. Subsalptlon $3 • y..,. Vol.17-No. 3-(New Series: 21) BOSTON, MASS. Nov.-Dec., 1960 CORRIERE ITALIANO FIRENZE, 11 Nowmbre "Svolta a sinistra" che non cambia niente, è stato il risultato netto delle elezioni amministrative dei primi di novembre. Si voglia o non si voglia, si votia o non si vota, tutti i contribuenti, - i piccoli in particolar modo, - sono chiamati a tenere a galla la decrepita nave che è lo Stato Italiano. In Italia nulla par mutare, come mai han mutato certe leggi Borboniche e fasciste che ancora adornano i codici della Repubblica. E' a dirsi che tutti parlano e pretendono almeno, di volere certi cambiamenti nella struttura politica ed economica del paese. In fondo in fondo, se si deve giudicare dai risultati delle chiassose contese politiche, c'è invero poca gente seriamente interessata ad alterare i connotati dello Stato Italiano. Le limitate pagine di CONTROCORRENTE non permettono di indugiare nell'esame delle cause quali apportano a tale concl<usione. Al mo.mento è di maggiore importanza il limitarsi alle evidenze presentate dai risultati elettorali. A leggere la stampa Italiana, a secondo del partito del quale è portavoce, tutti i partiti sono risultati "vittoriosi" dalla contesa. Attualmente, se si accettua la perdita di circa un milione di voti sofferta dalla Democrazia Cristiana, perdite più o meno lievi e successi insignificanti di altri partiti, significano poco o niente. E' stato su per giù un ruba ruba tra fratelli siamesi. Le perdite sostenute dal partito socialista Nenniano sono state assorbite dal partito Comunista e da quello Saragattiano. I monarchici han trovato invece il loro giusto posto nel partito fascista. Cosa è avvenuto dei Repubblicani, sarebbe da domandarlo all'onorevole Pacciardi. Forse il Pacciardi è la pe1•sona la più responsabile del declino del partito politico che nella storia d'Italia ha occupato per più di un secolo una posizione di onore, finchè ha mantenuto la sua tradizione libertaria e laica. Lorquando il partito fondato da Mazzini ha incominciato a scivolare nelle cunette del compromesso politico con i preti ed altri elementi conservatori ed anti-liberali, si è avviaito verso la rovina. La retrogressione del socialismo Nenniano ed il progresso di quello Saragattiano potranno significare una certa perdita di prestigio per Nenni mentre egli ed il suo partito rimarranno ugualmente (in parlamento) quella forza, senza la neutralità della quale il presente governo Fa.nMni non potrebbe reggersi senza accettare l'assistenza dei fascisti ed altri elementi di estrema destra. Per Saragat la "vittoria "potrà significare il suo ritorno ad assumere il titolo vuoto di Vice Presidente del Consiglio e le sinecure annesse e connesse. La Democrazia Cristiana, malgrado la perdita di tanti voti, continuerà a governare il paese, province e comuni (come prima) con la coopeTazione dei partiti minori di centro e di destra. I fascisti si sollazzano esageratamente del loro progresso elettorale. Lo debbono alla quasi totale obliterazione del partito monarchico. E' ia Roma dove essi hanno più che altrove riscontrato successo. A Roma continueranno come prima, nell'amministrazione comunale, col sindaco reputatamente fascista camuffato da demo-cristiano. I Comunisti dal canto loro, avendo rivinto quasi tutti i comuni che già amministravano con la cooperazione dei nenniani, continueranno alla stessa maniera. E' doveroso aggiungere, anche se rimaniamo irriducibilmente avversari di ogni partito o teoria dittatoriale. che in Italia è generalmente accettato il fatto che i comuni meglio amministrati sono proprio quelli sotto il controllo dei social-comunisti. Devesi anche aggiungere che tali amministrazioni sono regolate da una Costituzione nazionale di struttura democratica.
'èosà 'i còniun·isti ta.rebbero ~e 'in con• trollo dell'intero paese? E' l'enigma che spaventa. E' anche l'enigma che ha portato alla dèbacle del sociahsmo nenniano. Per quanto Nenni ed i suoi fedeli e per quanto i Radicali, questa volta associati alle schede socialiste, han tentato convincere il pubblico del completo distacco del Partito Socialista Italiano da quello Comunista, nessuno pare ci abbia creduto. L'equivoco del connubio social·comunista è durato troppi anni per poter esser cancellato facilmente. Nel Partito Socialista è sempre esistita una forte corrente filo-comunista la quale ha tenuto Nenni al bivio. C'è chi ha avanzato l'ipotesi che certi "quadri comunisti" venivano appositamente tenuti nel partito socialista per poter meglio ricattare Nenni, col timore di scissione o esodo di numerose forze del partito. Ora che tanti se ne sono andati, cosa farà Nenni? E cosa faranno gli intellettuali del " partito radicale "? * * * Che l'Italia vada lentamente trasformandosi - per il meglio, non v'è dubbio alcuno. Il progresso è evidente un poco dovunque. Viaggiando in treno è ora possibile trovare i gabinetti forniti di sapone ed asciugamani. I treni stessi sono di molto più puliti di quello che lo fossero nel non remoto passato. L'abolizione della terza classe, - le vetture con le panche di legno renno ora servizio di seconda, particolarmente da Rom:a in giù, - rpare abbia prodotto una certa trasformazione nelle abitudini della gente. Non che manca gente soprca, priva di ritegno personale e rispetto per le altrui cose e persone. In generale i viaggiatori sono più guardinghi nell'imbrattare i pavimenti delle vetture e corridoi, gettando i rifiuti dai finestrini del treno in moto o depositandoli negli appositi recipienti. Tre vecchiette contadine, avendo inteso dire che nel lavandino v'era del sapone liquido, incuriosite, vollero provarlo. Una ritornò qualche mo· mento dopo per domandare come fare per trarre il liquido dalla boccetta metallica. Le tre ritornarono nel compartimento qualche tempo dopo con le mani che specchiavano. Le mostravano e le guardavano con compiacente sorriso, gareggiando su quali fossero le più pulite. Sembravano tre bambine le quali avessero ricevuto un dono prezioso o fatta una scoperta meravigliosa. Quanto poco ci vuole talvolta per rendere delle persone felici: un pochino di sapone, foss'anche liquido. * * * Camminando per via in compagnia di un vecchio amico che di recente ho visitato a Pistoia mostrandomi delle biciclette parcheggiii.te contro un muro, egli mi diceva: come le vedi appoggiate contro quel mur<! le vedrai ovunque in città ed anohe fuori di cinta. Nessuno le accudisce e nessuno 4 )e ru·ba anche sè stanno iuorì dui'a!\te la notte. Non so in quante altre città e paesi d'Italia vige l'onestà Pistoiese. Tuttavia è bello sapere che la Svizzera, l'Olanda ed il Tirolo Austriaco non più tengono il primato d'onestà. * * * Uno dei più belli aspetti dell'Italia odierna è la quasi totale assenza delle forze di polizia che un tempo ingombravano le vie e le piazze. Oltre ai pochi agenti di città addetti al controllo del traffico ed altre ordinanze cittadine, raramente si nota un altro poliziotto in uniforme. Questo almeno a Genova, a Firenze, a Carrara ed un poco meno, a Roma. A queste si possono aggiungere città e paesi intermedi e tutta la parte settentrionale d'Italia. Del sud di Roma ancora non posso dire. Le guardie di " pubblica sicurezza" ed anche i carabinieri che un tempo si incontravano a frotte, ora sembrano scomparsi dalla circo• lazione. Quasi si "rimpiange" l'assenza della figura decorativa dei carabinieri in alta tenutJa. con i cappelli napoleonici, impeccabile vestito nero con calzoni veI'gati in rosso, guanti bianchi e sciabole luccicanti. Di questi ultimi se ne vede qualcuno in giorni festivi e nelle vie affollate da stranieri. Di tanto in tanto qualche altro che fa da piantone •a questo o quel palazzo pubblico. Anche le guardie di finanza nelle loro divise grigio-verde, cappello alpinista e piuma di pavone sono scomparse dalla circolazione. Tutto questo non significa che lo stato pretino che sgoverna e affligge l'Italia abbia concluso di aver sacrificato il popolo italiano al punto di poter dispensare delle forze dell' " ordine ". In Italia le numerose forze poliziesche han sempre servito a due scopi diversi e convergenti. Prima, aver pronto un largo numero di armati addetti alla "sicurezza dello Stato" e che incidentalmente rendesse servizio di ordinaria polizia. In secondo luogo, i corpi di " pubblica sicurezza " e dei carabinieri son serviti e servono soltanto a dare una certa occupazione a migliaia di persone le quali altrimenti starebbero ad ingrossare le fila dei disoccupati e quindi, dei " malcontenti". In altre parole, per chi in America ricorda gli infausti mesi dall'ottobre del 1929 al 1934, una specie di permanente W.P.A. o P.W.A. Man mano che l'Italia va assumendo l'aspetto di paese prosperoso ed i forestieri da tutte le parti del mondo vi piovono come la grandine, per ammirarne le bellezze ed assorbire un poco della sua millenaria cultura, si è reso necessario lo sfollamento delle strade da tante forze poliziesche chE' al paese davano l'aspetto di essere un immenso accampamento di delinquenti. Cosa che non è mai stata. La delinquenza italiana, come quella di ogni altro paese, la si deve misurare in proporzione al benessere o miseria pubblica prevalente a certi dati momenti. CONTROCORRENTE
L'eccessivo spiegamento di forze di polizia dava ai turisti la sgradevole sensazione di trovarsi assiepati tra criminali e guardiani in una immensa prigione della quale anch'essi divenivano temporaneamente inquilinL Ora, molto di questo, nelle apparenze almeno, non è più. Cosa è avvenuto delle tante migliaia di agenti delJe varie forze di polizia? Sono stati ridotti a tanti altri sfortunati disoccupati; è stata loro data una occupazione produttiva e più rispettabile; sono stati essi addetti alla costruzione di strade, di dighe, di ponti, all'arginare fiumi e torrenti che straripano ed aggravano la miseria dei già poveri; o sono essi stati addetti alla riforestazione delle nude montagne, al prosciugamento di paludosi terreni; a dissodare, concimare e seminare a nuovi pascoli disSE!<!cati? Forse quegli uomini sono stati addetti alla costruzione di nuovi edifici scolastici tanto desiderati, oppure >alla costruzione di nuovi porti necessari ad agevolare il commercio costale e nuove industrie, per cosi sviluppare attività e benessere in regioni ancora sotto-sviluppate o addirittura primordiali? No, no, no ... niente di questo. I questurini, i carabinieri, i finanzieri ecc., sono sempre dov'erano prima. Come gli angeli, sono diventati invisibili. Han soltanto mutato divisa o meglio, non indossano nessuna divisa che li distingua dagli altri esseri umani. Vestono semplicemente come tutti i semplici mortali. Per le strade, nelle piazze, nei caffè, nei teatri ed ogni altro pubblico ritrovo, essi son sempre presenti: se ne sente l'odore. Niente paura dunque. Lo stato ecclesiastico è al sicuro, come prima protetto dai Panorama . amencano fedeli guardiani i quali, se han cambiato abbigliamento, sotto la pelle hanno conservato la vecchia crosta. * * * Ritornando in Italia dopo tre ,anni di assenza, si è di subito colpiti dalla piacevole sensazione dell'accresciuto benessere economico. La gente veste e mangia meglio. Non più si notano sul viso dei pedoni che affollano le strade i segni della preoccupazione e della fame. Accresciuto di molto è il numero delle automobili, delle Lambrette, delle Vespa e biciclette motorizzate o non. I Taxis sono più numerosi mentre le tradizionali carrozze a cavallo vanno rapidamente riducendo di numero. L'attività dell'industria edile è meravigliosa. Bellissimi palazzi e villini sorgono dovunque. Anche se il prezzo di vendita o di fitto degli stabili t!alvolta sembra alto, pochi rimangono invenduti o inoccupati. Stabilimenti industriali e laboratori piccoli e grandi sorgono ovunque. Nuove autostrade e tronchi ferroviari sono in costruzione. Due stazioni nucleari sono in costruzione, una nelle Puglie e l'altra alle foci del Garrigliano nei pressi di Minturno. Dovranno servire soltanto alla produzione di energia elettrica e dovrebbero incominciare a funzionare non più tardi del 1964. Anche la Sardegna produrrà energia elettrica per il continente. Un cavo sottomarino porterà l'energia alla costa Apuania dopo aver fatto approdo in Corsica. Questo al momento il progetto. Purchè non sia, come alcuni dicono, una delle solite fregature pre-elettorali. Nomade DOPO L'OTTO NOVEMBRE Di una cosa si può essere sicuri, dopo la elezione presidenziale e dei rappresentanti e senatori al Congresso americano: che queste elezioni riflettono un vasto movimento spirituale degli americani verso posizioni politiche di conservatorismo, se non di aperta reazione. Se apparentemente, colla vittoria di Kennedy, gli elementi liberali hanno riportato una vittoria, in quanto, fra le posizioni, molto simili in verità, dei due candidati, gli elettori hanno scelto di stretta misura il candidato che si riattaccava alle tradizioni più progressive, in realtà le tendenze di destra della grande massa degli americani sono state rivelate dalla svolta verso la conservazione dimostrata dall'elezioni di senatori e rappresentanti. La coalizione conservatrice, repubblicani della ve<,chia guardia e democratici del sud, è. dopo 1'8 novembre, più torte di prima. Molto più forte che sotto l'amministrazione di Eisenhower, t!anto forte da dominare la attività legislativa del nuovo Congresso: la scomparsa di elementi come Porter, come DICEMBRE 1960 Meyer, va ben al di là di una locale sventura elettorale. In un momento in cui l'America è veramente s-fldata a tlimostrare, più ancora che la sua capacità al ruolo di nazione dirigente di una coalizione, la vitalità del sistema politico che essa pretende di rappresentare, la possibilità di accettare nuove idee, dobbiamo rassegnarci a far a meno delle pochissime voci in Congresso, che finora presero l'iniziativa per una interpretazione ragionevole delle realtà confrontanti la politica americana. E ciò avviene proprio quando il resto del mondo sta attraversando una crisi rivoluzionaria: una crisi che finora non ha avuto le manifestazioni aperte e terribili delle rivoluzioni francese o russa, ma che interessa una massa popolare enormemente più vasta di entrambe quelle due. E, oltre a ciò, una rivoluzione destinata a causare un cambiamento nel sistema di vita delle popolazioni in fermento più radicale di qualsiasi altra precedente; una rivoluzione destinata pure, per l'estensione dei territori 5
affetti, per il numero di persone che da essa attendono una risposta ai propri pro· blemi, ad influenzare l'equilibrio internazionale immediato infinitamente di più di qualsiasi delle rivoluzioni precedenti, limit!ate, almeno nella loro fase iniziale, ad entità nazionali, molto ,più ristrette e definite. Non è la rivoluzione che pone sol· tanto nella fossa i rimasugli di una società medioevale, scalzata da secoli di inefficienza, corrotta ed incapace di adattarsi alle necessità di un nuovo ordinamento produttivo. E' invece l'esplosione di forze messe in movimento non da una evoluzione delle capacità produttive e dirigenti locali, ancora embrionali nella massima parte delle aree affette, ma da una speranza quasi miracolosa che la indipendenza politica necessariamente risolva pure il problema della creazione di una classe dirigente, in generale finora neppure preparata nei ranghi di una intelligentsia rivoluzionaria, della trasformazione industriale del paese, necessaria per sbalzare una società locale da ordinamenti sociali ed economici simili a quelli abbandonati dalle popolazioni europee diverse migliaia di anni fa a tenori e sistemi comparabili a quelli delle nazioni più avanzate, e della eliminazione immediata delle strutture economiche che, pur rappresentando ed agendo in favore di lontani sfruttatori, son pur tuttavia l'unica organizzazione produttiva esistente e funzionante. Quindi una situazione, che può diventare più pericolosamente esplosiva, se una qualsiasi delle grandi potenze modernamente attrezzata commette un errore di valutazione, anche se benevolmente ispirato. • • • Tutto ciò avviene pure quando la intolleranza di una parte della popolazione americana è ingaggiata in una lotta all'ultimo Discussioni sangue per impedire la realizzazione, nell'ambito nazionale, del principio fondamentale della eguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dal colore della pelle. L'eco delle vergognose dimostrazioni di New Orleans sono troppo ovvie per richiedere un altro richiamo. Come pure tutto ciò avviene quando troppo facilmente l'opinione pubblica americana è indotta a spiegare la sete di indipendenza, la necessità di bilanciarsi in una posizione neutrale nella contesa fra i colossi americano e russo di cosl grande parte dell'umanità con un complotto comunista diretto alla dominazione mondiale. • • • Sarà in grado la nuova amministrazione degli Stati Uniti, ipotecata crune è dalla necessità di alleanze cogli elementi più retrivi del proprio partito, limitata nella sua azione dalla stretta sorveglianza di una opposizione fondamentalmente conservatrice che si è dimostrata tanto possente alle elezioni, interpretare correttamente i sintomi delle crisi in gestazione? Sarà in grado la nuova amministrazione di prospettare nella necessaria luce, senza deformazioni o scappatoie demagogiche, i principi fondamentali di una nuova politica, di portare l'opinione pubblica del paese ad un esame realistico della situazione, abbandonando fa.ciii premesse? Sarà la nuova amministrazione il veicolo ~r la parola di un vero, e certamente grande, statista, abile a salvare, anzi a realizzare, i principi fondamentali della costituzione americana, ad annonizzare l'or· dinamento politico e sociale degli Stati Uniti colla evoluzione rapidissima del resto del mondo, ad evitare, forse, una catastrofe mondiale? Davide Jona PARTITI o SINDACATIOPERAI? Nel presente momento politico italiano, dopo l'orgia delle ultime elezioni amministrative, giova riportarci sul tema se i partiti socialistici (che vanno dal partito socialista democratico a quello comunista), ,potranno assolvere il compito postosi come partiti della classe operaia. Cinquant'anni e più d'azione politica legalitaria, hanno appieno dimostrata l'inconcludenza e la fallacia di tale azione. Dal Congresso di Genova (1892) in poi, i partiti che sono comparsi sull'arena politica, si sono sempre più avvolti in un riformismo banale ed esasperante. Questi partiti hanno dato troppa importanza ai loro programmi minimi per migliorare le sorti delle masse lavoratrici. Il risolvimento della questione sociale (programma massimo), è stato sempre rimandato alle proverbiali calende greche! La classe lavoratrice italiana fu più vicina alla rivoluzione nel primo dopo-guerra che non oggi, non ostante la Repubblica fondata sul. .. lavoro, con l'articolo 7 che la strozza 6 e che bisogna mandare in frantumi. Se allora il proletariato non realizzò la rivolu· zione che si ,agognava, lo fu perchè le forze del conservatorismo sociale come espresse dal riformismo socialista, s'opposero ai conati rivoluzionari degli operai organizzati. In piena Camera dei Deputati, Ludovico D'Aragona si vantò che egli ed i suoi colleghi confederali avevano impedito quella rivoluzione che gli estremisti volevano. Infatti, gli ordini ed i contr'ordini dei dirigenti la Confederazione del Lavoro confusero le masse e le disarmarono. I sindacalisti rivoluzionari (Unione Sindacale Italiana) e parte degli an'archici (per lo più malatestiani) furono lasciati alla mercè delle carezze delle autorità locali e provinciali (violenza legale, se di tale cose ,si può parlare), e le bande fasciste distruttrici ed assassine fecero il resto con la loro violenza extra· legale. Con manovre subdole la Confederazione riusci a salvare la sua pellaccia fin dentro il regime fascista, ma il suo tradimento CONTROCORRENTE
della causa proletaria non la salvò dalla condanna finale decretata da Mussolini e da Rossoni, che volevano impiantare sui resti della Confederazione le Corporazioni fasciste. E' chiaro che oggi i partiti socialistici sono 'Più che mai in fregola collaborazionista. Anche il partito Comunista, che gode della nomea di partito della rivoluzione, non sarebbe alieno di partecipare ad un governo in una combinazione politica di sinistra, sempre che i socialisti democratici accettassero tale combinazione, che coinvolgerebbe anche gli estremisti della Democrazia Cristiana. I partiti socialistici perciò hanno abbandonato il principio della lotta di classe per quello della collaborazione di classe, che veramente è un principio del tutto borghese. Aveva ragione Giovanni Giolitti, quando intorno al 1911 dichiarò alla Camera che ormai i socialisti avevano relegato Marx in soffitta. A quest'insulto Lazzari e Lerda (rivoluzionari), risposero pubblicando "La Soffitta", 'Per dimostrare al volpone di Dronero che il Socialismo era ben vivo. Se una volta i partiti socialistici manifestavano atteggiamenti parolai rivoluzionari, collegandosi cosl con la tradizione della Internazionale, essi attualmente hanno abbandonata finanche quella fraseologia. Questi partiti si preoccupano più di accalappiare elettori che di fare proseliti. Essi pensano più alle riforme più o meno sociali che dell'evento finale vittorioso del proletariato. I 'Partiti socialistici sterzano sempre più a destra. quasi confondendosi con i nartiti liberali e radicali della borghesia. Sotto la tutela dei partiti gli operai organizzati hanno perduto non solo la loro iniziativa ma anche la loro audacia, ed i sindacati son'o tenuti ad obbedire gli ordini che vengono dall'alto delle gerarchie sindacali e politiche. Una volta la vecchia Confederazione (con Rigola e D'Aragona} aveva la finzione dell'autonomia sindacale. ma ora tutto ciò è stato relegato ai ferri vecchi. Il movimento operaio italiano è auindi un movimento conservatore, che fa dormire tranquilli sonni al capitalismo della penisola. Questo modo di volere l'organizzazione Ritraiti di Partigiani operaia ha creato negli operai molta indifferenza politica. I lavoratori sono ben contenti di raccogliere le bricciole che cadono dalla mensa della borghesia e lasciano volentieri ai partiti politici di rompersi la testa con la questione sociale. che resta sempre all'ordine del giorno per essere risolta. Grazie al conservatorismo sindacale molti operai hanno assunto arie borghesi e dimenticati anche i principii che una volta li animavano. Ciò facendo, hanno traditi sè stessi e la loro cla<SSe,rendendosi strumenti d'oppressione e di sfruttamento. II tempo è venuto per dare ai sindacati un indirizzo ed una fisionomia di classe, come indicavano nell'era pre-fascista i sindacalisti rivoluzionari. Gli operai devono tenere in mente che " l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi ". Sono essi quelli che devono essere allora gli artefici della loro liberazione, compromessa dai mezzani iparlamentari. Bisogna ristabilire l'unità di classe del proletariato con sindacati unici, autonomi, agenti sul terreno delle competizioni economiche e politiche per forza intima. I lavoratori devono combattere le loro battaglie con l'azione diretta, a faccia a faccia col padrone, senza intermediari, senza mediatori. perchè sono essi i creatori della ricchezza che i capitalisti s'appropriano col sotterfugio legale. I lavoratori italiani ricordino il motto che fa testa al Compendio del Capitale di Carlo cafiero, attestante la potenza del lavoro: Diceva quel motto: "L'operaio ha fatto tutto; e l'operaio rpuò distruggere tutto. perchè tutto può rifare". All'azione politica di partito si sostituisca l'azione diretta del sindacato! M. De Ciampis Errata-corrige. - Desidero rettificare due errori tipografici nell'ultima puntata del mio articolo "Marcia in Avanti" ecc. Là dove si dice "Da ciò la/ nostra fiducia" ecc. si doveva dire "Da ciò la nostra sfiducia ". Dove mi si fa dire " pratlcista " si doveva dire "partitista "-cioè di partito, ecc. ecc. M. D. C. ALBERTO (3.a "Rosselli", Pian de' Cerri). Guarda un po' di traverso "a gallina", come dice lui. E' alto, biondo, una sottile e delicata pelle, muscoli saldi. E' un bamboccio - l'unico che chiama "signor tenente" il tenente Francesco, che non bestemmia quando deve montare di guardia. che non dice parolacce quando è scelto per la corvèe. Studia ingegneria. e, avendo fatto un esame di mineralogia, dice i nomi dei sassi in espressioni chimiche poi se ne pente. diventa rosso e cambia discorso. Una notte, guardando le stelle, usci a dire: "Se le stelle fossero specchi, vi vedrei riflessi gli occhi di una ragazzina ... ". Qualcuno è stato li Il per morire di risate. Ora lui odia gli astri in genere. gli specchi e le ragazzine. Se uno gli dice: "Getfati In quel pozzo", Alberto ci si getta con entusiasmo - cosl gli fanno sbucciare le patate, prendere l'acqua, spellare i conigli, pulire le armi. Quando è ~emoralizzato si apparta, cava fuori una limetta e si fa manicure; poi ripone la limetta, apre il suo Vangelo e ne legge certi passi, sillabando. E' grande nell'Imitare il vagito dei neonati. (dai: Ritratti di Partigiani, di Francesco}. DICEMBRE 1960 7
Lo scandalo Melone LITE IN "Ignorante, cretino, imbecille!" ha rim- 'beccato il questore di Roma alle rimostranze del vigile Melone, che ha dovuto inseguire la "Giulietta" di Marzano per oltre un chilometro, ,prima di notificargli ben tre infrazioni del codice stradale (sorpasso vie• tato, mancata precedenza all'incrocio e disobbedienza all'ordine di fermarsi). - Sono le parole più tenere del vocabolario degli sbirri e non sarò cosi ingenuo, da pretendere che un funzionario di P. S., all'apice della sua carriera, impari, tutto d'un tratto, una cosa (per lui) fantastica, irreale, trascendente: la cortesia. Dopo il tramonto del fascismo, i governanti di questo bel paese non parlano più dei "Colli fatali ", non rivendicano più la loro origine da Romolo e da Giulio Cesare, non insistono più su: "Roma - madre della civiltà". Tuttavia, il lupe (anzi, "il figlio della lupa") perde il pelo, ma non il vizio. Ed ecco, gl'improvvisati democratici (ieri fascisti, o tirapiedi dei fascisti, o complici del fascismo, o compiacenti profittatori del fascismo, o passivi conniventi e correspon· sabili del regime) atteggiarsi a paladini del diritro, proclamarsi successori di Giustiniano e di Cesare Beccaria, blaterare fino alla nausea che l'Italia (democristiana!) è "uno Stato di diritto e non uno Stato di poliz:a ", come le aborrite dittature. I poveri illusi, che ci credevano, sono rerviti: un alto funzionario del ministero dell'interno (il questore non fa ,parte della polizia giudiziaria, secondo il R.D.L. n. 690 del 31.8.1907 art. dal 32 al 42 e il R.D. n. 725 del 31.8.1907 art. dal 105 al 122) ha "oltraggiato" un pubblico ufficiale (esattamente come previsto nel l.o capoverso dell'art. 341 del C.P.J. il quale è, per giunta, un agente della polizia giudiziaria (art. 221, 2.o capoverso, del C.P.P.). Naturalmente il vigile fu punito su richiesta del questore (che ha aggravato cosi il proprio reato, secondo i comma 8 e 9 dell'art. 61 del C.P.), il quale si premurò inoltre di violare il segreto di ufficio (1.o capoverso dell'art. 326 del C.P.) avendo consentito di pubblicare le notizie riservate, per diffamare la famiglia del vigile (altra aggravante, prevista dal comma 2.o del già citato art. 61 del C.P.). Ho voluto sottolineare la parola "naturalmente", perchè non mi sono mai illuso sulla vera natura di questa "repubblica democratica fondata sul lavoro" ... E se gli illusi di professione si ostineranno ancora di chiamare l'attuale Italia "uno Stato di diritto", - rivolgerò loro questa semplice domanda: "Di quale diritto f " Per me la risposta è ovvia: Del "diritto" ... del più forte! • • • Richiamandomi al proverbiale " fico secco", ho il dovere di precisare che a me, personalmente, non interessa proprio nulla 8 1'11.MIGLIII. di questa ridicola zuffa in famiglia tra la sbirraglia romana. Un "pizzardone" vale un questurino, chè sono entrambi: "cust'odi della legge e dell'ordine". Ma sappiamo benis.,imo, che la legge di questa società non è dissimile dalla "legge della giungla", - e che " l'ordine costituito" è semplicemente la difesa dell'attuale disuguaglianza, ingiustizia e sopraffazione. Perchè allora dobbiamo commuoverci, se - per una volta almeno - le tenerezze del linguaggio poliziesco non si sfogarono contro il "libero cittadino", loro obiettivo quotidiano, ma rimasero ... in famiglia? - L'unica ragione della meraviglia generale sarebbe il fatto, che - a scopo della dominante ipocrisia - i panni sporchi della polizia ... fossero lavati in pubblico. Lo spettacolo, non nego, è riuscito divertente. Ma quanto a me, purtroppo sono debole di stomaco e il "profumo" dei panni sporchi (sia pure dei poliziotti) m.inaocia di provocarne una pericolosa ... rivoluzione! "Come?! - esclamerete voi, indignati - Per un fattaccio del genere, disgustoso e ridicolo, che non t'interessa affatto, perdi il tuo tempo e poi ce ne fai perdere il nostro, rimproverandoci perfino d'interessarcene?" - Avete ragione, compagni, mille ragi'Olli se volete (chè spero di trovare almeno mille lettori per questa mia prosa scanzonata). Ma cosa ci volete fare? Ho 'sta maledetta abitudine, come certi animali selvatici: non vado mai dritto allo scopo, senza aver fatto prima almeno una puntata in direzione opposta! E' un viziaccio, d'accordo, penoso per me e fastidioso per altri; ma cosa si posso fare? Ormai ce l'ho nel sangue. • • • Ed ecco finalmente, dopo tanti giri, il vero fine del mio discorso. Sono arciconvinto che il commendatore " in oggetto " ha compiuto le sue gaffes a causa di due circostanze, estranee alla sua volontà, di cui una almeno avrebbe potuto neutralizzare, se ne fosse stato a conoscenza. La prima è il solleone: l'afa e la canicola rendono l'uomo irascibile e diminuiscono la sua capacità di dominarsi. L'altra è il climaterio (come dicono i medici) che è quell'età "critica" o di transizione fra l'età media e la vecchiaia, in cui quasi tutte le donne (ma anche molti uomini) soffrono dei disturbi <più svariati; tra questi sono i più frequenti - gli squilibri nervosi e mentali. Sono questi, che il questore Mar• :tano avrebbe potuto evitare o almeno attenuare. se si fosse rivolto, In tempo, ad un medico competente. Ma egli certamente non cercò la vera causa del suo nervosismo (come fa, del resto. la stragrande maggioranza dei "commendatori" suoi pari) e ne attribui la colpa, di volta in volta: alle "grane" dei CONTROCORRENTE
superiori, all'inettitudine dei subalterni, agli errori della cuoca, ai capricci dell'amante. Ed invece, gli sarebbe bastata una sola iniezione al mese e due o tre pillole al giorno, per sentirsi perfettamente appiombo e padrone di sè. Ma tant'è: la beffa del destino ha voluto che colui, il quale si rese cotanto benemerito nella repressione della " mala vita", rimanesse disarmato di fronte alla propria vita, andata a male, - e che il custode dell'ordine pubblico cadesse vittima del disordine dei propri nervi! E ora basta, per mille diavoli! Ai quali rimando (sempre con licenza dei rispettivi su'l)erioril, sia il prepotente questore, come il vigile vilipeso. Se no, c'è pericolo che qualcuno pensi davvero, che io stia qui suggerendo la difesa all'avvocato di Marzano. • • • A me, insomma, una sola cosa importa in questa storia da operetta: Poter dimostrare con un esempio 'Plastico (perchè noto a tutti e recentissimo) - che le azioni umane più strane e inattese (come p. es., i reati passionali ed emotivi) non dipendono dalla fantomatica volontà dell'individuo e, tanto meno, dalla sua intelligenza, ma scaturiscono dagli strati profondi de11a psiche. dove non giunge il contro11o della coscienza e dove dominano incontrastate le correnti primordiali e più brutali: gli istinti. Tutto ciò non è una scoperta mia e neppure una novità. Le st'atistiche criminologiche, vecchie e nuove, sono concordi nel constatare una particolare frequenza dei reati passionali in certe stagioni e in pe· culiari condizioni fisiologiche dipendenti dal sesso e dall'età. Eppure, il legislatore restò imperturbabile: infatti, l'art. 90 del vigente C. P. lo ribadisce senza lasciar alcun margine a11a discussione. Dice testualmente: "Gli stati emotivi o passionali non escludono, nè diminuiscon:O la imputabilità". E questo, dopo aver ammesso nei due articoli precedenti la non-imputabilità o la diminuita Cosas de Cuba CHIARO Dai fatti di queste ultime settimane risulta che Cuba è un osso duro per gli americani. Forse a quest'ora il Dipartimento di Stato deve essersi convinto che la cosidetta Monroe Doctrine non è più applicabile, e que11o show de11e navi incrocianti le acque del Caribe non serve nemmeno ad ammonire i simpatizzanti fidelisti del Venezuela, del Guatemala e delle altre Repubbliche del Centro e Sud America a non toccare i nostri interessi . .. Il cosi detto fideUsmo è ormai un'idea che sta facendosi strada fra i popoli sfruttati delle Repubbliche latino-americane. Essi hanno capito con Castro che solo un movimento rivoluzionario indipendente dai Partiti ha probabilità di vittoria. Infatti esso riesce a mettere il Governo degli Stati DICEMBRE 1960 responsabilità, per un totale o parziale " vizio di mente", causato però esclusivamente da una infermità (art. 88 e 89). Questa distinzione scolastica fra "l'infermità" e " gli stati emotivi e passionali " è assolutamente insostenibile agli effetti del riconoscimento della "capacitcì di intendere e di volere" - condizione indispensabile per l'imputabilità (art. 85 del C.P.l. Soltanto i pregiudizi filosofici astratti, con impronta ecclesiastica, e la più crassa ignoranza della psicologia e della psichiatria hanno potuto favorire una tale confusione! Dove trovasi, infatti, la frontiera fra una infermità e uno stato emotivo o passionale? I limiti non sono mai netti e, molte volte, sono affatto irriconoscibili. Quando poi si affronta il problema della capacità d'inten· dere e di volere, allora la contraddizione s'incontra ad ogni passo: vi sono alcuni alienati (p.es., paranoici ed epilettici) che, salvo un limitato settore del pensiero o un particolare periodo di crisi, sono perfettamente lucidi di mente e padroni della propria volontà, - mentre, al contrario, _tutti: le persone, che sono in preda a quei tait "stati emotivi o passionali", hanno gravemente compromessa la loro capacità d'in· tendere o di volere. · Perohè allora i primi bene~ciano della ch:m1enza ignava, mentre gli emotivi " e i "passionali" sono colpiti dalla superstizi-one non meno ignorante? - La risposta è ovvia: anche nell'ambito del potere giudiziario, la società attuale dominata dagli interessi inconfessabili e dai privilegi assurdi, presenta lo spettacolo sconcertante di un guazzabuglio anacronistico delle norme giuridiche incongruenti, perchè provenienti da tutte le epoche della nostra civiltà: dalle tavole di Licurgo al codice fascista. Ma chi sono i veri responsabili? Dov'è la causa determinante di tanto disordine? - Per conto mio, sta nel livello morale e nella le,•atura intellettuale degli "onorevoli " legislatori! Giuris Prudente E SCURO Uniti con le spalle al muro, pur avendo questo in Cuba una base navale con tutto il necessario per una occupazione. A proposito, questa base navale di Guan· ta,namo in Cuba fu presa con la forza e l'inganno. Castro non ha ancora chiesto direttamente la restituzione, ma nei suoi discorsi spesso ricorda H mod-o come andò la cosa a quell'epoca. Allora i cubani, i patrioti. gli autonomisti, i rivoluzionari, erano da un pezzo insorti contro il Governo coloniale ,per liberare l'isola dalla Spagna. Volevano l'indipendenza, l'autonomia, prima di tutto. F. stavano per vincere la partita quando, col pretesto dell'affondamento di una sua nave nel porto dell'Avana, l'America dichiarò guerra alln Snagna e occupò, quasi senza resistenza, l'isola di Cuba, con 9
l'intenzione di tenersela per sempre ... pur promettendo ai cub'ani che insistevano e lottavano per l'indipendenza che essi l'avrebbero avuta appena possibile. Intanto, gli americani compravano con pochi dollari le terre migliori dei latifondisti spagnoli, e quando Si videro già padroni di tutto, Washington creò un Governo e impastò una Costituzione (che non esiste più dal 1933) per la nuova Repubblica dei cubani, che avevano promessa, a richiesta ... insistente, una base per essere usata come deposito di carbone per le navi. La Costituzione venne letta, iper essere approvata, nel senato americano. Il senatore Platt, fra gli altri che suggerirono l'aggiunta d'una postilla, propose di infilarci dentro l'affare della base precisata cosi: carboniera o base navale. Affittata per 99 anni al prezzo di 2.000 dollari l'anno. Il Governo cubano inghiotti il rospo. L'isola era ancora occupata dai marines e i cubani credevano poco alla volontaria evacuazione. Avevano delle buon-e ragioni per dubitavne. Da un rapporto del sotto-segretario alla guerra J. M. Breackseason fatto durante durante la lotta con la Spagna si legge quanto segue: "Dominate e ritirate tutte le forze spagnole, verrà un'epoca di tempo indeterminato, di pacificazione parziale durante la quale seguiteremo occupando militarmente Cuoa, aiutando con le nostre baionette il Governo che si costituisce, fin quando esso sarà in minoranza nel paese. Il terrore da un lato e la propria convenienza dall'altro determineranno che questa minoranza diventerà maggioranza contro gli elementi autonomisti dell'isola. Insomma, la nostra <politica si concreta nell'appoggiare sempre il debole contro il forte, fino a quando l'uno e l'altro saranno sterminati, per poterci annettere cosi la Perla delle Antille". Se Cuba non ebbe la 'bandiera delle strisce e delle stelle non significa mica che essa era indipendente. La vera padrona di Cuba è sempre stata l'America. Che fece dell'isola quello che fece ... Sfruttamento in tutte le forme, racketerismo in tutte le industrie, protezione a tutti i governanti Ritraiti di Partigiani servizievoli e dittatoriali che sapevano come calpestare e affamare e mitragliare il popolo. Tutto questo è risaputo dalle popolazioni di tutta l'America Latina, dove accade la stessa cosa. I yankee sono gli sfruttatori di ieri e di oggi, i nemici. I fatti di Cuba, comunque andranno da oggi in poi le cose in quell'isola, riuscirono a creare una coscienza ai 'POIP<>li sfruttati de l'America Latina. I loro governi non se la sentono più di poter continuare a servire ciecamente quello di Washington. La ritirata... strategica della flotta dal mare del Centro America conferma quello che si sapeva già, dopo tutti gli altri tentativi fatti precedentemente; che, ci·oè, il Dipartimento di Stato non riesce a mettere assieme i voti e i consensi necessari nella Organizzazione degli Stati Americani per poter mettere a posto Cuba. Fide! Castro sta vincendo la partita con l'America. Un po' per il suo saper fare, e un po' anche ,per il fatto che gli americani si comportano da usurai stupidi senza coscienza e senza intelligenza Ma ... C'è un ma che non ci permette di star tranquilli sullo sviluppo della rivoluzione cubana. Il ricordo di quella in Spagna (36-39) è ancora fresco nella nostra m-emoria, e ci chiediamo: ma come si comporteranno questa volta i comunisti in Cuba? E' un fatto accertato, documentato esaurientemente che fu Stalin a consegnare la Spagna a Franco, quando si persuase che gli spa:gnuoli non volevano saperne di dittatura comunista. L'accordo seguito con Hitler per dividersi la Polonia fece aprire gli occhi anche a quei comunisti che in Spagna non vedevano l'intrigo e ubbidivano ciecamente gli ordini del capo. C'è da sperare che Krusciov non abbia le pretese di Stalin e che gli stessi comunisti in Cuba capiscano la situazione e si comportino di conseguenza. Un loro Governo in Cuba è tanto impossibile quanto e ipiù del non-Governo. Sarebbe cosa di un giorno, forse; poi, i marines ... R. T. ALBERTO. Solleva la testa lucida e liscia, aprie smisuratamente un occhio, lo posa calmo e pieno di simpatia sull'interlocutore, mentre l'altro sorveglia le mani intente a caricare la pipa. Stà a sentire con enfasi contenuta, dice: " Bene, demonio". Non si scompone alle notizie o alle trasformazioni più strane: nella città occupata dal nazisti Gigi scorazza in moto vestito da pompiere, Tonino intrappola commissari di P. S. piangendo immaginari delitti, gli uomini di Bertini pattugliano vestiti da Mai morti armati fino ai denti, i pazzi della 5.a fanno a fucilate in via Masaccio, Pieditagliatl emana il calmiere. Sergio si trascina, sciancato, con una gamba rigida a causa di un moschetllO (Solo a Vittorio, lo zoppo autentico Aldo il medico affermerà, serissimo: Tu, naturalmente, fingi). Intanto cabine telefoniche saltano, tedeschi scompaiono misteriosamente, depositi di armi si impinguano. I demoni intessono sulla città una rete sempre più fitta: sanno tutto. Controllano le spie, i quintali di farina nei magazzini, il transito dei camion tedeschi, le lettere riservate del capo della provincia. Tutto fa capo al finto distratto, al falso svagato: ad Alberto. Ma in nessuna circostanza il gesto della mano sarà più affrettato o il sollevarsi del capo meno misurato: potranno i tedeschi salire le scale del suo comando a i franchi tiratori prenderlo di mira, continuerà, imperturbabile, a risponderti: "Bene, demonio". Tutt'al più sogghignando aggiungerà "Uomini da baraccone". (Fabio). 10 CONTROCORRENTE
Documenti BARTOLOMEO VANZETTI [ Note Autobiografiche] N O T A - Ripubblichiamo ie note autobiografiche scritte da Sacco f" Va.nzettl quarantanni fa. Servi• ranno di guida a coloro che Intendono Interessarsi del caso ed evitare di cadere in Inesattezze che suonano Insulto alla verlta'. Ce lo hanno suggerito le fantasUcherte stampate In un giornale mHanese di re<:ente. Serviranno anche a ricordare a1 compagni le quallta' adamantine di Sacco e Vanzettt. 2 Per cinque mesi battei i marciapiedi di New York, senza riuscire a tncware lavoro non già del mio mestiere ma neppur da sguattero. Infine capitai in un'agenzia di Mulberry St., che cercava uomini per lavoro di spianamento. Mi ofrersi: venni condotto, con un branco di altri cenci umani, in un baraccamento fra i boschi, ne1le vicinanze di Springfield, Mass., ove si costruiva un tronco di ferrovia. Qui lavoai finchè non ebbi pagato I miei 100 scudi di debito, che avevo lasciato in New York, e racimolatio un gruzzoletto, dopodichè mi recai con un altro compagno, in un baraccamento nelle vicinanze di Worcester. Laviorai in una fabbrica di fil di ferro prima, in qualità di bracciante poi. Quivi vissi più di un anno, conobbi compagni ed amici 11 cui affetto ricordo forte, inalterato ed inalterabile in cuore. Da Worcester mi trasferii a Plymouth, (7 anni or sono) lavorai da prima nella villa del signor Stone per oltre un anno, poi per la Cordage Co., per circa diciotto mesi. Lasciato il lavoro di fabbrica, cominciai a lavorare da manovale nei lavori di costruzione. Lavorai per i signori Sampson, Douland, per il comune: ,posso quasi dire d'aver partecipato a tutti i principali lavori di costruzione in Plymoutlh, e credo superfluo rubare spazio, per esporre e dimostrare, ciò che tutti sanno: la mia assiduità al lavoro, la modestia del mio vivere. Circa otto mesi prima del mio arresto, un mio amico che intendeva rimpatriare, mi disse: Perchè non compri il mio carretto, la cairretta, i coltelli ed il peso e vai a vendere il pesce, anzichè assoggettarti ai "bosses "? Fu cosi che comprai la baracca e divenni pescivendolo, per amor d'indipendenza. Già a quel tempo - 1919 - il desiderio di rivedere i miei cari, la noDICEMBRE 1960 stalgia della mia terra, eransi impoosessatl di me; mio padre che non scriveva lettera senza invitarmi al ritorno, insisteva più che mai, e ad esso erasi unita la mia buona sorella Luigia. Gli affari erano magri, pur tuttavia, lavorando come un nero, tiravo avanti.• Il 24 dicembre fu l'ultimo giorno del 1919 che io vendetti pesci; il freddo 'e !'intemperie mi costrinsero a smettere. Pochi gi-orni dopo il Natale cominciai a lavorare ,per il signor Petersani a tagliare il ghiaccio. Un giorno che non aveva lavoro per tutti, lavorai alla Electric House a condurre il carbone alle caldaie. Smesso dal ghiaccio, lavorai per Mr. Houland in un lavoro di scavamento per la Zinc Co., fino a quando la grande nevicata mi costrinse all'ozio. Sbaglio; mi misi subito al so1do della " town ", per liberare le vie dalla neve, e terminato quello, le rotaie dei treni alla stazione merci e a quella rpasseggieri. Finito questo lavoro d'occasione, lavorai alla costruzione d'una conduttura d'acqua che Mr. Sampson compiva per conto del Puritan Woolen Mili, e non cessai che a lavoro flnitio. Si era all'epoca dello sciopero dei ferrovieri; conseguentemente mancava il cemento, ragion per cui, mi fu impossibile trovare lavoro. Allora ricominciai a vendere pesci, quando poteva averne; quando mi era imipOS'Sibiperocurarmene, scavavo 11 clams"; ma il profitto era lilipuz!ano, il costo del rpesce ed il trasporto non lasciavano margine di rprofltto. Un giorno del mese d'Aprile, terminata la vendita, mi recai in riva alla baia, ove trovai il mio pescatore, intento a preparare la sua barca. Si parlò del mare, della pesca, della vendita ecc., gli dissi che avevo una discreta clientela, che mi era impratichito del !avono, ma, date le su esposte ragi'O'lli ritenevo conveniente lavorare almeno fino a che fosse principiata la l)'esca a Plymouth. "Cerca il lavoro e la tua ~onvenienza - mi disse - fra due settimane, io comincerò la (Pesca, e se viorrai, pescheremo 'e venderemo assieme, dividendoci l'introito". Accettai. Tanto per non perdere tempo, il 11
domani all'alba ero sulla via in cerca di lavoro. - Hai lavoro per me? - chiesi ad un ''fioreman''. -- No: non ho lavoro neppure per i vecchi operai. - Vedendo la impalcatura per li "concrete", gli chiesi quando cominciava a farlo. - Dimmi quando arriverà il cement-o, ch'io ti dirò quando incominceremo. Crepi l'avarizia, dicevo a me stesso rincasando: ho lavorato tutto l'inverno, presto comincerà la pesca, ebbene voglio svagarmi un poco in questo margine di tempo. Poco dopo una lettera dell'amico e compagno Sacco, m'invitava ad andarlo a trovare presto perchè, essendo morta la madre, intendeva bornare in Italia. Essendomi recato a Boston la domenica 2 Maggio, il lunedl seguente andai a trovar Sacco. Il 5 maggio fui arrestato, mentre insieme a Sacco si t-ornava da Brockton. Dopo undici giorni di processo fui trovato colpevole. Il 16 agosbo venivo condannato a 15 anni di galera, per un delitto che non avevo commesso! Frequentai le scuole dai sei ai tredici anni d'età. Amavo lo studio con passione vera. Nei tre anni passati a Cavour, ebbi la fortuna di avvicinare qualche dotta persona. Leggevo tutti i giornali che mi capitavano fra le mani. Il mio principale era abbonato ad un Ebdomadario Cattolico di Genova. Ero allora cattolico fervente. A Torino non frequentai che compagni di lavoro, giovani di bottega ed operai. I miei compagni di lavoro si dichiaravano socialisti e, beffeggiavano la mia religiosità chiamandomi bacchetbone e bigotto. Un giorno feci baruffa con uno di loro. ' Ora che del socialismo conosco tutte le scuole m'accorgo che oostoro non sapevano neppure li significato della parola socialismo. Si dicevano tali per simpatia al De Amicis e per spirito del luogo e del tempo; tanto è che ben presbo anch'io incominciai ad amare li socialismo, senza conoscerlo, e a credermi socialista. Tutto sommato, Il grado d'evoluzione di quella cittadinanza, mi fu benefico e mi migliorò assai. L'umanismo e l'eguaglianza dei diritti cominciò a far breccia nel mio cuore. Lessi il "Cuore" di De Amicis, e ipiù tardi I ''Viaggi" e gli "Amici". A ca.sa vi era un libro di St. Agostino. Di esso non ml rimase In mente che questa sentenza. - Il sangue del martiri è la sementa della libertà. - Trovai anche I "Pro12 messi Sposi" e lo lessi due volte; infine trovai una impolverata "Divina Commedia•·. Ahimè! i miei denti non son fatti per tal osso; tuttavia m'accinsi a rosicchiare disperatamente e credo, non inutilmente. Negli ultimi tempi di mia dimora al paese natio imparai molb:>dal Dr. Francia, il chimico Scrimaglio ed il veterinario Bò. Già comprendevo allora che, la piaga che più strazia l"umanità è l'ignoranza e la degenerazione di sentimenti naturali. La mia religione non aveva più bisogn.:> di templi, altari e preghiere formali. Dio era per mc Essere spirituale perfetto, spoglio da ogni attributo umano. Nonostante che m,o padre mi dicesse sovente che la religione era necessaria per tenere a freno le passioni umane e consolare l'uomo tribolato, io scuotevo Jl capo tra il sì ed il no. In questo stato d'animo varcai l'Oceano. Arrivato qui, provai tutte le sofferenze, le disillusioni e gli affanni, inevitabili per chi sbarca ventenne, ignaro della vita e un pò sognatore. Qui vidi tutte le brutture della vita, tutte le ingiustizie, la corruzione, il traviamento in cui brancica tragicamente l'umanità. Ad onta di tutto riuscii a fortillcarmi fisicamente e Intellettualmente. Qui studiai le opere di Pietro Kropotkin, di Gori, di Merlino, di Malatesta, di Reclus. Lessi il "Capitale" di Marx, i lavori di Leone, di Labriola, il "Testamento" politico di Pisacane, i "Doveri" dell'uomo di 1'-1azzini I:? molte altre opere d'indole sociale. Qui lessi i giornali di ogni frazione socialista, patriottici o religiosi, qui studiai la "Bibbia" la ''Vita di Gesù" (di Renan) e il "Gesù Cristo non è mai esistito" (di Milesbo), qui lessi la storia Greca e R,omana, le Crociate, due compendi di Storia Universale, la Storia degli Stati Uniti, della Ri\-oluzione francese e di quella Italiana, studiai Darwin, Spencer, Laplace e Fiammarion, ritornai su la "Divina Commedia" su la "Gerusalemme Liberata", singhiozzai con Leopardi, lessi i lavori di Victor Hugo, di Leone Tolstoi, di Zola, del Cantù; le poesie di Giusti, di Guerrini, di Rapisardi e del Carducci. Non credermi un'arca di scienza lettore mio; il granchio sarebbe madornale. La mia istruzione fondamentale fu troppo incompleta, e la mia forza mentale non è sufficiente per sfruttare ed assimilarsi totalmente sl vasto materiale. E poi devi considerare che studiai lavorando duramente e senza comodità alcuna. Allo studio però CONTROCORRENTE
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