Ottimismo LETTERA Firenze, ottobre Al secondo giorno dell'arrivo, in compagnia di Stefano e Failla, mi son recato a Pegli, ove in quel giorno tenevasi un raduno regionale anarchico. Avrei dovuto dire interregionale perchè attualmente il convegno era stato indetto ,per rappresentanze di varie regioni al nord della Toscana. Doveva quella essere un'adunata di anarchici appartenenti alla corrente Malatestiana e quindi fautori dell'organizzazione. Scopo principale, quello di discutere ed intendersi sulla possibilità di gettar le basi per una più coordinata e fattiva organizzazione anarchica in Italia: organizzazione che accettasse, pur ampliando e rendendo più idonea ai nuovi tempi, la struttura della Unione Anarchica Italiana quale fondata da Malatesta e Fabbri ed il patto di alleanza incluso nella stessa. La parte delle discussioni alla quale ho assistito si è svolta con serietà e serenità d'intendi. Mi è spiaciuto di non essermi stato possibile rimanere presente per il seguito delle discussioni perchè, a quanto mi ha poi riferito un compagno, esse si sono svolte ugualmente nello stesso ambiente di serenità e d'interesse. Deliberazioni concrete prese dal raduno? Nessuna, se si eccettua quella di continuare le conversazioni in una serie di abboccamenti interregionali da tenersi di tanto in tanto in differente '!)arte del paese. Sembra che la ,prossima adunanza sarà tenuta a Pisa. Come sarebbe stato facile prevedere, alla adunllJlza, seppure indetta per diretto invito a gruppi ed individui appartenenti e quindi favorevoli ad una speci.fica corrente dell'anarchismo, hanno voluto intervenire altri che la pensano differentemente. Questo ha causato delle discussioni, per mettere :fine alle quali ed evitare si ritornasse a perder tempo rimucinando le vecchie diatribe sull'organizzazione, si è reso varie volte necessario richiamare l'attenzione dei compagni dissenzianti che, pur se essi erano benvenuti ad assistere al conv-egno, lo scopo di esso era stato ben definito nell'invito lanciato ai gruppi ed individui ai quali era stato rivolto. Nel tutto si è potuto notare il minimo di acredine, cosa che promette bene per il futuro del movimento anarchico Italiano. Quasi dimenticavo dirti di quella parte del convegno che in me ha fatto la più bella impressione: il buon numero di giovani presenti. Vivaci, attivi e volenterosi. Altri compagni con i quali mi son trattenuto a conversare a Firenze, Carrara, Genova ed altrove, tutti mi assicurano che in Italia va sviluppandosi un bel risveglio tra la gioventù. Sia questa gioventù intellettuale, studentesca o lavoratrice. Quel che a me pare mancar di molto nel nostro movimento Italiano è la presenza OTTOBRE 1960 ITALIANA dell'elemento femminile. L'assenza del sesso gentile non è però una esclusiva prerogativa del movimento anarchico. La si può riscontrare facilmente in tutte le altre attività della vita pubblica Italiana. Quando fui in Italia qualche anno fa, la moglie di un rinomato intellettuale ci disse che il marito le vietava assolutamente di inscriversi, e tanto me·no partecipare, in attività di organizzazioni femminili, fossero pure la "Lega Internazionale Femminile per la Pace e la Democrazia", quella delle " Donne Elettrici" o qualsiasi altra. Il fatto di tener la donna a parte, esiliata dalla partecipazione alle cose pubbliche, sembra essere ancor troppo ingranato nella mentalità dell'italiano. Quanto IJ)rima egli riuscirà a liberarsi dal secolare pregiudizio, tanto meglio sarà per tutti. E' questa qualcosa in cui gli anarchici dovrebbero primeggiare, derivando al movimento vantaggi fruttuosi. A chi ritorna in Italia anche dopo la breve assenza di qualche anno, non può sfuggire l'immediata impressione del migliorato benessere economico. Non voglio con questo significare che i lavoratori vivono nella opulenza o che tale appariscenza sia comune in tutta la penisola e le isole. Finora son rimasto soltanto nella parte nordica, in quella parte d'Italia che è stata sempre privilegiata dall'affluenza delle industrie e del commercio. Su quel che possibilmente è stato il progresso economico del meridio • nale durante gli ultimi tre anni, non mi faccio soverchie illusioni. Il governo DemoCristi11J10 è stato troppo occupato a spendere miliardi di lire per le gare Olimpiche, per potersi soverchiamente preoccupare delle miserie del meridionale. Comunque, in qualsiasi dei giornali quotidiani che capitano per le mani, si notano scritti sulla situazione e soluzione dei problemi del meridionale. Si parla sempre di " Cassa del Mezzogiorno" e di ingenti somme assegnate alla rinascita di quella IJ)arte del paese mentre i risultati rimangono effimeri. In questo mentre specialmente, in piena gazzarra elettorale, le grandiose promesse si moltiplicano. Partiti e governo, come di consueto, fanno a gara a promettere per poi non mantener la promessa. Come lo potrebbero del resto? L'erario è quel che è e con gli appannaggi alla Ohiesa che il iov'erno controlla, il sussidio ad una in'flnità di istituzioni religiose e tutto l'altro che va a finir male di qua e di là senza che nessuno sappia dove, i signori deputati e senatori han creduto necessario aumentare le loro prebende o salario che lo si voglia chiamare, della non disprezzabile somma di centomila lire al mese. Dove allora trovare il danaro oer civilizzare ed umanizzare le condizioni di vita delle povere popolazioni del meridionale? 7
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