Controcorrente - anno XVII - n. 20 - set.-ott. 1960

4 Reclus sì rifugìò prìma ìn ltalìa e passò poì in Svìzzera, dove prese parte attìva al lavoro di organizzazione della celebre Intemazionale. Collaborò in quel tempo in moltissimi periodici rivoluzionari e da quel tempo venne sempre più esercitando la sua influenza intellettuale poderosa nella corrente apertamente libertaria del socialismo. Nel l879, con Grave, Kropotkine ed Herzig, fondò in Ginevra il periodico socialista anarchico intitolato "Le Rèvoltè" (poi trasportato a Parigi e cambiato in "Le Rèvolte ", e inilne in "Les Tempes Nouveaux ", che si pubblica tuttora); e nelle sue colonne difese e propagò brillantemente le nootre idee. Eliseo Reclus, nel 1893, domandò di poter aprire un corso di geografia nella " Unive11Sitè" libera di Bruxelles... La sua lodevole domanda fu respinta in odio ai principii da lui professati. Però questa stupida ripulsa non fece che accrescere la popolarità dell'illustre geograllo, e determinò un forte movimento intellettuale per la fondazione di una nuova Università - "L'Universitè Nouvelle", - che infatti sorse, ed in cui egli cominciò a dare le sue lezioni scientifiche di cosmografia, nelle quali fino ad oggi nessuno ha saputo superarlo. Fra tanta e universale ammirazione ohe lo circondava, Eliseo Reclus non cessò mai di propagare ad alta voce le sue idee libertarie, delle quali condensava le bellezze in opuscoli popolari che di quando in quando lanciava tra il proletariato sfruttato, facendo cosi atto di solidarietà del suo intellebt!o sovrano con le umili intelligenze irradiate, come la sua, dalla coofortante visione di un avvenire di giustizia e di libertà. Ho ancora vivo nel pensiero il primo incontro che ebbi or sono alcuni anni, col vecchio e venerato maestro. Era nell'inverno rigidamente glaciale del 1894-95, quando l'uragano della reazione crispina, - che aveva trovato modo di sollev-are contro di noi in onde burrascose petiflno le tranquille acque repubblicane elvetiche, - ci aveva cacciati verso il nord e fatti cadere (eravamo in quindici, espulsi dalla Svizzera) nella oapitlale belga. Nella "Maison du Peuple ", dove eravamo andati in cerca di altri compagni nostri, che dovevano averci preceduto, ci incontrammo in Eliseo Reclus, che era venuto a "chercher !es camarades chassès de la libre Suisse" (com'ei diceva). Fummo con lui, che era particolarmente affettuoso con i giovani - caratteristica comune a quasi tutti i più gmndi maestri della scienza, - e andammo insieme a casa sua (una casetta linda, che ricorda curiosamente quella di "Guglielmo Froment ", in "Plarigi" di Zola), e vi trovammo tutto il confort morale, di cui più abbisog,navamo in quell'ora triste, in cui ci si cacciava da tutte le parti, mentre non sapevamo neppure dove avremmo potuto essere l'indomani. Dopo la m!odesta refezione, però piena di allegria, ch'egli ci offrì, il buon vecchio - sostenendo con Hamon, che em della comitiva, una discussione acdalorata e riboccante di humour, - ci rivelò in tutto l'ardore della sua vecchia fede, ringiovanita ad ogni nuova prova. Egli affermava ohe la reazione è come la pietra di assaggio per i partiti d'avvenire. e che senza tale prova di resistenza questi non saprebbero affrontare la lotta suprema, per \·incer la quale bisogna aver dimostrato, di possedere la vitalità sufficiente per opporsi alle forze contrarie nella battaglia della evoluzione sociale. E sosteneva che questi tremendi uragani, scatenati ogni tanto sulle file anarchiche con minaccia apocalittica di sterminio, danno alla d<>ntesa l'aspetto eroico di una vera palingenesi sociale; poichè mentre si dà la caccia violentemente agli uomini dell'Idea, questa risplende nel cielo della speranza umana col fascino del sacrificio, e il manipolo dei sopravvissuti a ciascuna di questie orgie di persecuzione fuso mille volte più dell'esercito grigio e confuso dei tempi ordin<arii nel quale, fra gli elementi differentissimi che vanno dal ribelle impulsivo al pensatore filosofo, dal violento al martire, la selezione purificatrice non ha portato la benefica consolidazione dei caratteri e una maggiore fusione organica propria degli elementi che hwn superato, senza piegarsi o rompersi, la lotta. Egli concludeva che la idea purissima di libertà integrale, che è la nostra bandiera, come è il contenuto indispensabile di un ordine sociale in cui la, scienza sia la religione, si rafforza nelle asperità e ne trae alimento ed audacia. Mentre il vecchio maestro parlalV'a.,con fede d'un cuor nbbile che non invecchia mai, e con la mente penetrante che vede più lontano della oscurità dell'ora presente, io osservavo col legittimo orgoglio di un fratello minore, quella magnifica testa leonina, dalla grande aurelola immacolata della venerabile ca:nizie, e vedeva nella pallida konte dei giovani operai, miei compagni d'esilio soddisfazione di appartenere, spritualmente, alla famiglia di questi precursori gloriosi della scienza e dell'idea Pietro Gori Luglio 1905. CONTROCORRENTE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==