Controcorrente - anno XVII - n. 20 - set.-ott. 1960

nulla, sarà siouramente il viaggio più avventuros? ed istruttivo che mente umana possa compiere. Il primo capitolo del libro in esame è dedicato alla critica del marxismo. Ma vorrei dire agli ammiratori di Marx di persistere nella lettura, perchè potranno vedere con diletto come il loro idolo, cacciato fuori dalla finestra, rientra dignitosamente per la porta. Mi spiego meglio per non essere frainteso. Rocker è decisamente contro la centralizzazione del poteve e contro la standm-dizzazione dei Upi umani; ma queste aberrazioni non sono necessariamente derivate dal solo marxismo, tanto è vero che nella " libera " America il fenomeno della standardizzazione degli uomini è tanto più progredito ed impressionante che noi mondo sovietico. La Russia di oggi poi va decentralizzando il sistema della produzione e della distribuzione, mentre in America si va accentrando tutto a Washington. La libera impresa, le libere scuole, la libera società americana standardizzruno cervelli, e costumi, e vita sociale, dovunque mettono il piede; ed in maniera tanto più ieroce quanto più si proclamano libere. Non posso ora fermarmi ad esaminare questi fenomeni ed a dimostrare che sono piuttosto il risultato d'industrializzazioni senza vero socialismo. Il Rocker sembra che non voglia accettare di Marx neanche quello che perfino gli accademici dell'Italia mussoliniana e papalina comunemente ammettono, e cioè che il teorico del materialismo storico abbi'a messo in evidenza il valore determinante del fattore economico nel grandi e nei piccoli avvenimenti storici. Ma sostanzialmente poi " Nazionalismo e Cultura" mette proprio in evidenza che la cultura ed il progresso sono sta'li sempre conculcati e distorti da interessi di regnanti e di classi dominanti. Forse nel futuro la storia la faranno gli idealisti e gli onesti, ma a tutt'oggi è stato il materialismo e l'interesse dei pochi a determinarne le svolte; con l'appoggio delle baionette, degli intellettuali venduti e degli ignoranti illusi. Il Rocker, non avendo assistito allo sviluppo di fatti e di idee In questo secondo dopoguerra, doveva necessariamente credere che la fiaccola della libertà brillasse piuttosto ad occidente che ad oriente. Ma a noi lettori del 1960 è noto che la Russia, avendo raggiunto una maggiore siourezza e stabilità interna, è più disposta dell'America a concedere libertà ed autonomie locali a governi che si autod-eflniscono " comunisti ~~~~"ea{~i eec!. partiti comunisti cattolici, "A buoni intenditori poche rparole ". Qualunque sia l'orientamento politico del lettore, se intelligente, piglierà a cuore il messaggio del Rocker che può essere cosi sintetizzato: " Siate uomini pensanti col vostro cervello. Lottate per preservare la dignità umana per voi e per i vostri fratelli e ricordate che non c'è dignità, creatività. o gioia di vivere là dove la libertà non è profondamente onorata". Ho detto poco prima che il libro del Rocker è In un certo senso superato e che OTTOBRE 1960 i giudizi dell'autore su fatti e personaggi non possono essere presi alla lettera, o come definitivi. Cito alcuni esempi. Egli condanna Marx, Fiohte, Hegel come i teorici degli Stati totalitari; condanna altresl Rousseau e la democrazia come padri spirituali di Robespierre, e Kant come responsabile delle mostruosità dei moderni dittatori. E' vero che attraverso le interessate deforamzioni dei loro segugi intellettuali, i moderni mostri del potere si sono appoggiati a quei fllosofi, o meglio a taluni aspetti delle loro teorie; ma esse nel loro insieme hanno anche un valore umano costruttivo. Nè i biliosi attacchi di idoli detronizzati, nè le ansiose amticipazioni degli idealisti del futuro possono cancellare l'apporto originale che i pensatori sopra citati, ed altri meno noti, hanno dato al progresso e alle migliori forme sociali del futuro. Rousseau per esempio è l'autore di "Il Contratto Sociale" in cui mette la società al disopra dell'individuo, ma è altresl l'autore dell' "Emilio" in cui esalta l'individualità fino all'esasperazione. Egli credeva che individui educati col suo metodo potessero diventare cittadini di chiara coscienza, autori essi stessi delle loro forze sociali, pensosi del bene e dell'interesse di tutti. Non fa perciò meraviglia che egli voglia venerata quella società ideale, creatura perfetta di cittadini ideali. Siamo con Rousseau nel regno dell'utopia. Storicamente però è certo che egli per primo esplicitamente ha criticato e demolito la società reale in cui viveva, accusandola aspramente di tutti i mali e di tutte le ingiustizie di cui pativano gli uomini del suo tempo. Solo se presi separatamente dal loro contesto ed avulse da tutta l'opera del Rousseau si po=o condannare i concetti informativi di "Il Contratto Sociale". E così per Kant. Egli è il filosofo del dovere ossessivo. della libertà come principio categorico; ma è altresl il filosofo che gl'orifica l'individualità conoscitiva della mente umana. Nella sua "Critica della Ragione Pura" egli dice che le forme del saipere sono limitate, perchè create dalla mente umana che per sua natura è definita e limitata. La con·oscenza perciò, secondo Kant, può es.-;ere solo contingente e fenomenica; Non Dogmatica, non Assoittta, non Universale, come la ragione vorrebbe e come i sacerdoti di tutte le dottrine affermano. I mezzi della conoscen·za umana sono in'adeguati alla conoscenza dPllo Assoluto. E chi può dire che in questo Kant ha errato? Potrei ancora continuare con esemoi del geneTe, ma sarà meglio lasciare al lettore l'a gioia di vedere da sè i meriti e le unilateralità del Rocker. Di una cosa si può dare a Lui ampio credito. J.;a Sua ferma volontà di lavorare per le forz~ del bene. che è in ultima analisi san·amente intesa. cultura creativa e disinteressata. Tutto ciò che il Rocker critica od esalta è in se stesso corretto, ma solo dal 1Junto di vista contingente del momento storico e della Sua g-rande fede di libertario convinto: e di ciò gli sia onore. Che la Sua fatica non sia stata v'ana! N. Sera,w Phoenix, 20 Ottobre 1960 23

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