pugnalatori. E' avvenuto cosi anche in Italia al tempo di Bresci. Noi tutti eravamo dei brescisti. Il processo è stato fatto a Lione, nel palazzo di Giustizia. Nessuno entrava senza l'invito del presidente Breuillac. E' inco· minciato alla mattina del 2 agosto. Caserio è stato introdotto alle 9 ant. Vent'anni, magro, (Pallido, capelli rasi e biondastri, bafti nascenti, faccia lunga e piatta illuminata da due occhietti sfavillanti nelle occhiaie fonde. I giornali l'hanno propalata per una faccia da Pierrot infarinata. Aveva l'aria di un tisicuzzo cresciuto nei prcstini sporchi dei suburbi. Era incatenato e non gli si tolsero le cordicelle alle braccia che nella gabbia. Calmo e quasi sorridente percorse con lo sguardo l'uditorio e depose accanto a lui il berretto di canottiere che portava al momento dell'esecuzione del presidente. Egli aveva respinto l'avv. Podreider che voleva difenderlo con l'epilessia ereditaria, l'atavismo e la follia. - Io sono responsabile di quello che ho fatto. Alle interrogazioni presidenziali risponde· va ,senza emozione e senza irriverenza. La sua voce bianca ,pareva quella di un ventri• loquio. Carnot è stato pugnalato alle nove di sera mentre andava alla rappresentazione di gala che i lionesi davano al presidente della Re• pubblica. La carrozza di Carnot era seguita da un plotone di corazzieri. Caserio si è staccato dalla folla del marciapiede, andò al predellino della vettura e con la mano sinistra alla portiera pugnalò il presidente con la mano destra senza che alcuno se ne accorgesse. S'egli fosse riuscito e confondersi con le moltitudini avrebbe potuto evitare la ghigliottina. Venne rincorso per la fretta ch'egli aveva di sfondare le muraglie umane. Tre ore dopo Carnot era morto. Caserio, salvato dal linciaggio popolare con l'arresto, non ha esitato. Ha riconosciuto per suo il pugnale insanguinato tolto dal cuore del presidente. Soliloquio - Si è detto che voi siete irresponsabile dei vostri atti, gli disse il Presidente della Corte d'assise. - Signore, io sono assolutamente responsabile. - Questo delitto, caserio, voi l'avete premeditato freddamente. - J e suis anarchiste. - Da quando avete concepito l'assassinio? - Da quando Henry è scomparso dal palco del carnefice. Il terribile dramma giudiziario è finito con delle lagrime quando il difensore parlava di sua madre e della protesta quando volevano che il suo maestro d'anarchia fos· se Gori. - Io sono il maestro di me stesso, ha risposto con veemenza. Egli ha ascoltato la sentenza di mortt- con le mani chiuse al reticolato di ferro, con la testa leggermente inclinata a destra, st>nza guardare alcuno. Si mise in testa tranquillamente il berretto bianco. Mentre gli mettevano le cordicelle alle braccia ha tentato di gridare: - Viva la rivoluzione sociale! - Poi aggiunse in italiano: - Coraggio, camerati, e viva l'anarchia! Il 16 agosto, quindici giorni dopo il processo, Caserio è stato ghigliottinato davanti la prigione di San Paolo, durante un terribile uragano che pareva volesse piegare la ghigliottina degli alti capolavori umani. Il direttore lo ha svegliato che dormiva profondamente. Si è ricordato della madre e grosse lagrime hanno inumjdito le guance del fornaio di Motta-Visconti. A due passi dalla bascule divenne rigido. Respinse il prete con furia. Buttato sotto la lunetta e trattenuto dagli aiutanti, Deibler, quello in tuba, premette il bottoncino e la lama fece cadere nel paniere la testa del ventenne prima che terminasse l'ultima sillaba della parola anarchia. P.V. GIORNO DEI MORTI La festa dei morti viene con la nebbia autunnale: le castagne e i vini nuovi per i vivi e i crisantemi per le tombe dei non più vivi, di quelli che l'hanno, la tomba, e non divennero grigio fumo evanescente in un cielo nemico. Questo macabro particolare del denso fumo grigiastro mi era venuto improvvisamente davanti agli occhi domenica 26-10-1948 ascoltando a,ll'Eliseo Gaetano Salvemini dire in quel suo modo caratteristico e brillante di 1,Piattellare le più crude verità, che noi abbiamo ormai fatto "cotenne" cosi dure da non commuoverci nemmeno davanti a migliaia di morti. Disse allora proprio "cotenne" e il pubblico scelto e numeroso applaudi trascinato dalla sincerità amara del vecchio Maestro prodigiosamente giovane di spirito. E io mi sentii orgogliosa che Salvemini avesse usato un linguaggio crudo, ma denso di quel sentimento di umanità che i signori uomini politici disdegnano quando non torna a vantaggio dei ~oro fini propagandistici, di quel sentimento che viene considerato retaggio 20 CONTROCORRENTE
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