meglio; son lavoracci quelli, impossibili per te. Mentre le domande e le risposte si succedevano, ritornai colla mente a quella povera famiglia, pensando che quella sera al suo magro desco mancava il pane che avevamo consumato e sentii un brivido pensando al freddo sofferto la notte precedente; mi guardai addosso: ero coperto di cenci. La realtà mi spinse ad insistere nell'idea che era necessario trovar lavoro, ad ogni cosbo, e finirla con quella vita di privazioni inaudite. - Andiamo, domanda lavoro, dissi ancora al mio compagno di povertà. Tiriamo avanti - rispose di nuovo oon accento canzonatorio. - No: se vuoi cosi vieni almeno a domandare !avono per me. Visto che non si fermava, con un balzo mi gli piantai davanti. Dovevo essere sconvolto, perchè lo vidi impallidire. - Eh! sei proprio un 41green", mi rispose, ma chiese ed ottenne lavoro. Lui fuggi dopo venti giorni senza dare un soldo alla famiglia che ci aveva ospitati. Io lavorai in quel posto una diecina di mesi. Eravamo una colonia di piemontesi, lombardi e veneti, v'era un'orchestrina, si ballava e cantava molto, chi era capace s'intende, non io che al ballo specialmente non ho abilità veruna. Ma vi erano anche le febbri, e tutti i giorni qualcuno batteva i denti. Da Springfield mi recai a Meriden, Conn. ove lavorai In due cave di pietra, e per un contrattore in qualità di bracciante. · Vissi, nei due anni che vi dimorai, con due buoni veccNetti, marito e moglie, entrambi toscani, imparando cosi la bella lingua toscana. Da Meriden in .seguibo ai ripetuti inviti di un mio concittadino ritornai a New York. ·- Cerca del tuo mestiere, mi disse. Infatti trovai al Sovarin's Restaurant, in Broadway, in qual!tà di aiutanbe pasticciere. Dopo sei o otto mesi fui licenziate>, non so se per sbaglio o per perfidia dei compagni di lavoro. Trovai quasi subito lavoro in un Hotel situato sulla 7th Avenue fra la 46.a e la 47.a strada, se non erro. Dopo cinque mesi fui licenziato. A quell'epoca i "chefs" cambiavano sownte gli operai, dividendo con le agenzie di collocamento la percentuale della paga che gli operai sborsano per l'occupazione ricevuta. Il concittadino che mi ospitava, andava ripetendomi: "non ti scoraggiare, cerca del tuo mestiere, finchè ho a casa pane e lebto, non ti mancheranno, e quando ti occorrono soldi hai solo da dirmelo - e mi dava di quando in quando anche del denaro senza esserne richiesto. Gran cuori fra la marmaglia, non è vero o farisei? Bartolomeo Vanzetti da L'AGITAZIONE, organo del Comitato di Difesa, gennaio, febbraio 1921. N O T A - Rlpubbltchlamo !e note autobiografiche scritte da Sacco t' VanzetU quarantanni fa. Serviranno dl guida a coloro che intendono lnteressanl del caso ed evitare dl cadere 1n inesattezze che suonano Insulto alla verlla'. Ce lo hanno suggerito le fantasllcherte stampate tn un giornale mUanese dl recente. Serviranno anche a ricorda.re ai compagni le qua.lita' adamantine dl Sacco e Vanzetti. AGOSTINO DE BIASI e' un superstite dell'era fascista. E' sopravvissuto a tulle le tragedie di carattere patriottico e nazionale. Ha tessuto le lo,li di lt1ussolini, es-altandone il genio, il coraggio, l't1bilita'. L' lta esaltato cd elevalo alla stelle conte condottiere e conquistatore dell'l,npero. L'ha rivestito di fasti e di gloria. Ne ha cnnlate le lodi in 111ille guise cnu. la sua prost1 robu,ta ed aflgressiva ed insolente e strisciante. De Biasi ha gettnto fra i pie,Ii <lel pubblico l'bnmagine ,li un r,01110 che avrebbe fatto fronte al 11.eniico piu' agguerrito. Poi anche il suo eroe e' finito ••. E' finito conie tutti sanno. Lo spettacolo ,lel Duce a11peso a,l un gancio di " garage " ha dovuto inspirare acl Agostino De Biasi cliissa' quale triste:;:;a. Lo scriba coloniale, il giornalista clal polso socio e dalla prosa seni1,re pronta all'esalta:;ione della patritl, si e' zittito. Neanche quantlo anche il re traditore e senza onore ha dovuto /are le valiRie ha trovato l'anlire cli esaltarne la gloria cn1ne aveva fatto in passato. Agostino De Biasi, confrontato con Io spettacolo triste di co,lardia e di intmoralita' non ha rischiato di esibire la sua prosn servile a abbietta. O·ra si contenta di ricordarr, rsaltandole, le qualita' dei vecchi canierati come Generoso Pope ••. Forse, a te,npo perso, ritorneranno a fare la coniparsa i vecclti soci che hanno nieritato biascicate litanie e osanna ••• A te1npo perso, /orse, il vecchi() giornalista, ci ricordera' di alcuni tlei noti istrioni i cui no,ni fece·ro parte clelle bande assassine degli scherani in ca1nicia nera. E li rivestira' ,li erois1no, li fora' credere alfieri senza 1nncol1ia r senza paura. E noi ci ,livertirc1110 a seguirlo nella esaltazione ben n1eritata per lc0 loro generosita' quando Mussolini posava atl intperatore. OTTOBRE 1960 13
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