spegneva la luce elettrica, bisognava fermarsi, o muovere a tastoni brancicando nel buio, per non urtarsi l'un l'altro o inciampare negli oggetti. Il vapore dell'acqua bollente che saliva dalle vasche ove si lavavano le terraglie, casseruole e argenteria, formava grosse goccie di acqua attaccate al soffitto dal quale cadevano ad una ad una su la teste madide di sudore. Nelle ore di lavoro il cald'O era orribile. I rifiuti delle mense, ammassati in appositi barili emanavano esalazioni intossicanti. I "sinks" non avevano tubi di conduttura, e l'acqua cadeva sul pavtmento scivolando verso il centro ove s'apriva un buco di conduttura. Ogni sera quel buo:> si otturava e l'acqua saliva fin sopra gli appositi telai di legno, posti sul pavimento per salvaguardarci dall'umidità. Allora si pattinava nel brago. Si lavorava. un giorno 12 ed uno 14 ore: ogni due domeniche si aveva 5 ore d'uscita. Vitto fradicio (per la canaglia) 5 e 6 scudi settimanali di paga. Dopo 8 mesi me ne andai per non contrarre la tisi. Era un triste anno quello. I poveri dormivano all'aperto e rivoltavano le Immondizie nei barili per trovare una foglia di cavolo od una mela marcia. Per tre mesi sgambettai New York quant'è lungo e largo senza riuscire a trovare lavoro. Un mattino, In una agenzia di collocamento al lavoro, incontrai un giovane più pezzente di me. Era andato a letto senza cena la sera Innanzi, ed ora. era ancora digiuno. Lo portai in un ristorante e dopo aver divorato, con voracità lupesca, una colazione, ml disse che restare a New York era una bestialità, che, se avesse avuto soldi sarebbe andato in campagna, ove qualche pò .si lavora, arrancando alla meglio un tozzo e un giaciglio, senza contare l'aria pura e il bel sole che non costano nulla. Qualche soldo in tasca l'avevo ancora, e senza farla lunga lo stesso giorno, preso 1o steamboat ci recammo a.d Hartford, Conn. DI Il si parti in treno alla volta di un piccolo villaggio - non ricordo il nome - nel quale il mio compagno aveva antecedentemente dimorato. , Ci rivolgemmo per lavoro ad una famiglia. americana di agricoltori. Il capo ci oondusse per tutto il villaggio allo scopo di trovarci lavoro, ma fu vano sforzo. Allora, visto la nostra condizione, più per umanità che per bisogno, ci diede lavoro per due settimane. Ricorderò sempre la 12 bontà di quella. famiglia, e mi dispiace di non ricordarne il nome. Qui taccio per brevità il nostro pellegrinaggio in cerca di lavoro. Girammo una infinità di villaggi. Il mio compagno bussava agli uffici d'ogni fabbrica, ma nel ritornare mi buttava un "niente" a venti passi di distanza. Finirono i soldi. A piedi arrivammo nelle vicinanze di un villaggio sull'imbrunire della sera. C'introducemmo in una stalla abbandonata, e li passammo la notte. .l).ll'alba, ci alzammo dirigend:od verso il villaggio, South Glastonberry se non erro, ove il mio compagno aveva prima abitato. Un piemontese, fattore in una grande piantagione di pesche, cl servi una abbondante colazione. Superfluo il dire che onorammo il cuoco. Verso le 3 p.m. si arrivava a. Middletown, Conn., stanchi, laceri, affamati ed inzuppati da tre ore di ininterrotta pioggia. Al primo che Incontrammo chiedemmo di qualche italiano del Nord (il mio illustre oompagno era campanilistico all'eccesso) ed egli ci additò una casa vicina. Picchiammo; fummo ricevuti da due donne siciliane; madre e figlia.. Chiedemmo loro il favore di asciugare i panni alla stufa. Mentre ci asciugavamo con i panni , chiedevamo informazioni sui lavori del paese. Ci risposero che era impossibile trovar lavoro in paese, e ci consigliarono di recarci alla vicina Springfleld, ove vi sono tre fornaci di mattoni. Osservando la lividura ùel nostro volto e sentendoci tremare, ci chieseno se avevamo fame. "Non mangiamo dalle sei di questa mattina" rispondemmo. Allora la figlia ci porse un grosso pane ed un lungo coltello, dicendoci: "non posso darvi altro, ho cinque figli e la vecchia mamma da sfamare; mio marito lavora sulla strada ferrata e non busca che $1.35 al giorno, ed lo per giunta .sono ammalata da lungo tempo". Ma mentre tagliavo Il pane, ci porse tre mele che era riuscita a trovare nel fondo di una madia. Rifocillati alla meglio partimmo alla volta delle fornaci. - Che ci sarà laggiù ove sorge quella ciminiera? - chiesi al mio compagno. - La fabbrica di mattoni di certo. - Andiamo a chieder lavoro? - E' troppo tardi - rispose egli - non troveremo nessuno sul lavoro. Andremo alla casa dei padroni. - Va, tiriamo avanti, che troveremo di CONTROCORRENTE
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