cana di Truillio, gli Stati Uniti comprano lo zucchero del dittatore. Compra i criminali delle varie Repubbliche del Centro America e li arma e li addestra per un possibile attacco a Cuba (questa volta non credono di poter usare i marines, come sempre?). Il consiglio ai cittadini americani che vivono in Cuba di lasciare l'isola vuol significare forse che l'attacco è imminente. Di fronte a un simile frangente io penso che se un Fide! Castro non esistesse in Cuba bisognerebbe crearlo. R.T. I CAMPI DI CONCENTRAMENTO •0110 raddoppiati. u,,a cosa i11credibile. Alla fi11e della guerra nel 1945, i campi di concentra,nento racchiudevano 12 niilioni di esseri uni.ani. Con l'inferno creato ,lalla guerra cio' era co,nprensibile. Con i proble,ni raz .. :iati, le citta' distrutte, le popola=io11i spostate e l'inJerno creato dalle persecu:io11i dei dittatori. questa situa.zione era com.prensibile. Ma ora? A,l un conl{resso or,:ann::mto dalla Federcnione dei Vetcra"i di Guerra del /lfondo te11ulo ad Oslo, il Pro/es• sore Charle, Richet di Parigi, un esperto niedico. dichiarava che la popola.=ione rinchiusa nei canipi di concentra,nento oggi e' raddoppiat<1. Nel 1945 il nu1nero dei rinchiusi aninwntava a 12 1nilio1Ji - nel 1960 vi sono piri' del tloppio, cioe' un totale di: 25 ,nilioni. Il professore 1Jo,a. ci ha ,lato il totale per ogni nazione ,na cio' non e' iniportante. L'i,nportante e' il totale. JI iene da ,lonia1ularsi perche' qµesto enornie numero di persone e' tenuto tuttora nei reticolatia sotto la sorveglUlnza di aguzzini: che non conoscono il piu' elenientare ,lei sentim.enti umani. Sorge spontaneo il desiderio ,li conoscere le ragioni di questo trlltta,nento tuttora in vigore dopo qui,a.- dici anni dalla fine della guerra. · Documenti BARTOLOMEO VANZETTI [ Note Autobiografiche] La mia vita non può assurgere a valore di autobiografia, comunque considerata. Anonimo, nella folla anonima, essa trae luce dal pensiero, dall'ideale che sospinge l'umanità verso migliori destini. E questo ideale io riasswno come balena nel m1o pensiero. Nacqui 1'11 giugno 1888 da G. Battista Vanzetti e da Giovanna Nivelli, in Villafalletto, provincia di Cuneo, Piemonte. Questo Comune che s'erge sulla sponda destra della Magra, ai piedi di una bellissima cat'ena di colline, è eminentemente agricolo. Quivi vissi finio all'età di tredici anni, in seno alla famiglia. • Frequentai le scuole locali, amavo lo studio, e ottenni il primo premio all'esame di proscioglimento, il secoIUio nel catechismo. Mio padre era indeciso se farmi .studiare o darmi un mestiere. Un giorno, lesse su "La Gazzetta del Popolo'' che a Torino quarantadue avvocati avevano concorso per un impiego da 45 lire al mese. Si determinò. L'annio 1901 mi portò preSSQ Il signor Comino esercente una pastieleeria nella città di Cuneo. Qui lavorai una ventina di mesi; si lavorava dalle 7 a.m. alle 10 ,p.m. ed aWV'O tre orette di libera uscita ogni 15 giorni. Da Cuneo mi recai a Cavour presso il slgnor Goitre, pel quale !aV10rai tre anni. 10 Le condizioni di lavoro non differivano che nell'aver 5 ore invece di tre, di libera uscita. Il mestiere non mi piaceva, ma tiravo avanti per far piacere a mio padre, e rper non saper quale altro mestiere scegliere. Nel 1905 da CaVIOUrmi recai a Torino collo scopo di trovare lavoro. Non trovando occupazione in quella città, mi recai a Courgè, ow lavorai sei mesi. Da Courgè tornai a Torino occupandomi in qualità di caramellista. In Torino, nel febbraio del 1907 caddi ammalato. Ero cresciuto alla rpena, ,sempre rinchiuso, privo dell'aria, del SDle e della gioia, come "un mesto fior di serra". Venne mio padre, mi chiese se preferivo ritornare a casa e recarmi all'ospedale. A casa mi attendeva la mamma, la buona, la idolatrata mamma, e vi ritornai. Le tre ore di treno I~ lasc,o ·giudicare a chi soffri di pleurite. Mia madre m'accolse singhiozzando. Mi misi in letto, vi restai per oltre un mese e per altri due camminai appoggiato ad un bastone. In fine ricuperai la salute. Da allora fino al giorno che partii per l' America vissi insieme alla famiglia. ' Quel perLodo di tempo fu uno dei più felici di mia vita. ContaV'O vent'anni: l'età delle spe• rani,e e dei sogni, anche per chi, come me, CONTROCORRENTE
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