Controcorrente - anno XVII - n. 19 - lug.-ago.1960

assemblea", minacciando i fulmini delle censure ecclesiastiche, e pensino della scomunica maggiore, ai trasgressori di questo suo comando. Ma il popolo non si sgomentò, e il 25 gennaio le elezioni, "a suffl<agio diretto ed universale", mandarono a Roma duecento deputati, a costituire quella gloriosa Assemblea, che si proclamò Costituente dello Stato romano, ma intendeva di attribuirsi il carattere di Italiana. Quesro carattere em ebbe anche formalmente, perchè vennero eletti gli lltallani tutti, senza discriminazioni regionali. Fra essi, oltre a cittadini cospicui dello Stato romano, eran'o anche Mazzini e Garibaldi. Prendiamo occasione da questo ricordo per segnalare un articolo di un illustre ignobo, comparso su "L'Ora d'Italia" recentemente, nel quale si parla di una "gaffe" e di uno "scacco" di Giuseppe Documenti Garibaldi, perchè questi propose che venisse immediatamente proclamata la repubblica. L'autore sorvola sulle date, per ,poter dire gaffe e scacco; ma Garibaldi fece la propotsta esattamente il 5 febbraio, e l'assemblea oppose semplicemente un fatto rprocedurale: e cl-oè che occorreva procedere anzitutto alla costituzione legale dell'assemblea. Il che fu fatto nei giorni seguenti, con la nomina delle cariche; la presidenza toccò al patriota Giuseppe Galletti, e la notte del giorno 8 febbraio, ossia tre giorni dopo la proposta di Garibaldi, veniva '8,p• provata una risoluzione dettata da Quirico Filopanti, nella quale si proclamava decaduto di fatto e di diritto il potere itemporale dei ,papi e si proclamava nello stesso tempo la repubblica, quella breve ma gloriosa Repubblica Romana che il papa stroncò per mezzo delle baionette francesi. Alma VANZETATLILASORELLAAG,LAIMICI Cari amici, sorella carissima: Io sono innocente! Io posso tenere alta la fronte! La mia coscienza è pulita! Muoio come ho vissuto, lottando per la Libertà e per la Giustizia. Oh, che lo possa dire a tutti gli uomini tutta la verità! Che io possa dire a tutti gli uomini che non è per quel delitto mostruoso che io sono condannato! Nessun verdetto di morte, nessun giudice Thayer, nessun Governatore Fuller, nessuno Stato reazionario come quello del Massachusetts possono trasformare un innocente in un assassino. Il mio cuore è trabOlccante di amore per tutti quelli che ml sono cari. In che modo dir loro: addio? Cari i miei amici; cari i miei difensori! A voi, tutto l'affetto del mio povero cuore, a voi tutta la gratitudine di un soldato caduto per la Libertà. Voi avete lottato con fede e con coraggio. Il fallimento non vi è imputabile. Non disperate. Continuate la battaglia intrapresa per la Libertà e l'indipendenza dell'uomo. Mia cara sorella, che gioia il rivederti e intendere le tue dolci parole d'amore e d'incoraggiamento. Ma lo credo che sia stato uno sbaglio terribile quello di averti fatto attraversare l'Oceano per vedermi qui. Tu non puoi capire quanto io soffra di vederti assistere alla mia agonia e di vederti costretta a vi~re le sofferenze che lo devo affrontare. Quando tu ti sarai riposata e quando avrai ritrovata la forza necessaria, ritorna in Italia presso i nostri cari. A questi cari, come ai nostri buoni e fedeli amici, tu porterai il mio messaggio di amore e di riconoscenza. Che importa se nessun raggio di sole, se nessun lembo di cielo penetra mai nelle prigioni costruite dagli uomini per gli uomini? Io so che non ho sotterro invano. Ecco perchè porto la mia croce senza rimpianto. Presto i fratelli non si batteranno con i loro fratelli; i bimbi non saranno più privati del sole e allontanati dai campi verdeggianti; non è più lontano il giorno nel quale vi sarà un pane per ogni bocca, un letto per ogni testa, della felicità per ogni cuore. E questo sarà il trionfo della vostra azione e della mia, o. miei compagni e amici. Affettuosamente. Bartolomeo Vanzetti AOOSTO 1960 9

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