Divagazioni ILBRACCISOECOLARDELLCAHIESA Quanta "democrazia" esista nella Chiesa Oattolioo - nella quale Il capo, il duce "ha sempre ragione", tanto più che è addirit· tura infallibile - nldn è il caso di Insegnarlo agli Iltaliani, che da tlalllti e tanti seicoli hanno sulle spalle il peso di quella gerarchia. Ossia \Sanno quale obbedienza cieca (perinde ac oadaver> sia dovuta gerarchicamente dall'inferiore al superiore, e sanno, soprattutto, che l'erelsia è punita, ben più che con le terrestri maledizioni, espulsioni, censure, scomuniche, medi'a?lte la dannazione etexma, con ipene iatiroci che si prolungheranno indefinitamente nel tempo. Ma per la Libertà è il caso di rievocare quale sia Il reale ed immutlablle ~siero della Chiesa, pur senza risalire ad altri tempi, i quali avrebbero pure insegnamenti ed ammonimenti numerosi da fornire In propositto agli smemorati ed ,agli Illusi. Se oggi c'è una certa libertà di pensiero e di stampa, se c'è la possibilità di partecipare alla vita pubblica mediante le elezioni, es.5a rappr(j,(ffita ,proprio una conquista contro l'assolutismo dei papi e dei monarchi, conquista ottenuta attraverso lunghe ed aspre lotte, costate secoli di carcere e migliaia di vittime ai precursori. Accontentiamoci di risalire al papa Gregorio XVI, del quale basterà ricordare la frru;;e di una enciclica del 1832, In cui condaruna "quella pessima nè mai abbastlanza esecrata e aborrita libertà di staml)'a nel divulgare scritti di qualunque genere". Passando al suo degno successore Pio IX, eccone la condanna solenne "contro la strenata libertà di pensare, di parlare, di parlare, di iscrivere, ercco il suo acerbo biasimo contro i cattolici-liberali colpevoli "di acconsentire al libero esercizio del culti e di ammettere gli acattolici ai pubblici impieghi". Ma ecco il documento più retrivo, oscvrantista, odioso, che sia mai !Stato emesso dalla Chiesa dopo il Concilio di Trento: alludiamo al famoso Sillabo del 1864, nel quale Pio IX chiama prava, falsa e perversa "la libertà di cdscienza, la libertà di manifestare I propri pensieri, sia di viva voce che per Iscritto" e nuovamente condanna la libertà di culto. 8 Arriva poi sul trono ,ponti.tlcio Leone XIII, e tuonia a sua volta contro "la sfrenata libertà del pubblico e della stampa" ed emana una enciclica contro Il liberalismo, perchè questo sostiene la libertà di parola, di coscienza, d',nsegnamento, di culto. Leone XIII è Il primo a porre in termini netti l'antitroi fra democrazia cristiana (era quella di d= Romolo Murri, nel 1901) e democrazia socialista. Da allora, si è !tatto tanto cammino, da arrivare, con Pio XII, fino alla negazione della assoluzione a quei cattolici che accettlano la dottrina economica del socialismo. Fra Le'olne XIII e Pio XII, sta Pio X, il quale, mediante provvedimenti rigorosissimi, draconiani, stronca Il modemismo di don Romolo MuNi; e c'è Pio XI, il quale •nel 1922 rimu'ove la condanna contro "il modernismo politico, morale, giuridico, sociale", e inveil9ce contro "la natura empia ed ingiusta del comunismo". E' di Pio XI la frase: "O oon Dio o contro Dio", che Pio XII ripeterà sostituendo il nome del Figlio al nome del Padre: "0 per Cristo o contro Cristo", e che un Pio XIII ,potrà (se farà in tempo, perchè il mondo corre veloce: motus in fine velocior !) sostituire col tel'7Jo elemento della Trinità: "O con lo Spirito Santo, o contro lo Spirito Santo!" Quando Pio IX, ,nel novembre 1848, abbandonò Roma dopo Il proprio famoso "voltafaccia" e si rifugiò sotto le ali protettrici del bigottissimo Ferdinando Il re di Napoli, i Romani deliberarono di eleggere un'assemblea cosUtuente. Il papa si ricordò che il suo predecessore, Gregorio XVI, aveva scritto inell'enciclica già citata del 1832, che "chi resiste alla potestà resiste all'ordinazione di Dio; il divino e l'uman'O gridano contro coloro I quali con infamlssi· me trame 'e con macchinazioni di felloni Impiegano i loro sforzi nel mancare di fede ai Principi e nel balzarli pur anche dal trono". Come era capitato proprio a lui, Pio IX! Ed egli, in data 1.o gennaio 1849, diresse un BREVE ai suoi sudditi nel quale proibl loro "di prendere alcuna parte nelle riunioni che si osassero fare per le nomine degli individui da inviarsi alla condannata CONTROCORRENTE
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