arginò tutte le acque e riplasmò gli uom1m. L'America che non poteva esistere, una volta scoperta non poteva essere una terra comune. Nata dall'impossibile, essa non poteva non darci cose impossibili. Ogni meraviglia è nell'assurdo, e questa terra assurda creata dalla adlucinata fantasia Idi un uomo non poteva e non doveva essere se non una plaga superumana. Il giorno in cui andremo a fare una passeggiata nella luna saremo estremamente disillusi. Egli è perchè tutti ne concepiscono la possibilità e la fantasia precorre il fatto. L'America invece non fu concepita che da un uomo solo - ecco perchè dovette sorprendere e meravigliare tutti gli uomini. Essa fu aa rivelazione di un genio. Fu un'opera d'arte, la creazione di una mente sovrumana che balzò dall'ignoto e dall'imprevisto. L'uomo che la concepi, che la desiderò, che Ja volle furiosamente e la trasse dal nulla, la immaginò non certo come la vecchia e rilasciata Europa. E tutte le sue visioni si sono avverate. La civiltà che qui non c'era sorse a furia di conati giganteschi, autonomi e sorpassò quella vecchia che si era andata elaborando da secoli e che nei secoli e nel lungo processo di sviluppo aveva perduta la gioventù, aa fede, la volontà di essere e di conquistare. La nazione che in Europa si era andata sviluppando faticosamente attraverso le lente digestioni della storia sorse qui per autogenerazione, per la forza consapevole e coordinata dei voleri, fu un'idea e una volontà prima di essere un fatto. E ci diede quindi la prima guerra d'indipendenza che la storia registri, e la prima costituzione, e la prima repubblica democratica, come logicamente doveva darci più tardi, venti secoli dopo Spartaco, la guerra civiùe per affrancare gli schiavi col ferro e con la macchina e come ci darà domani il primo segno della nuova ricostruzione della società e della psiche umana. Nessun paese nella storia è stato mai grande come l'America, perchè nessun paese è stato mai cosi giovine e cosi precoce e cosi al di fuori delle scuole e dehle tutele dei vecchi. Tutto ciò che v'è qui o è sorto per impulsi e istinti naturali scavezzati e liberi, o è stato rubato con l'audacia magnifica del pirata e del grassatore che depredano navi e forzieri invece di trafugar pagnotte e ciabatte. Il territorio immenso e pieno di risorse ha organizzato tutti gl'istinti predatorii e primitivi che son latenti, più o meno rattrappiti e storpiati dal bisogno immediato e dalle consuetudini sociali, nel cuore di ogni uomo. Mentre J'Europa produceva il brigante e il grassatore di strada, l'America produceva il frontiersman, i<! prospector, il settler. I primi andavano alla scoperta di gioielli e di borse, i secondi esploravano tutto un continente per scoprir laghi e boschi e miniere. I primi rubavano un monile per non morir di fame o per rendersi agiati a spese adtrui, i secondi s'impadronivano di vastissime possessioni per vivere sfruttandole, coltivandole e valorizzandole. I primi hanno riempiti gli ergastoli, i secondi i granai del mondo. Ma cessiamo. Non siamo degli storici. E non ve ne è nemmeno bisogno. Questo popolo non deve avere altra storia al di fuori di quella che comincia oggi. Nessun popolo ha il diritto alla storia se non quando decade. Tutte Je grandezze, tutte le gesta magnifiche, tutte le vittorie e le conquiste sono della leggenda - passano alla storia soltanto quando i popoli invecchiano, quando cominciano a pensare (segno che non agiscono più) quando, infine, i contraccolpi delle disfatte, delle disdette, della ldecadenza stabiliscono i limiti e i termini di paragone. E la decadenza dell'America incomincia. La guerra Europea lo ha dimostrato che non tutta la sua forza era qui. La disoccupazione, l'aumentato fermento delle masse, la diminuita certezza spensierata del domani da parte dei potenti, dei cresi e dei signori del pane altrui, stanno li a dimostrare che l'America inclina verso lo sfacelo e la fine. La leggenda sta per finire. La storia sta per cominciare. ACOSTO 1960 21
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