Controcorrente - anno XVII - n. 19 - lug.-ago.1960

ufficiale, che gli stessi borghesi confessano, ma esso non riflette il vero stato di cose, che è molto più grave. I risparmi, i premiums delle polizze d'assicurazioni ecc. ecc., di cui Jona parla, più che denotare l'affluenza dei lavoratori, denotano l'enorme volume dei loro sacrifici. Io ho già fuggewlmente dimostrato che i capitalisti non hanno interesse ad allar• gare la cerchia dei consumatori, contenti - come sono - di fare i loro (buoni affari nel modo usuale, cioè dandlo il meno pos• sibile ai loro salariati. La ,produzione, pur'anche determinata dal consumo, non poggia su di un maggiore potere d'acquisto, ma come si sa sui regolari bisogni umani. Un maggiore potere d'acquisto da parte dei lavoratori (Jona parla di uomini) po· trebbe o non potrebbe influire sulla produ• zione, perchè si può dare il caso che questo potere d'acquisto, o parte di esso, sia usato in altre maniere, ben lontane dalla produzione. E rpotrebbesi dare il caso che una maggiore circolazione monetaria (in forma di alte paghe per tubti o, come dice Jona, ln forma di una 1>1u adeguata distribuzione dei profitti) abbia l'effetto contrario di quello previsto. E' assiomatico in regime capitalistico che un maggiore medio circolante conduce agli alti prezzi, che a roro volta restringono la domanda, inibendo alle classi meno abbienti anche il consumo regolare. Se il capitalista fosse sicuro del fatto suo, egli sarebbe ben contento di dare ai suoi operai una più alla !)aga in vista di buoni affari. Ma le cose non si fanno a questo modo e qui sta il busillis, come diceva Rizzi. Secondo i miei lumi, quando i capitalisti concedono agli operai un aumento sala· riale, essi fanno ciò (Per una o più ragioni utilitarie, come il caso o i casi richiedono. Generalmente i capitialisti danno gli au• menti o per assicurarsi la rpace nelle industrie per una produzione continua, o li danno perchè costretti dalla forza degli operai sindacati. Nel negoziati per la soluzione dello sci'opero dei met,allurglcl dell'anno scorso, la ,parte padronale fece capire a quella dei lavoratori che essa esigeva dalle maestranze una maggiore produzione, se si voleva un contratto di lavoro. Sopratutto la rparte padronale esigeva il ripristino della disci • plina di fabbrica, col diritto del padrone di Impiegare e licenziare gli operai a suo piacimento. Inoltre le corporazioni dell'acciaio richiedevano l'eliminazione di quei privilegi che i lavoratori s'erano conquistati con le usanze e che esse chiamavanio feather·bedding. La i>arte i>adronale s'oppose ad ogni aumento salariale con lo specioso pretesto che tale aumento avrebbe influito sui prezzi dell'acciaio e condotlio dii>più il paese verso l'inflazione. In questa posizione le corpo• razioni furono validamente sostenute dal Governo fede-raie, che Yedeva di rnal'occhio i richiesti aumenti. Tutllo questo non si• gnifica cer,to dividere i profitti con gli operai per aumentare il loro potere d'acquisto, ma da parte dei padroni vuol dire affermare il loro diritto, basato sul diritto di pro• prietà, di sfruttare i lavoratori come meglio a loro conviene. Ma la prova che il capitale non dà nienl'e di suo agli operai è il faVto che esso, in sè e per sè, non produce valori. E che dire della innata tendenza del capitale d'abbassare i salari ad ogni occasione? Si sono dimenticate le grida stridenti dei capitalisti nella recente depressione che per far venire la prosperità in America dicevano bisognava decurtare i salari per poter competere con la produzione straniera? Ma caro Jona, quando mai la borghesia capita· listica è stata suscettibile, anche nei suoi elementi liberali e socialistoidi di una più equa distribuzione dei guadagni che si appropria in forza del suo dominio di classe? Il capi talismo dei nostri giorni è per sua natura monopolistico. Esso, diceva Vilfredo Pareto, ha per oggetto di creare rendite artificiali. Vale a dire che il capitalismo è più interessato a scroccare sempre più alti prezzi dai consumatori, che a pensare ad una più equa distribuzione della rie· chezza. La produzione in massa, di cui anche il Rizzi parla, risponde più agli interessi del caJpitale che a quelli dei consumatori. Sono i capitalisti quelli che si avvantaggiano di questa i>roduzione, che benchè fatta a buon mercato è fatta pagare a peso d'oro dai consumatori. (Continua> M. De Ciampis CONTROCORRENTE e' fatta da uomini che non si ritengono lnfalllblli. Accetta ed Invita la collaborazione dJ tutti. Coloro che sanno discutere ,e consigliare sono benvenuti. Vuole essere espressione di chi desidera un mondo libero. 18 CONTROCORRENTE

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