Controcorrente - anno XVII - n. 19 - lug.-ago.1960

DONNE DELLARESISTENZA IRMA BANDIERA Medaglia d'Oro al Valor Militare (alla memoria) Alle donne di Bologna è dedicata questa memoria di donne cadute come soldati in guerra per la Resistenza. Serva la loro testimonianza a rendere più estesa la lotta, più libera la strada verso la vittoria di un ordine nuovo, di pace, di lavoro e di libertà, non lontano ormai nell'avvenire. Quando Irma Bandiera venne alla luce, il suo babbo !Partiva per la guerra. E la mamma piangeva, perchè rimaneva sola, con due bambini piccoli, e l'ultima appena nam. Nel suo dolore si compiaceva, povera mamma, che Irma fosse una bambina. " T" almeno 1wn andrai in guerra" diceva, guardandola nella culla dove il padre soldato non l'aveva ancora vista. Invece Irma Bandiera è andata in guerra, sebbene fosse una bambina, è morta in guerra come un soldato, come il più bravo soldato. Ma questo, certo, sua madre nel 1915, quando la guerra era soltalllto logicamente, una cosa da uomini, non poteva saperlo. La pace e il babbo v-ennero a casa insieme, e già la piccola Irma aveva imparato a parlare e a camminare. "Si starà bene, adesso" rpensava la mamma, guardando i suoi tre bambini, " Ormai ne abbiamo avuto abbastanza. Guerra mai più". 'I'utti pensavano così. Ma la pace ebbe presto un colore strano. Era nera. Una pace dove tutti si bastonacvano, o meglio dove c'erano quelli che si credevano i più for:ti e che si arrogarono il diritto di bastonare gli altri. La giustizia diventò una ,parola senza senso, la patria un pretesto, la forza una esibizione. Passarono gli anni in quel clima di arbitrio e di crudeltà, di pericolosa scemenza e di -pazza sfida al buon senso che si chiamava fascismo. Irma Bandiera non sapeva mente di tutte queste cose, viveva la sua vita di bimba, di adolescente, giocava e studiava come tutte le altre della sua età. Era allegra e rideva. A quindici, a diciotto, a vent'anni si è allegri e si ride. Finchè non intervengono i turbamenti, i dubbi, le delusioni della giovinezza, che in sostanza non è poi la più bella stagione della vita, piena com'è di umori equivoci, di dolori veri o fantastici, di balzane eccitazioni. Irma Bandiera continuò ad essere allegra e calma. In lei la giovinezza era gioia assoluta, tranquilla capacità di vivere bene, di sentirsi fertile e nuova, come una forza di cui il grado non fosse ancora misurato. La mamma e il babbo la guardavano vivere, e ne traevano coraggio. E cosi la famiglia percorse gli anni tra una guerra e l'altra, con il ricordo della prima che aveva tenuto lontano per cinque anni il capo di casa, e la sicurezza che un'altra non avrebbe dovut-o 16 esserci, tanto rimaneva vivo il danno e il vuoto di ciò che era stato, il dolore che ne era seguito e che umanamente non poteva ripetersi. Invece la guerra si ripetè; e nel modo più crudele e im,pensato. Questa volta non fu di soldati. La fecero tutti, uomini, donne, vecchi e bambini. Si può dire che la fecero più dura quelli che stavano a casa, che oltre il pensiero del fronte, del deserto delle steppe asiatiche dove erano stati scaraventati i loro uomini, oltre quella immensa lontananza in cui i soldati dell'esercito italiano, poveri soldati senza scarpe e senza armi venivano sacrificati in massa, come un branco di pecore innocenti, av-evano tante altre minacce. Gli aeroplaru in alto, che buttavano giù bombe come la pioggia, e i fascisti e i tedeschi che spargevano il terrore dovunque passavano, tristi e feroci come tigri spaventate. L'Irma, a quel tempo aveva ventitrè anni, alpparteneva a famiglia benestante, ,poteva sfollare in qualunque paese sicuro, mettere e ,posto la roba, fare come facevano tutti quelli che ,pensavano a se stessi e ad un possibile awenire, quando fosse finita la guerra. Non c"era proprio niente che la legasse alla lotta clandestina, già ardente e vivente nella sotterranea vita del paese; nè esperienze, nè dolori, nè tradizioni funùliari. Sarebbe stata come tante altre ragazze, che non hanno fatto niente nè pro nè contro quel movimento grandioso e mortale che serpeggiava nelle città e nelle campagne, che era rischio e spez,a.nza, e ,più tardi forse morte ma certezza di vittoria. Invece lei aveva nel cuore qualcosa che era più anziano dei suoi pochi anni, un richiamo, una fede, un insegnamento. La sua vita entrò nella battaglia e lei, la piccola Irma, bella sorridente, giovane, diventò un soldato. Essere della 7a GAP, a Bologna1 in quel tempo, voleva dire lasciare indietro tutte le paure, abituarsi ai rpericoli immediati, vedere la propria fine davanti ragli occhi, mescolata a sofferenze infinite, prima che finalmente gli occhi si chiudessero alla morte. Lei lo sapeva, ,tanti prima erano stati presi, la tortura diventava pratica di tutti i giorni, nelle disperate prigioni fasciste. Irma entra ugualmente in quel lavoro, non è più Irma, si chiama "Mimma", è CONTROCORRENTE

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