I PRECURSORIDELL'INTERNAZIONALE CARLO CAFIERO Una delle figure più belle e più ideali del- !' Internazionale, nacque a Barletta nel Se~tembre 1846 da Ferdinando Caflero e Luigia Azzaritl. La famiglia sua era ricca e dell'aristocrazia; sicchè egli venne educato signorilmente nel seminario di Barletta, d'onde usci nel 1861 - a quindici arruti - pieno di pregiudizi m!lstici, borghesi, religiosi. Entrò giovanissimo all'Università di Napoli e la sua mente geniale, versatile in quell'ambiente libero si apri a vedute •più larghe, ad idee più liberali e più umanitarie che non furono quelle, cui gli avevano Inculcato i preti del seminario. Laureatosi In legge nel 1865 gli era stato suggerito di seguire la carriera diplomatica e a questo scopo egli si era recato a Firenze, alla capitale ed aveva ottenuto di essere addetto ad un'ambasciata. Ma iben presto le ipocrisie diplomatiche lo nausearono e Carlo sdegnoso abbandonò quella carriera, dalla quale gli sarebbero derivati certamente gloria ed onori. Noi abbiamo sentito già come alcuni affermano che nel 1867 a Parigi, Carlo Catlero era sempre un borghese; ma certo si è che proprio verso quel tempo egli si recò in Inghilterra, dove potè conoscere ed apprezzare l'Internazionale. La Comune di Parigi l'entusiasmò, come entusiasmò tante anime giovani e generose, e nel 1871, tornando dall'Inghilterra e passando dalla Svizzera, ipOIseppe che alla locanda del Gallo albel'gava Bakunln, ebbe desiderio di vederlo e di parlargli. Il giovane napoletano rimase preso dal nichlllsta russo; quelle idee che già germogliavano in lui ebbero il loro pieno sviluppo e Cafiero, da allora in poi, alla causa dell'Internazionale dedicò tumo l'ingegno suo e tutto Il suo patrimonio. Tornato a Napoli egli con FanelJI, col Friscia e con altri fu del più attivi rivoluzionarli. Già nel 1871 lo troviamo assiduo collaboratore della Campana, nel novembre dell'anno stesso delegato al congresso mazziniano in Roma, ,nel '72 poi Il suo nome appare in tutte le conferenze, in tutti I congressi; quanto ai mezzi :finanziarli l'Intern>azionale viveva più che altro con I denari di questo neofita. La famiglia di Cafiero, borghese e clericale, impaurita J)ler queste spese del giovane Internazionalista, l'mterdlsse, ma non riusci nell'intento che si proponeva di conseguire; polchè Carlo finse di aver abbandonato le sue Idee, dichiarò di non voler saper più nulla dell'Internazionale e di ritirarsi a vlt!a privata; sicchè potè ricuperare l'eredità dei suol beni. Vendè allora tutte le sue terre, ed il patrimonio che ritrasse, circa 700 mila lire, mise con entusiasmo a disposizione del partito. , I denari non furono assolutamente più suoi, egli anzi risparmiava, lesinlWa sopra 10 le sue spese; e si racconta che spingesse lo scrupolo fino a privarsi per due anni di mangiar carne e di fumare, sacrifizio grandissimo quest'ultimo per chi lo conobbe uno dei più forti fumatori, ma a cui si sottopose volentieri per non togliere i mezzi alla causa della rivoluzione. Ed i denari suoi, come dicevamo, furono quelli che adoperarono per l'insurrezione (1874), secondo ciò che decisero i capi internazionalisti e specialmente Bakunin e Costa. · Suùa ·fi~e ciel 1873 Carl~ Oaflero si réc~v~ in Russia, dove s'innamorava di Olimpia Kotusoff, con lei viveva in llbem unione, e con lei si preparava 18. far ritorno in Italia. Nel 1877 aicuni afflllati· all'Internazion~le: toscani, emiliani e specie del rnapoletano, in vista del malcontento del popolo e dell'imme<nsa miseria In cui versavano gli operai, stabilirono di organizzare una specie di bande di insorti, le quali buttandosi ai monti e spiegando in quel paesi I pri~ipii del socialismo, dovevano provocare la rivoluzione. L'~~r~zi~ne fu· o~g~ni~a'ta da ·c;rl~ Caflero, che con mirabile entusiasmo seguitava e spendere per la causa dell'Internazionale tutto il $UO ingegno e il suo patrimonio. Egli che durante i moti del 1874 era ritornato In Italia, potè sfuggire alle ricerche della polizia e riparare In Svizzera, a Locarno, dove impiantò una specie di colonia sociale, In cui trovarono asilo gli altri socialisti italiani esuli. Nel 1875, fatto il matrimonio civile con Kotusoff che tornava in Russia a sfidare le ire dello czar, rientra in Italia, va da Milano al meridionale rincorando i timMi ed i fiacchi e nel 1876, avvenute le grandi assoluzioni degli internazion"alistl, n.oi lo troviamo anima e mente per organizzare il moto Insurrezionale di Benevento. Arrestato e rinchiuso per una ventina di mesi nel carcere di Santa Maria di Capua. venne assolto Insieme con i suol compagni da.i giurati di Benevento e fu messo in libertà, In mezzo all'entusiasmo del popolo plaudente. Con l'assoluzione dei giurati non cessarono le persecuzioni del govern'O, gli odi! della polizia e Carlo Ca:flero - per sottrarsi a quelle persecuzioni e a quegli odi! che potevano avere per lui conseguenze funeste - passò subito in Francia. Ma presto dalla Francia venne espulso ed allora rifugiò nell'ospitale Svizzera dove egli fu ospite disinteressato generoso, prorligo degli esuli italiani, che sfuggivano nel 1878 alla reazione governativa di cui già abbiamo parlato. Cosi, spendendo sempre i suol denari per gli altri, Ca.fiero che era ricchissimo si ridusse alla miseria, e, per provvedere con CONTROCORRENTE
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