popolazione negra, non trova altra giustiflzione, che quella barbara, di continuare a tenere il popolo negro colonizzato e prono, socialmente e economicamente schia,o del capitalismo inglese e internazionale. E' ora e tempo di comprendere che i popoli di colore, non possono, non vogliono, non debbano rimanere oltre segregati e trattati con la frusta. Essi domandano <più giustizia, parità di trattamento, libertà e fraltellanza, e nulla varrà a impedir loro di conquistarsi questo inalienabile diritto, ohe altri impunemente e prepotentemente loro negano da secoli. Durante la visita del presidente Eisenhower a-iell'America Latina, le misure di sicurezza sono stalte cosi severe, che è sembrato addirittura che nei punti di maggiore importanza, ci fosse un vero stato d'assedio. Nelle varie capitali visitate le precauzioni oono state di vera eccezione, come eccezionale è stato il lavoro del rafforzato numero di agenti del servizio segreto. Si è dovuto ricorrere all'uso delle pompe dei pompieri, si sono lanciati gas lacrimogeni. .. e si è fatto uso di elicotteri. Ci sono state grida inneggianti a Peron, come ci sono state grida di evviva a Castro e urli all'indirizzo della democratica repubblica conflnaa-ite. Si è fatto un gran rapponto alla televisione, un gran chiasso alla radio e sui giornali. Non sono mancati di pre<pamti discorsi inneggiando alla fratellanza, alla amicizia, al disarmo, alla cooperazione e all'intesa di buon vicinato ... alla mutua difesa ... ecc. Ma nulla di speciale e nulla di nuoV'Odegno di rilievo. E' però doveroso far rilevare la sfacciataggine che si è avuta quando si è affermato che è ridicolo dire che l'America sopporta le dittature. Noi ha detto il presidente, "ripudiamo i dittatori di ogni forma, tanto di destra che di sinistra." Con quale leggerezza il presidente degli Stati Uniti ha fatto questa dic'hiarazione è inspiegabile. Ha ribadito immediatamente Il senatore Morse a tale affermazione col presentare la lista de1le dittature e d'ei dittatori a cui l'America ha dato spalla. Fra i primi. Peron, Battista, Truillo, Salazar, Tito e Franco. La recente visita in Spagna fatta a Franco da sola basterebbe a smentire l'asserzione presidenziale. Comunque Quello che farà seguito al giro esplorativo ... del presidente rimane un nrohlema la cui soluzione può produrre risultati diversi e inaspettati. Quello chP non può più oltre rimanere !!morato, è la stra1?rante mag,gioranza dei 190 milioni di Abitanti che popolano l'Amerira del Sui!. In un'area due volte e mezza l'Europa. vivono in uno spettacoloso stato di miseria e di arretramento, milioni di esi>erl umani in uno stato di inquletitudine c di rihellione che comincia seriamente a dare motivi di apprenslon11 alla sorella maggiore, 24 che cerca di correre ai ripari con le visite al vertice, le frasi fatte e ripetute le cento volte ... e rinfraincarsi di una sempre mal considerata amicizia che comincia veva· mente a difettare e produrre risultati negativi e preoccupanti. Il popolo dell'America Latina è in moto più che prima. Domanda unicamente, e ne ha il diritto, di migliorare le sue misere condizioni di vita e conseguire un sempre maggiore benessere, un più decente tenore di vita. Non vuole più rappresentare la parte dello schiavo con il cappello in mano sottoposto e sottomesso e sfruttato dai falsi amici di dentro e di fuori, vicini e lontani, che tutto hanno sempre preso lasciando soltanto le bucce. De Gaulle, dopo l'esplosione della prima bomba atomica, nei riguardi della Algeria ha cambiato disco. Le possibilità di accordo tra francesi e arabi sono toMate a navigare l'alto mare. Il presidente francese è tornato ad essere quello che realmente è stato: Il gallico generale De Gaulle. In un discorso pronunciato ai suoi subalterni in Algeria, egli ha addirittura capoV'Oltole basi della sua politica precedentemente annunziata. Non più possibilità di accordi con gli insorti algerini, per la fine dell'ostilità. Tanto meno l'Algeria potrà ottenere la sua indipendenza con il voto. A Parigi in un secondo discorso al Consiglio di Stato, ha fatto noto che è pronto a prendere le più dure decisioni. "Anche se non abbiamo finito con la crisi e qualunque siano le difficoltà nulla è più importante della necessità di affermare la legittimità dello Stato. Nella mia qualità di presidente della Repubblica questa respoosabllità incombe su di me. Voi tutti sapete, illustri signori, che io sono deciso ad assolverla". Cadono cosi tutte le illusioni di autonomia e di indipendenza e le false e bugiarde promesse di De Gaulle di accordi con gli insorti. Il generale ha ancora detto che sarebbe una "pazzia" concedere l'indipendenza all' Algeria. Gli algerini a-ion hanno altra alternativa. Continuerà la guerra civile. Sarà cosi guerra ad oltranza e di sterminio contro un popolo che chiede la libertà di decidere del proprio destino. LJa tmgedia algerina avrà ancora per lun~o tempo altre pagine di sangue perchè cosi vogliono i gallonati della quinta Repubhlica. Fino a quando? In materia di segregazione e di integrazione razziale, non abbiamo nulla da Invidiare agli africani. Nel grande, ricco e democratico paese d'America, I negri non hanno tutti gli stessi dirltrt:l dei bianchi. Dal principio dello scorso febbraio negli Stati del Sud dimostmzioni passive di protesta hanno luogo nei ristoranti, nelle scuole, nelle biblioteche e in altri <pubblici ritrovi ove non è consentito ai negri quello che è permesso al bianchi. CONTROCORRENTE
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