nazioni cosi dette civili, mezzo secolo fa. Ignoranza... generale! . . . Ancora poche parole inter nos ... Ho -sentito dirmi che la rivoluzione cubana non è una rivoluzione come noi l'intendia· mo. Il che è verissimo. Noi l'intendiamo in un modo che mai si fece e che probabilmente mai si potrà fare, se ... E appunto Cuba dà un'idea dagli ostacoli insormontabili che bisognerebbe affrontare. Castro ha resistito e resiste, fino ad oggi; noi avremmo consegnato il paese ai marines il giorno dopo, sia pure senza ripiegare un lembo delle nostre bandiere. Ma. . . Se riflettiamo un poco, ce ne accorgiamo che ogni singolo movimento politico-sociale ha la propria caratteristica. Quello di Cuba non ha confronti. Qui emers-e un uomo, quello che creò il movimento, Fide! Castro. Non è bene, anzi è male che un popolo segua ciecamente un individuo. Ma è cosi. Constatiamo. Igno-- rare il fatto com'è non significa annullarlo o cambiarlo. No, crediamo ancora a quella ve,'itù (moLto discutibile) secondo la quale sarebbero le idee che creano le azioni, e non vogliamo ammettere che le azioni possano creare le idee. Per esempio, Mussolini e compagni non avevano idee e furono le azioni (manganello, olio di ricino, incendi, UN POETA RIBELLE assassinii) dei loro sqmuiristi che crearono l'ideale del Fascismo. Altro esempio: In quest'ultimo dopo-,guerra in Italia non mancaYano idee da mettere in atto, ma furono le azioni (male azioni) degli... americani che crearono la Repubblica Papalina attuale. Chi aveva le idee non cercò di metterle in pratica. In Cuba sono le azi01'i, che fecero e stanno facendo Castro e compagni, quelle che stanno mettendo l'idea nella testa del popolo - di Cuba e d'altri siti. .. E le azioni si compiono quando e per quanto sia possibile compierle. Il risultato, naturalmente, non sarà mai quello... che sta scritto. A quello si arriverà. Ma non sarà alla prossima azione, per il semplice fatto che essa non sarà compiuta soltanto da noi ... Se ciò si capisse (e non c'è bisogno di incomodare la Filosofia della storia per po· terio capire) noi non cercheremmo il pelo nell'uovo cubano - che poi sarebbe il minimo del nostro dovere in questo momento. Ora che il nostro Presidente si è sbottonato ( facendo come sempre la figura del bamboccio che recital, possiamo esser sicuri che la lotta sarà accanita. Dovremmo noi unirci a questi signori per il fatto che in Cuba le cose non vanno esattamente come noi ... speriamo? R. T, ARTURO M. GIOVANNITTI (Con.tinuazione, vedi numero precedente) "Nel mezzo del cammin" della sua vita Arturo, ahimè!, ISi trovò nella " selva oscura" dell'unionismo di mestiere ora galleggiante sulle onde del nuovo spirito ribelle che pervadeva le masse operaie per il fascino che su di esse esercitava la Rivoluzione russa. Quando finalmente si formò dopo la guerra a New York la Camera del Lavoro italiana, di cui egli ne fu il segretario fino al suo dissolvimento, tra i lavoratori coscienti di tutte le lingue della metropoli si parlava d'unità proletaria. Dall'Oriente rivoluzionario venivano le direttive sulla "new revolutionary trade-union policy ", che auspicava un'Internazionale operaia simile alla Prima. Questo fermento era generale tra i lavoratori, ma era avvert3atO con più o meno energia dai timidi dirigenti unionistici locali e nazionali, i quali temevano la peggio da parte del padronato, se fosse stata realizzata quella direttiva. Massimo esponente in America della "nuova politica sindacale " era William Z. 20 Foster, passato al movimento comunista dopo un lungo intervallo dalla sua uscita dall'Industriai Workers of the World. Egli aveva formato una "Trade-Union Educa· tional League ", che aveva una scuola per organizzatori operai e propagandisti alla Quattordicesima Strada a New York, vicino ad Union Square. Alcuni degli attuali dirigenti unionistici che vanno per la maggiore nei circoli operai, o meglio tra il dirigentismo, uiscirono da questa scuola, il che vuol dire che certi "diavoli" sono divenuti "santi" come luogotenenti capitalistici nel movimento opera.io. In vista di questo ebollimento gli astuti capi dell'Amalgamated Workers of America, si misero a simpatizzare con esso, o finsero tale cosa. Il loro atteggiamento era del tutto opportunistico: fatto per dominare la situazione e addomesticare gli animi. Essi sapevano in cuor loro che col tempo e con la corruzione avrebbero potuto padroneggiare sugli operai. Però avvenne che i sentimenti dei lavoratori si facevano sempre più intransigenti verso il padronato e continuavano ad esser forti per l'unità CONTROCORRENTE
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