Controcorrente - anno XVI - n. 17 - mar.-apr. 1960

parte della rivista pubbfi.chiamo una lellera sul banchetto a Luigi Scala. "La J1 edetta" ci ha reso curiosi di apprendere qualche altro particolare sul " raduno " /asci&ta di Provi<lence. Abbia11to sfogliato vari num.eri de "La Gazzetta". Non abbiamo tro·vato un. ,nini,uo ce11no nl " raduno". Conte spiegare questo silenzio? Eravanto certi che il direttore de "La Gazzetta ~, era incluso nel Co11ii-tato del Banchetto e ci avrebl,e ,lato un lungo resoconto. Abbia,uo trovato un silenzio im.penetrnbile. Chissa' perclie'? • I CONSOLI ham10 frett<t di distribuire patacche. Il 11ostro Console 1101& e' il solo. A Los Angele,, a CJUcago e iu altre colonie le sitaazio11i sono itle11ticlte. I nostri arnici ci tengano al corrente di quello che avviene. Se si tratta di tirare /rudate voglia,110 fare la nostra parte. LUX RICATTI IN SICILIA Ifruidi iMozzorinuoiulovonloProvvidenza Palermo - I ,poliziotti bussarono al convento, era l'ora del vespro. Venne ad aprire un frate, disse che il padre guardiano era in refettorio, con tutti gli altri, a recitare il rosario. I poliziotti c,ntrarono in refettorio, le litanie restarono a metà e si sentì la voce del commissario che notificava i mandati di cattura. Il guardiano, pallidissimo, apri le braccia e disse: "La volontà della Provvidenza è infinita". Frate Agrippino, frate Carmelo e frate Vittorio consegnarono i cordoni, segno d'amore per il prossimo, e tutti e tre vennero caricati sul furgone. Cosi è stalla sgominata la banda di ricattatori che spargeva il terrore a Mazzarino, un paese di ventiduemila anime sulla rotabile da Caltanissetta a Gela. La storia dei monaoi di Mazzarino cominciò il 21 novembre del 1956 in una cella del convento dei cappuccini. Quella sera, frate Agrippino (al secolo Antonio Ialuna, di 37 anni> lasciò i suoi con fratelli e si recò a rpregare nella sua cella. Ad un tratto la quiete del convento venne rotta da un colpo di fucile da caccia caricato a lupara. Frate Agrippino dopo qualche secondo usci dalla cella gridando e affermando d'essere scampato miracolosamente ad un attentato. Le ricerche effettuate da tutti iÌ monaci non ebbero però alcun effetto. Anche i carabinieri cercarono invano l'attentatore che sembrava fosse stato inghiottito dalla terra. Dopo qualche mese la pratica fu archiviata e relegata in un cassetto della scrivania del maresciallo dei carabinieri di Mazzarino. Ma il paese, da quel giorno, perse la sua tranquillità. Poco tempo dopo il misterioso colpo di lupara sparato nella notte, un 16 grosso possidente del luogo, il signor Bonanno, ricevette una mattina una lettera anonima, scritta a macchina, nella quale gli venivano richiesti due milioni di lire. Il signor Bonanno non denunciò il fatto e non pagò. Dopo qualche giorno però una nuova lettera giunse ad un altro proprietario, il dott. Ernesto Colajanni, farmacista del luogo. In questa nuova missiva, i <banditi chiedevano, pena la vita, tre milioni. Colajanni non voleva cedere. Dopo qualche giorno, però, dovette ubbidire. Una sera, infatti, la pol'ta della sua farmacia, nel corso principale del paese, venne incendiata. Colajanni rpagò, senza fiatare. Anche Angelo Cannata, un altro possidente mazzarinese, rucevette una lunga lettera anonima con la quale gli venivano richiesti molti milioni. Il rpossideinte però non ebbe paura e portò la lettera ai carabinieri. Le indagini presero il via senza pul'troppo portare a risultati soddisfacenti. Intanto nella campagna di Mazzarino, Riesi, Butera, Niscemi ed in tutti i luoghi circostanti, periodicamente sparivano intere greggi. I carabinieri intervenivano ogni volta, usando addirittura gli elicotteri: ma degli animali non venne mai trovata la minima traccia. Poi ci fu un periodo di calma. Quando i malfattori -si fecero di nuovo vivi ingiun· sero ad Angelo Cannata di versare tre milioni subito, pena la vita. Anche questa volta però Cannata non volle pagare il prezzo del ricatto e denunziò i fatti ai carabinieri. Era necessario, per i banditi. dare una lezione a chi tentava di resistere. L'occasione venne data dalle elezioni nazionali che si svolsero il 25 maggio del 1958. Quel giorno Angelo Cannata, dopo avere CONTROCORRENTE

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