DISCUSSIONI PERUNMODERNO S CIALISMO Mi pare che le recenti ooservazioni degli amici De Ciampis e Rizzi esigano una risposta da parte mia: dopo la quale, non sarò stupito se da qualche parte io sarò detto un incorreggibile reazionario. Io sono convinto che la critica marxista ha un valore fondamentale, 'P()llendo in chiaro che la evoluzione sociale è spinta da fattori economici, materiali. Ma decisamente non ,accetto la conclusione che soltanto questi fattori siano determinanti. Non posso spiegarmi la storia umana, se non ammetto che altri valori, puramente ideali, etsercitino una spinta altrettanto, e talora ,più effettiva, nel continuo sforzo degli uomini verso un migliore equilibrio sociale, e, più ancora, nella ricerca morale della ragione della loro esistenza. Di più, io credo fermamente che non esisterà mai una organizzazione sociale e politica perfetta, atta ad assicurare giustizia, pace, 'Prosperità sotto ogni circostanza. Per me, il ricono· scimento che l'uomo è e sarà sempre Imperfetto e perfettibile, che le sue istituzioni, al momento stesso che sono stabilite, perchè credute le p1u opportune, divengono inadeguate e superate se mon fosse altro perchè esse stesse creano un·a situazione nuova, impossibile a prevedere al momento in cui esse erano attuate, è il riconoscimento della caratteristica più elevata della sua n·atura. Rigettando la finalità in qualsiasi ordine sociale, e anzi proclamando il dovere di ogni uomo di acuire sempre ,più il suo potere di critica, di stare in guardia contro ogni cristlallizzazion-e, di difendere la sua indivjduale dignità, di indagare continuamente, fidandosi solamente delle sue capacità, per proseguire nel cammino civile, non posso che rifiutare di appartenere ad alcun gruppo che ammette la realizzazione della perfe· zione sociale, quando siano verificate certe premesse. Con ciò, è chiaro che non sono marxista. Ed ora posso più liberamente rispondere alle critiche che ho soUevato. Rizzi mi imputa di non accorgermi del ruolo svolto dallo Stato nel campo produttivo-distributivo, e dello scalzamento dei rapporti economici capitalisti, che si stanno sostituendo con una economia di Stato. Più acerbamente, De Ciampis mi rimprovera FEBBRAIO 1960 di non riconoscere la vera essenza della economia borghese, basata sullo sfruttamento e continuo impoverimento dei lavoratori, di non accorgermi del dilagare delle masse dei disoccupati, a cui sono negati i mezzi per aG-quistJare i prodotti, della necessità ineluttabile della rivoluzione sociale. l•ndubbiamente, il movente della produzione in sistema capitalii,,"'tico è il profitto. Ma io credo che proprio questa ricerca di sempre maggiore •profitto ha generato una situazione che Jmpone al sistema capitalistico nuovi atteggiamenti e nuovi piani. Francamente, mi pare che la posizione di De Ciampis, ancorata a forme mentali e a schemi perfettamente validi fino a qualche decina di anni fa, ISia pericolosa. Possiamo noi veramente dire che il sistema capitalistJa, negli ultimi sessanta o settanta anni, abbia progredito veramente secondo le 'Previsioni di Marx? In America almeno, e, a quanto apprendo a proposito di altri paesi, anche in parecchie delle altre nazioni più industrializzate, si è veramente verificato il progressivo immiserimento delle classi lavoratrici? Senza dubbio le masse sono ancora ,sfruttate, nel senso almeno che parte del loro prodotto viene ritenuto come profitto dal datore di lavoro: senza dubbio ci sono strati di popolazione sotto-impiegati o addirittura ditsoccupati. Ma a me pare che dobbiamo avere il coraggio -e la sincerità di guardare la realtà: io fermamente credo che il completo inaridimento in America, il processo di sfaldamento in Europa dei movimenti socialisti sia proprio dovuto al fatto che i socialisti si sono cullati in un mondo artificiale di formule illusorie. E' verissimo che il benessere delle ma~se lavoratrici in America è tutt'altro che generale: troppe famiglie sono Impegolate Jn debiti, troppo è il ,potere delle agenzie pubblicitarie, che allettano mllloni all'acquisto di !beni non necessari, ma di apparenza. Però è anche incontestabile l'incremento, per citare solamente qualche esempio, del numero di famiglie che possie· dono la propria abitazione, o che per lo meno, coll'aiuto di istituzioni di risparmio, vanno acquistandosela. E' Incontestabile l'aumento dei fon<li investiti nelle stesse istituzioni di risparmio, nelle organizzazioni assicurative. nei fondi di previdenza per 7
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