di denti dei rancori stitici e delle invidie itteriche che travagliano i parJatozoi di tutti i movimenti. Spesso guardandolo parlare nei pandemoni delle diatribe comiziaie, ed osservandolo solido, massiccio, inespugnabile come un morione del trecento fra il miagolar delle spingarde e delle colubrine della platea, mi è sembrato veder dietro le sue spa1!e quadrate sorridente il rubicondo faccione di Francois Vi!lon. Se credessi alle rincarnazioni o alle trasmigrazioni teosofiche, direi che Carlo Tresca fu in successione Petronio Arbitro, Rabelais e Robespierre. un Redi avrebbe trincato a morte con lui; Baudelaire lo avrebbe cantato con l'alessandrino eroico; Carlyle gli avrebbe cercata una nicchia ignorata, Byron lo avrebbe amato come il figlio che tanto volle e che non ebbe. Egli è perchè, dotato dalla natura di tutte le facoltà maschili: forza, coraggio, una testa di hidalgo sopra un torso di atleta, un appetito omerico, una sete da mietitore, una virilità onnipossente, egli non ebbe mai nulla da lesinare e da economizzare, ma, come i suoi ipotetici predecessori di cui opra, andò sperperando tutte le sue dovizie con la prodigalità dei semidei. Perchè continuare. Ecco Canio Tresca. Eccolo nel suo ambiente più naturale, in galera; e intorno alla galera il ruggito di ventimila minatori del ferro in lotta contro due miliardi d'oro. Salute e vittoria, amico, amici! * * * * * SIGNORI, l'uomo che voi avete dentro nella gabbia è un superstite. Siete alla presenza di una razza estinta che tenta di risorgere per la sola tenacia di vivere di questo "specimen" sopravvissuto. La galera che ha esterminate tutte le fedi, fuorviate Je coscienze, garrottate le volontà, spazzati i movimenti ribelli a voi, signori, a colpi di rettorica e di balestite, non ha toccato quest'uomo ch'è restato imperterrito ad aspettarvi. Lo avete visto prima e ora egli vi ha ritrovati. Fate bene a valutarlo come avete fatto. Fate bene a tenerlo chiuso. Farete bene, se vi riesce, ad impiccarlo. Egli non è di quelli che si placano e si comprano. E' di quei pochi che credono ancora, se credere significa agire - è dei pochi che non hanno dimentica:to, se ricordare vuol dire rivivere il fatto per ripeterlo o disfarlo. Nel cimitero de!Je idealità proletarie che voi avete uccise, egli si leva come una colonna di fumo nel grigiore di quest'ora uggiosa. segno, signori, che v'è ancora fuoco che arde, se non più fiamma che rischiari. All'opera dunque. Presto con le pompe, acqua a questa bracia che non vuol spegnersi, prima che il vento si levi, prima che il braciere divampi, prima che l'incendio che cova scoppi e v'abbrustolisca. Sulla forca e la croce, signori dell'ordine e della legge! da " L'Avvenire", 25 agosto 1916 Arturo Glovannlttl BISOGNA RESISTERE! 6 LA SJ' ASTIKA 1,a fatto nuovamente apparizio11e. I,, Europa e,1 in America. Il dnabolo del 11azis1110 e del fascismo rivela propositi sinistri. Le forze reaziou«riP e antisoc.iali olie si nascondono dietro quell'eniblema $0110 pronte " sferrare l'attacc,,. Aspettano il moniento propizio. L'esperie11za ci 1,a i,ueg11ato· clte l'unico cosa citi' possa prevenire le 111a11i/e~tazio11i di crìntin.alita' e' la resisteuza armata. Bi,wgua rendere pane per focaccia. Solo la re~iste11::a ,lella comunita' puo' sgominarP i criminali che all'ombra tiella Svastika 11an110 ucciso e terrori:uato intere popolazioui. Bisogna euere deterntinati a difendersi ed attacctlre. li llfaccartismo P' se,npre vivo. Questi sono i sintomi _ che la ,lelinquenza organizzata da lltcCarthy cova sotto fo cenere. L'i,nportante e' il non. lasciarsi coglierp imprepar,1ti. 1 milioni di ebrei sacrificati dai delinque11ti- c1te hanno usalo l'entblema sinistro in Gt>r1na11ia '" ;,, tutta l'Europa, dovrebbero dirci elie la salvezza sta i11 noi, CONTROCORRENTE
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