Controcorrente - anno XVI - n. 16 - gen.-feb. 1960

irragionevole, ebbro di ogni pienezza d'animo, illogico e inevitabile come un ciclone. Fu in tutte le albe e in tutti i crepuscoli delle nostre battaglie, sempre sulla prima linea del fuoco; incitatore, cospiratore, ammonitore, guidando alle cariche, preparando le ritirate, spingendo i refrattari, rude e delicato, manesco e premuroso, ora con le lagrime negli occhi chiari, ora con la sghignazza sulla bella faccia florida di epicureo, pacificatore di crocchi ed aizzatore di moltitudini; allerto e vivente in ogni cella del suo corpo gigantesco. E restò sempre sulla breccia, flnchè non fini, quasi sempre, a raccogliere il frutto della vittoria in galera. Che meraviglia, dunque, se tanta gente semplici! e generosa lo ami e •lo segua come una specie di taumaturgo antico? Ma l'uomo d'azione non è tutto Carlo Tresca. Vi è di più. Egli si complementa dove gli altri cominciano. Ogni lotta cessata, eccolo che riempie l'ozio del breve armistizio con la parola sua calda come l'alito dei forni in cui si cuoce il buon pane nero del bivacco frugaile; ecco che prepara gli spiriti alle nuove tenzoni, ecco che soffia sui ventilabri delle organizzazioni dove si cerne li grano dalla loppa, scovando e snidando spie e venduti, istruendo le croci rosse che seguono disfatte e vittorie, tirando i codini incerati dei mandarini della critica, pestando i caLli del sognatori inerti e degli asceti immobili, appendendo petardi e "si loca" ailla toga del giudice e alla zimarra del prete, facendo versacci alla legge ed alla morale borghese, dando di gomito nelle costole e di manrovesci sulle guancie di tutte le cose serie e santificate; ridendo, deridendo, insultando con la sfrontatezza del monello tutto ciò che sa di vecchio, di solenne, di canonizzato e che sente la muffa e da carogna. Negli intervalli della lotta aperta e leale agli uomini forti, egli ne attaccò e ne disfece i simboli e le insegne; ruppe i nasi alle sacre ikoni, sputò sui turiboli, rovesciò li bicchiere della birra plebea sui tripodi votivi; combattente, infine, con la voce, senza pose solenni, senza attitudini ieratiche, senza rapimenti Isterici. Taluno disse che non è parlatore troppo alto e forbito. Cosi non è chiunque vuol convincere, chiunque non parla ai suoi orecchi soltanto. Tresca parla per gli altri. Odia quindi le frasi troppo rotonde e le parode troppo melodiche, egli che è usato aJle grandi polifonie dissonanti della strada e ciò non perchè non abbia all'orecchio la gioia interna di tutte le sonorità belle, ma perchè parlò sempre non solo per farsi intendere, ma anche per farsi rispondere, anche per farsi contradire. Perchè, parlando agl'incolti, s'era convinto che la causa prima dell'ignoranza non fosse tanto 11non sapere quanto il non poter ribattere ed arguire. Contrariamente al sag,gio che disse aureo il silenzio, Tresca ama le parole che, ascoltate, schiudono la bocca altrui. Cosi, confidando sulla pronta espressione del momento, schifando le lunghe e laboriose preparazioni sui vecchi tomi ingialliti, egli fu sempre parlatore chiaro ed esplicito; senza artificio, diretto come una palla di moschetto; mirando sempre alle vudnerabllltà più sicure, al cuore piutosto che al sentimento, al buonsenso piuttosto che alla ragione accademica, al centri forti delle sensibilità umane, piuttosto che alle attitudini assiderate degli intelletti eunuchi. Veterano di centinaia di contradlttorl, da alcuni dei quali usci contuso e malconcio, ma sempre sorridente e " pacione", soleva dire che non bisogna mal totalmente distruggere, nè interamente convertire d'avversarlo se si vuole cattivarsi Il pubblico e Indurlo a pensare e a discutere, piuttosto che a credere ciecamente. E a questo forse si deve là fatto che dovunque parlò lasciò sempre dei vasti maggesi seminati, invece delle rocce monumentali fendute da un inutile balenio di fulmini. Fu l'oratore della folla, non dehle folle; simpatico, bonaccione, gioviale, pieno di umorismo salubre e ridanciano, spesso salace, talvolta anche un tantino impudente ma sempre senza malignità, senza animus, senza quello strldor FEBBRAIO 1960 5

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