Controcorrente - anno XVI - n. 16 - gen.-feb. 1960

B om b e! 13 Febbbraio 1960. Una data da ricordare. La Francia è in festa. Ha fatto esplodere la bomba atomica nel deserto del Sahara. Si assicura che l'esperimento è riuscito. Questo evento ha messo la Francia a fianco delle nazioni "forti". Ciooèal livello degli Stati Uniti, della Ru-ssia, dell'Inghilterra. L'elemento nazionalista è giubilante. Il Gen. De Gaulle può assumere ora la posa del grande co,ndottiero. Gli sarà più facile imporre alle nazioni dipendenti la sua volontà. Le nazioni africane - particolarmente il Marocco, la Nigeria, Ghana e la Guinea - che avevano dato segni di preoccupazione prima che questo esperimento avesse luogo, si sentono mi· nacciate nella loro vera esistenza. Nessun-o può immaginare quali siano i disegni del g-enerale megalomane. Una cosa è certa: non possono essere pacifici. Egli ha dimostrato con gli eventi delle ultime settimane, di non esitare a ricorrere a mezzi estremi quando si tratta di realizzare i suoi disegni. Egli è un prodotto del nazio· nalismo smargiasso. Non esiterù a far sentire la sua autorità sull'Algeria, e su tutta la Francia. Noi non vogliamo discutere i disegni del Generale paranoico. Se tentassimo di farlo ci perderemmo nel groviglio interminabile di intrighi che avviluppa il mondo. Quello che ci spinge ad occuparci dell'esperimento atomico francese è una ragione diversa. Questo commento ci è suggerito dall'indifferenza del mondo di fronte a questi esperimenti che fl-niranno col di;struggere la famiglia umana. L'ultimo esperimento ha provocato più proteste di quelli avvenuti in altre nazioni. E' un buon segno. Sarebbe ora che si cominciasse a dare una forma precisa alla rivolta che questi esperimenti provocano nella cClscienza dell'uomo. Essi tendono ad una sola dimostrazione: quella della forza e del terrore. L'esperimento francese con gli altri della stessa natura ci ricordano dei fatti reali. Riportano alla mente episodi di inumanità ohe non si dimenticano. I superstiti di Hiroshima e Nagasaki piangono ancora i loro morti. Riepiloghiamo. La bomba caduta su Hiroshima il 6 Agosto 1945 fa parte della storia. Su una popolazione di 343,969, i morti furono 78,150, i feriti 37,425, gli sperduti 13,083. La bomba su Naga• saki il 9 Agosto 1945 fa anche parte della storia. Su una popolazione di 252,630, i morti furono 73,884, i feriti 76,798. Non parliamo della dilstruzione prodotta ir. entrambe le città. Non parliamo dell'effetto avuto dalla radioattività sulle popola· zioni sopravvissute. E' possibile che l'umanità abbia potuto dimenticare quegli olocausti spaventosi? Deve E!lSSerecosi. All'infuori della preoccupazione degli scenziati che sanno il pericolo che le bombe atomiche rappresentano, pochi si agitano o protestano. Nel corso di una riunione internazionale tenuta l'anno scorso a Dusseldorf, lo scenziato americano Linus Pauling, vincitore del Premio Nobel, dichiarava: "Il capo del governo che da l'ordine di far esplodere una bomba atomica sperimentale deve rendert;i.i conto che egli condanna nello stesso momento 15,000 bambini a venire al mondo con gravi tare fisiche e morali ed a condurre una esistenza dolorosa e miserabile ". Gli esperimenti ai quali si è già proceduto oono suscettibili di avere ripercus• sioni genetiche per secoli e di provocare malformazioni su circa 1,200,000 nascituri. Secondo il prof. Pauling, inoltre, gli esperimenti atomici sono attualmente la causa di numerosi casi di leucemia (140,000) e di cancro (un milione). Le espio· sioni ad una altezza di 50 Km. - egli dichiarava - sono ancora più pericolose delle altre perchè la ricaduta di polveri radioattive ricopre una maggiore super• ficie del globo. "Recentemente io ho dichiarato a New York - proseguiva il prof. Pauling - che gli Stati Uniti hanno una riserva di 75.000 bombe atomiche e che l'URSS dispone di un arsenale equivalente. Ciò non è stato smentito dal governo americano. Orbene, 4000 di queste bombe che esplodessero su tutte le zone abitate, produrrebbero -sostanze radioattive in quantità quasi sufficiente a sterminare il genere umano". L'esperimento francese ha sollevato proteste di ogni genere. Bene. Ci sembra che sarebbe ora di gridare ad alta voce la protesta umana contro questi esperimenti. E' ora che l'umanità in ogni parte del mondo si sollevi con una protesta indignata e risentita contro questo pericolo di distruzione collettiva. Noi realizziamo che la protesta, per quanto energica possa essere, non potrà fare molto. Nondimeno servirà a dimostrare che l'indignazione contro un massacro deliberato e senza scopo, non è morta. Servirà a testimoniare che non 'è morto il desiderio di vivere. Proverà che i partigiani della pace nel mondo sono consci della loro missione. Non solo, ma dimostreremo di avere a cuore il diritto alla vita delle generazioni a venire. I11130r• giamo contro l'uso della bomba atomica. Insorgiamo contro gli esperimenti atomici di ogni genere. Difendiamoci. Aldino Fellcanl

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