Controcorrente - anno XVI - n. 16 - gen.-feb. 1960

-grìdando e brìndando, col vìno l'os.so che gli piaceva, alla Rivoluzion,e. Sul Proletario appaiono le prime poesie di Giovannitti quando De Bella ne era il direttore. Mi pare che la prima fosse l'Inno a Roma Repubblicana, forse compo1Sta in occasione del Congresso del Libero Pensiero che si tenne in quella città nel 1905. Non potendo in sul momento consultare la collezione del giornale (nè le mie note p,er la Storia del "Proletario"), non posso dire ise egli avesse incominciato a scrivere articoli politici per il giornale. Questo è il momento in cui la Bellalma Forzato-Spezia pubblica pure i suoi v,e,rsi sul Proletario. \"i è nel giornale un magnifico articolo suo su Arturo, che è tutto un inno alla sua personalità :politica e letteraria. E' col 1909 che il Poeta ISimette alla testa del movimento della Federazion,e, quando assieme con i compagni Mazzia e Rosa, forma una Commissione Editrice per la pubblicazione del Proletario, la quale funziona anche da Commissione Esecutiva della Federazione, per colmare il vuoto lasciato nel movimento dalle dimissioni di Umberto Poggti. In que!Sto momento tanto la Federazione che il giornale sono boccheggianti. Tra i compagni vi è molta confusione e attrito ed i socialisti riformislli lasciano sempre più la nostra parte per accodarsi al seguito di Giuseppe BertJelli, che si struggeva per lanciare un suo giornale e per creare una federa20ione assoggettata al Partito Socialista americano. L'opera di Giovannitli rianima i compagni e le sezioni incominciano a riprender vita, funzionando come e-entri di propaganda socialista. Nella Federazione vi erano già delle sezioni sindacali:ste, ma d'ora in poi tutte le sezioni nuove si formano come tali sezioni. Arturo spesso è in giro per conferenz,e e discorsi, e in queste sue gite egli incomincia a formare il. .. vizio di baciare tutte le donne proletarie che V'engono alle conferenza ed ai comizii. Non a guari vengono dall'Italia Pulvio Zocchi ed Edmondo Rossoni, che con le loro attività rendono sempre più importante la Federazione sindacalista, mentre Joseph J. Ettor, organizzatore-generale dell'Industriai Workers of the World, fa bene la •sua parte tra i lavoratori italiani di New York, di Philadelphia e d'altre città della costa dell'Atlantico, fra i quali s'organizzano locali industriali. E' dalla s-eminagione della F. S. I. che escono gli operai FEBBRAIO 1960 'coscìentì, che 1,oì s'ìmmedesìmano, per necessità, nel movim-ento trade-unionista, falliti gli 'Sforzi dell'I.W.W. per organizzarli. Nel 1910 il movimento sindacalista aveva ripigliato tanta forza che Rossoni ipropone la formazione a New York di una Camera del Lavoro italiana. I sindacalisti propongono pure la ripubblicazione del Proletario quotidiano. La proposta continua ad essere ventilata fin sotto la guerra 1914-18 e poi non se ne parla più. La propruta della C. del L. viene ripresa dal Gruppo Sindacalista Il Proletario, ma cadde definitivamente, perchè tra sindacalisti e riformisti non si potè addivenire ad accordi. Al Congresso di UWca, N. Y., (aprile 1911), Arturo venne eletto direttore del Proletario, senza opposizioni. Il suo direttorato effettivo venne troncato alla fine di gennaio 1912, quando fu arrestato in Lawrence, Mass., insieme ad Ettor, ed accus·ato di complicità morale nell'assassinio di Anna Lo Pizzo, che la polizia e la magistratura attribuiva direttamente a Giuseppe Caruso, uno scioperante nella grande lotta dei tessili che era improvvisamente scoppiata ai principii del mese. (La Lo Pizzo fu uccisa veramente dal poliziotto Benoit, ma la polizia trovò conveniente, con una sua montatura cavillosa, ten-er responsabili i tre compagni, forse in un tentativo di abbattere con tale accusa il morale degli scioperanti e casi !rompere lo sciopero.) Lo sciopero dei tessili di Lawrence ,e di altre città del Massachusetts era condotto dell'I.W.W., che aveva mandato sul luogo William D. Haywood, Tresca, oltre all'Ettor ed alcuni altri organizzatori. Giovannitti era andato a Lawrence chiamato dalla S-ezione dei sindacalisti italianj aderenti alla F .S.I., per assistere gli scioperantl con la parola viva e calda della sua oratoria. In altra sede si è detto che .\ rturo fosse capo di questo sciopero, ma ciò è lontano dalia verità, se si tiene ben-e in mente che i movimenti sindacalisti IS!OTlmOossi dal basso, con azione (direi) democratica del m11k and file, e perciò non hanno capi di sorta. Giovannitti, Ettor, Caruso, erano degli innocenti, ma sul loro capo pendeva la pena di morte. Per salvarli, giacchè gli avvocati dello Stato domandavano la pena capitale, l'I.W.W. ~ la F.S.I. montarono una campagna internazionale di protesta con cui si domandava la liberazione degli accusati. La campagna ebbe vasta eco in tutto il mondo civile e molto del credito 19

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