Controcorrente - anno XVI - n. 14 - set.-ott. 1959

quale Hitler ha potuto usufruire di dissensi fra coloro che avrebbero dovuto controllarlo, di indecisioni anche soltanto temporanee, della stessa umana illusione per cui ognuno spera di non essere sul limite del precipizio fino a che non ci precipita dentro, per rigettare accordi consacrati. Chi al mondo ha forza effettiva rper costringere alla c.;servanza di qualsiasi patto, quan'do esso viene violato non da una delle due grandissime potenze, ma anche soltanto da una delle potenze secondarie? Soltto questa luce, ,perfino la questione dei controlli sugli armamenti può apparire oziosa. Non ci può essere sicurezza fino a che la possibiltà di controllo non si estenda ad ogni aspetto della vita rpolit!ca di ogni nazione, non soltanto colla promessa di permettere ispezioni locali, ma col controllo di ogni Investimento, di ogni spesa fatta In modo che essa non possa essere camuffata per preparare ad un certo istante li rigetto violento dei patti sottoscritti. Cioè il problema del disarmo resta Insolubile fino a quando la sovranità delle sln:gole nazioni non venga limitata ad un punto tale che noi non possiamo presumere accettabile al momento attuale tanto alla Russia che agli Stati Uniti. D'altra parte bisogna pure riconoscere che l'armamento nazionale non è un fine in sè stesso. Esso è !SOitanto un mezzo per proteggere gli interessi nazionali stabiliti e per difendere un programma di azione internazionale, quando ogni altro mezzo meno letale viene a mancare. Quindi non si può parlare di sincero disarmo se non In una atmosfera di perfetta confidenza sotto ogni a19petto. I quattro anni prospettati da Krusceff come sufficienti alla eliminazione di ogni armamento possotro essere estesi per tutta l'eternità se persiste un cllma di sfiducla e sospetto: e senza dubbio la Ru,ssla non potrebbe mancare di essere la prima a rifiutare di eseguire gli obblighi imposti da un patto quale Krusceff propone, se un clima di sfiducia tsi prolunga. Cioè si ritorna al :punto in cui si deve riconoscere che prima si deve affrontare il problema della pacificazione e della conciliazione di interessi nazionali opposti, per potere in seguito discutere con sincerità lo smantellamento delle organizzazioni militari. Non c'è dubbio alcuno: è fondamentale interesse di tutta l'umanità che le cause di conflitto vengano eliminate. Ognuno è certo che, col mezzi di distruzione offerti dalla tecnica moderna, ogni conflitto armato in cui le quattro o cinque potenze maggiori della terra vengano Involte segnerà il collasso della civiltà. Però, a giudicare dell'andamento attuale, le condizioni perchè un sincero disarmo passa diventare effettivo sono molto lontane dall'essere verificate. Per altro, a conchludere con una nota di relativo ottimismo, bisogna pur anche riconoscere che la soluzione che Hitler Indicava poco pill di vent'anni fa come la sola degna di essere considerata dall'uomo, la guerra di conquista e di asservimento come affermazione di virilità, come prova dei diritll sopranaturali di un gruppo di uomini SOJ)ratutti gli altri è per il momento discreditata. La evoluzione verso un sistema di rapporti fra le nazioni che tenga conto della Interdipendenza di ognuna di esse, come preludio al riconoscimento della necessità della llmitazione della selvaggia sovranità nazionale, è tsUlla via. Noi possiamo soltanto augurarci che la malizia, l'egoismo miope degl! uomini non allontani ancora la più ragionevole soluzione. Davide Jona 1.eo lo Scemo del "Regresso" Ricordate Leo lo Scemo, cloe' il " ri/acitore" del quotidiano il Regre.,o di New York? Abbiamo detto "rifacitore" perihe' quell'arruffane di Leo •ta a •/orbiciare giornali e riviste italiane, pappandoli gli articoli, in " toto" o in parte. Di tanto in tanto cita, nur aoltanto di pauaggio, di ,fuggita, il nome delrautore o il giornale che gli e' servito di fonte. Neuuno potra' niai ,coprire dove co .. ,ninci e ,love fini,ca lo scritto originale e dove co1ninci a frullare la ,porca farina ,lei ,acca di Leo lo Scemo. Lo Scemo, in un 1uo ultinio " rifacimento ", piange per la sconiparaa de l'Accademia d'Italia, l'alto co,ueuo dei panegeriati muuoliniani, cioe' la piu' spudorata agglomerasfon.e di lecca ..regime. Le,o lo Scemo si domanda, piagnucolando: "Perche' e' stata abolita? Perche' opera del pauato regime? Ridicolo e puerile. Perche' allora non sono state abolite, per eaempio, tutte le bonifiche apportale e di•trutte tutte le citta' nuo11e sorte da questa bonifica. , .?" Leo, sei un idiota. Quelle bonifiche dia,anguarono l'erario, non la taaca b,icata di Mussolini, e appartengono alla 11112ione che, a/ortunataniente, le acquisto' a duro prezzo di danaro e di ,angue, Shut up! SOLITARIO OTTOBRE, 1959 9

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