Controcorrente - anno XVI - n. 14 - set.-ott. 1959

non si cancellano. A questo proposito voglio ricordare un episodio. Quando Salvemini, nel 1948 lasciò l'Harvard per essere messo a pensione, fu festeggiato come ra~arnente avviene nel campo accademico di qualsiasi paese. Se il Prof. Prezzolini fosse un galantuomo avrebbe detto dell'enorme ed importante Javoro fatto dal Salvemini in ld.ifesa del popolo italiano negli anni che egli spese in questo paese - prima della guerra, durante la guerra, dopo la guerra. Certe cose egli non le ha dette perchè il Prof. Prezzolini non è un galantuomo. Egli preferisce far credere Salvemini una canaglia. Lo vorrebbe sfigurare col veleno de1la sua anima abbietta. Vuol far credere che Salvemini avesse bisogno della protezione della cittadinanza americana per denunziare vermiciattoli insignificanti come lui. Questo invertebrato morale conosce bene la dirittura morale e politica di sa.lvemini. Egli sa che Salvemini durante tutta la sua vita non ebbe bisogno di protezioni e salvacondotti per denunziare furfanti di ogni colore, assumendo apertamente la responsabilità. Le sue campagne contro Crispi, Giolitti, il Papa, Mussolini, Churchill, Roosevelt, non saranno faciJmente dimenticate. Ora che Salvemini non c'è più, Prezzolini spera di potere impunemente insudiciarne la memoria. Spera che nessuno risenta l'offesa contenuta nelle poche righe citate dall'articolo stampato da " IL BORGHESE". Egli attribuisce motivi sinistri al fatto che Salvernini si era fatto cittadino americano. Ha cosi piantato nella mente dei suoi lettori il dubbio che Sa.lvemini fosse un birbante. Prezzolini è rimasto il giocoliere fascista dei tempi in cui faceva il factotum alla Casa Italiana della Columbia University. Fa la voce grossa ora perchè Salvemini non c'è più. Egli si sente al sicuro. Salvemini vivo l'avrebbe scorticato. L'avrebbe sottoposto al bisturi della sua critica infJessibile. Fortunatamente Salvemini non era il solo che avesse seguito Prezzolini. Non sarà difficile dimostrare che se un birbante esiste, questo birbante è Prezzolini. Coloro che hanno seguito i movimenti del fondatore de " LA VOCE " non sono pochi. Quando il Prof. Prezzolini venne in America, fu presentato dalla stampa fascista, come un prodigio della sua generazione. Fu esaltato come un campione di cultura. Fu messo in parata come un novatore di abilità e di coraggio eccezionali. Gli si attribuirono le scoperte nel campo politico e letterario di uomini che predominarono Ja scena italiana per diversi anni. Fra questi erano inclusi i nomi di Papini, Federzoni, Soffici, Mussolini e gli altri che dovevano avere tanta parte nel mettere l'Italia a soqquadro nell'immediato primo dopoguerra. Nel campo culturale e politico americano Prezzolini fu paragonato a H. L. Mencken e gli altri giovani che avevano portato un soffio di vitalità nuova nel mondo del pensiero e della politica. In realtà Prezzolini era rimasto il posatore e l'opportunista di sempre. Un so~dato di ventura. Le sue attività degli anni che seguirono lo hanno provato. Egli fini con l'accodarsi ai servi del regime che l'avevano aiutato ad inserirsi alla Columbia University. Le sue attività di quel periodo possono essere sempre esaminate. 4 E' nòstro proposito portare un po' di luce su questo episodio della cittadinanza americana di Salvemini. Lo facciamo per il Prof. Prezzolini e i suoi lettori. Riproduciamo una lettera scritta da Salvemini nella quale si parla abbastantemente dell'episodio. Nessuno potrebbe meglio di Salvemini spiegare ed analizzare le ragioni che l'indussero a divenire citta1dino americano. Questa lettera fu scritta in risposta all'invito che CONTROCORRENTE

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