Controcorrente - anno XVI - n. 14 - set.-ott. 1959

di fresco, già si trovava sopra una donna che regolava il traffico con le bandierine colorate, Indicando la strada. So quanto trepidasse li suo cuore al pensiero dei bambini rimasti nella lontana patria, so di quale eroismo fosse fatto li <suocoraggio, la sua partecipazione alla difesa del paese. Qua e là, sui campi, presso li bosco, accanto al villaggi, la neve era accumulruta a forma di sapltura su cui era Infissa una stella a cinque punte, Indicante che Il, In dlfe.,a della nostra libertà, era caduto un soldato dell'armata rossa. Con li suo sangue aveva riscattato la nostra vita, quella delle nostre madri e dei nostri bambini. Non aveva risparmiato il suo sangue per far giustizia. In quel tempo i prigionieri di Oswlecim, spinti giorno e notte ad ove<o-t.oltrepassavano le porte di Gross-Rosen, Buchenwald, Ravensbruck. Per molti di essi era questo l'ultimo viaggio. I nazisti infatti non smisero nemmeno per un momento di commettere infamltà, le cui prove furono vedute dalla armata vittoriosa dentro i campi liberati. Che ne accennino ancora una volta le relazioni di quelli che hanno aperro le fosse dei fucilati In massa a Majdanek e ad Oswleclm, quelli che di propria mano aprirono le camere a gas piene di cadaveri. Che i liberatori di Berge<nBelsen ci dicano che cosa hanno provato quando, spalancate le porte delle baracche, videro dei prigionieri in posizione verticale, stretti, immobili e silenziosi. Morti. Noi che slamo ritornati dal reticolati del campo di concentramento perchè non sono riusciti e fucilarci, nè a soffocarci col gas, nè a finirci con l'ignominiosa morte della impiccagione - noi siamo fratelli dovunque sl viva: a Parigi, a Leningrado, a Varsavia, nei villaggi della Baviera, a Berlino, a Sofia, a Belgrado, sulle sponde de l'Atlantico o sulle falde dei Pir!nei. Sono nostri fratelli i genitori del prigionieri trucidati. Sono nostri fratelll gli amici del massacrati. Sono nostri fratelli gli orfani dei prigionieri. Slamo fratelli, anche se non sempre ci conosciamo. La distanza è apparente. Ci un»,ce lo sdegno. Ci unisce Il ricordo del passato ed il disprezzo per gli assassini. Di notte quando, distesa senza dormire, ml chiedo se l'umanità abbia imparato qualcosa dagli anni del nazismo, quando penso che alcuni desiderano tral3formare la terra In un giardino in flore, ed altri vorrebbero trasformarla in una torcia arde<nte, in cui le madri inutilmente si cercherebbero d'Intorno un posto sicuro per I loro bambini, allora ml pare di sentire I battiti del cuore di quella gente che, come me, è passata attraverso il più profondo abisso dell'hltlerismo. Slamo coscienti di tutto. Sappiamo. Non dimentichiamo. Addormentati o svegli, non ci abbandonano le immagini più raccapriccianti. Oggi la nostra volontà s'Incontra e si moltiplica. Compagni delle prigioni e del campi di concentramento nazisti, dovunque siate, rispondete con li vostro più grande sforoz teso ad impedire in tempo lo ster· minio. Seweryna Szmagkawska - FINE - FRANCISC:O FERRER HA SCRITTO: "La Scuola Moderna intende combattere tutti i pregiudiztt che impediscono l'emancipazione totale dell'individuo. Per ciò essa adatta il razionalismo unitario che consiste nell'inculcare al fanciullo il desiderio di conoscere l'origine di tutte le ingiustizie sociali, perchè, conosciutele, possa combattere queste ed opporvisi,. Il nostro razionalismo umanitario combatte le guerre fratricide, interne ed esterne, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il servaggio della donna; combatte tutti i nemici dell'armonia umana, ignoranza, vigliaccheria, orgoglio, e tutti gli altri vizi e difetti che tengono gli uomini separati in oppressi ed oppressori". OTTOBRE, 1959 23

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