Controcorrente - anno XVI - n. 14 - set.-ott. 1959

stare relativamente bene i lavoratori occupati nel processo produttivo, e questi lavoratori saranno sempre l'eccezione perchè lavoratori privilegiati per un verso o per un altro; ma croa sarà delle grandi masse disoccupate perennemente o in parte? Potranno queste masse vivere alle spalte della società, come avvenne coll'antico proletariato romano? Lo sviluppo sempre crescente delle industrie, Il loro perfezionamento, la nuova tecnologia, l'automazione se miglioreranno le condizioni dei lavoratori occupati, non miglioreranno quelle del IN VETRINA Lodifesodellorozzo Leviamoci il cappello. " Il Progresso Italo-Americano" il un giornale importante. E' pubblicato a salvaguardia degli interessi della razza. Parlo della razza italiana. Quando si il trattato di erigere monume11ti a del grandi 1talia11i " Il Progresso " ò sempre stato in prima fila. Gli italiani lo samio. Il cafo11e emigrato g1,arda al quotidiano di New York co111e si guarda al plìt potente protettore. Ed ha ragione. Basta ricordare. Fu raccolto denaro per erigere il monumento a Dante, a Colombo, a Garibaldi, a Giovanni da Ven·azzano ... " Il Progresso " il stato sempre all'avanguardia, con la bandiera tricolore spiegata, a battere la grancassa. In tutte le campagne le figure nazioitali - il re, la regina, il Papa, Badoglio, Diaz, D'Annunzio, Mussolini, sono stati elevati a simboli di purezza e di orgoglio ,tazionale. I nostri cafoni si sono commossi fino alle lagrime allo sventolio della bandiera monarchica, fascista poi, papalina dopo. E hanno dato. Generosamente. Erano convinti, contribuendo, di sollevare il morale degli affamati che biascicavano preghiere nella povera casupola al vecchio paese. E davano, togliendosi il necessario per comprare il companatico domani. Davano. Soddisfatti di aver com,ptuto un gesto patriottico, benedetto dalla madonnina protettrice ... Le sottoscrizioni apparivano ogni giorno ,wlle colon,ie del giornale che essi considera~·ano la loro Bibbia. "Il Progresso", in quelle mirabili occasioni, era orgoglio e bandiera dei paesani sparsi nelle co1ltrade della grande America. I nomi seguivano i nomi. Le società facevano pompa dei nomi sonanti e belli di Margherita di Savoia, di Regina llfadre, del Duca d'Aosta, del D,wa degli Abruzzi, di Vittorio Emanuele Ili e di Umberto I, e di cento altri. Tutti ·nomi elencati nei manuali italiani più ,ioti. I totali giornalieri, in cifre di molte migliaia di dollari, costituivanti orgoglio genuino del nostro emigrato semianalfabeta, desideroso 16 lavoratori disoccupati. In questo ca.so non vi 5aranno condizioni di progresso perchè l'economia verserà sempre In uno stato caotico. Si avrà sempre la contraddizione tn le possibilità della produzione e l'insufficienza del ,potere d'acquisto, perchè è chiaro che gli operai occupati non potranno da sè assorbire la produzione ed i consumatori saranno sempre sbattuti tra i marosi del bisogno insoddisfatto. M. De Clampls (La fine al prossimo numero) di portare ,iel cuore scolpito a lettere d'oro, il nome della patria. La conclusio,ie era quasi sempre ttn.a: Il proverbiale pugno di mooche. Il denaro volava. Seguivano scandali. Dopo lo scan· dalo rimanevano i mormorii e ii disgusto. Qualche volta la sfortunata conclusione aveva eco nelle corti di giustizia. Molti italiani non hanno bisogno di aver la memoria rinfrescata . .. Il nome del Cav. Uff. Carlo Barsotti, il grattde pioniere in questa opera d'italianità e proprietario-di.-ettore de "Il Progresso", si troverà dappertutto. Poi venne Il successore: Generoso Pope. Il fatto nuovo ora. " Il Progresso " del 12 luglio ha pubblicato un editoriale in difesa del ,io111eitaliano. Ricorda il patriottismo 1Jecchio stile. Q1iello scritto ha sollevato scalpore negli ambienti politici. I! soggetto in discussione: La Mafia. Da allora ogni gior,io, so,io pubblicati responsi di figure pubbliche, di politica11ti, di prominenti. Si mira a sollevare l'indig1tazio11e patriottica. Si vuole protestare co11.tro la speculazio,ie che qualche age11zia giomalistica sembra abbia fatto su tm fattaccio di cronaca recente, che ha messo i11 cattiva luce gli italiani. Per dare un'idea di che si tratta, togliamo dall'editoriale un paragrafo che spiega le ragioni della protesta. Siamo dole,iti che lo spazio non ci conse,ita di riprodurlo per illtero: "Nel novembre del 1957, un gruppo di americani di origine italiana si radunò a convegno In un villaggio dello Stato di New York, dal noone Apalachlan. Fra di essi alcuni avevano precedenti penali. Lo !SCOPO di quel convegno non è mai stato accertato e divulgato. Se lo scopa era criminale, non saremo certo noi a giustificarli; anzi de· nunceremo essi e I malviventi della loro stessa risma, poichè è proprio questo sparutO' manipolo di 60 persone che ha dato appiglio alla campagna mirante a diseredi· tare, a calunniare, a coprire di disprezzo più di dodici milioni d'americanl di origine Italiana; Individui leali, ubbidienti alle leggi, morigerati di ?SPecChlata onestà, che quotidianamente contribuiscono ad arricchire la vita statunitense in ogni campO' della attività umana". E' evidente che questa campagna non ìJ animata dall'elemento emozionale che avrebCONTROCORRENTE

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