Controcorrente - anno XVI - n. 14 - set.-ott. 1959

social-democratici sono andati al Governo, perchè in Italia non si è avuta ancora questa esperienza) esso non ha 'P<>tutoo saputo affrontare i problemi d'interesse della classe operaia. La questione &>ciale non si può risolvere nei consessi legislativi, adottando delle riforme. L'esperienza storica dimostra che -essa è risolvibile :solo sul terreno rivoluzionario. Il socialismo si realizza attraverso la lotta di classe - sfruttando a vantaggio del ,proletariato le contraddizioni politiche ed economkhe del capitalismo. La lotta di classe, caposaldo del Marxi!smo, può se mai combattere solo un'azione di retroguardia con l'azione politica dei partiti. Nella concezione gloriosa della Prima Inte11nazlonale la questione sociale è risolvib!le solo chiamando la classe lavoratrice alla cognizione della sua potenza e cioè che "l'emancipazione dei lav011atori deve essere opera dei lavoratori stessi" (e qui interviene il sindacalismo rivoluzionario che fa dell'organizzazione operaia l'organo realizzatore del socialismo). Ma l'amico Jona potrà ripetermi che nel caso della situazione politica italiana si tratta solo di un'alternativa democratica al regime dericale della Democrazia Cristiana, sfruttando quelle possibilità che avessero potuto M'Vantaggiare 11 popolo. Ma io gli dico che se i partiti politici dimenticano la concezione fondamentale e rivoluzionaria del socialismo, potranno fare delle riforme intenzionalmente a beneficio della classe lavoratrice, quelle alla fine si risolveranno a beneficio del regime borghese. E quanllo, se mai, la borghesia si vedrà minacciata e lesa nei suol interessi dalle riforme adottate, essa troverà il modo (si verla i casi della Germania dopo la prima guerra mondiale e della Spagna dopo l'abolizione della monarchia, per citarne due dei più clamorosi, ed anche lo stesso caso dell'Italia prima dell'avvento del fascismo) per annientare le riforme fatte e per rifarsi ad usura su quello che aveva perduto. Jona può subiettivamente rigettare quanto vuole la concezione marxistica del divenire sociale, per soddisfare un bisogno della sua psiche, ma egli non può rigettarla obiettivamente senza rinnegare il progresso umano di cui il Marxismo è l'assertore scientifico. Perchè il Marxismo è libertà più larga e vera per gli uomini, è benessere individuale e collettivo, è questione di giustizia, è problema di ripartizione equa OTTOBRE, 1959 della ricchezza socialmente prodotta, è problema di elevazione morale ed intellettuale per tutti. Non si può calsualmente rigettare il Marxismo, come si è fatto. La critica marxistica al capitalismo come sistema produttivo ed economico e alla società borghese come esponente politico di questo sistema è quanto di più formidabile si sia iscritto e detto in sostegno del diritto del proletariato alla sua emancipazione. Questa critica era buona cento anni fa ed è buona anche adesso. Tutte le cosidette "revisioni" dei Marxismo, notabilmente quella social-democrat!ca, sono pietosi tentativi di scolaretti (a detta di Benedetto Croce mi pare che Antonio Labriola chiamasse Edoardo Bern,,"1:elnun cretino) presuntuosi. Pur essendo un sindacalista, io, per esempio, non accetto tutta ia critica al Marxismo di George Sorel. Il Marxismo come concezione politica, economica, storica ed anche filosofica resta inalterato al suo pd3to di battaglia per una migliore umanità. Nessuno del suoi più irriducibili nemici è riuscito a smontarlo, perchè la presunzione intellettuale <non può pren'dere il posto della scienza. La teoria d·el valore e del plus-valore, quella :delle lotte delle classi e infine quella del materialismo storico restano salde oggi come !eri. Va ad onore di Antonio Gramsci l'avere avanzato il Marxismo con la sua "teoria della prassi". Non si ,può quindi gettare il Marxismo tra i ferri vecchi del pensiero umano come cosa antiquata. Noi abbiamo oggi nella società borghese le stesse condizioni di miseria individuale e di malessere sociale. Noi abbiamo queste condizioni aggravate, se si considerano le possibilità in meglio che può produrre il complesso industriale. Noi abbiamo lo stesso assetto produttivo condotto con motivi di profitto, lo stesso sfruttamento del lavoro salariato, le stesse condizioni di oottoconsumo per l'insufficiente potere d'acquisto delle grandi masse e tutte le altre ... delizie del sistema capitalistico di produzione e di scambio che ! credenti attribuiscono alla volontà del. .. Creatore. Nel presenrte assetto sociale un ,partito politico socialistico non può migliorare le sorti e le condizioni dei lavoratori anche se ad essi si concede un maggior potere di acquisto, anche se, puta oaso, un capitalismo lungimirante farà i lavoratori compartecipi agli utili. In tali frangenti potranno 15

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