~DNTBO~O OCTOBER 1959 GAETANO SALVEMINI
j FRAN.01 I Caro Fellcanl: Non scrlvo spesso perchè ml riesce difficile farlo. Devi scu..are se non ho risposto prima alla tua lettera ... In questa mia accludo due dollari che mi ha dato Il compagno D'A. Non vuole il suo nome pubblicato. E' Il contributo dl un compagno per "Controcorrente" che combatte la buona battaglia... Altre parole non sono necessarie ... Ricordo con nostalgia le discussioni dei pomeriggi del sabato nel tuo ufficio. Ricordami al compagni. ALFONSO DI CARLO Phlladelphia, Pà . • Cari compagni: Unisco $6.00 per la vita di "Controcorrente". Credevo che la proposta Qulntillano avrebbe tolto il deficit; ora vedo che non è stato cosi. .. Aspettavo notizie dai nipoti, ma finora niente. Forse Il quaderno Salveminl e la rivista li ha intimoriti e hanno paura della scomunica. Se non vogliono svegliarai sarà peggio per essi. Avanti sempre. Saluti a tutti i compagni. Per l'Idealità. • FRANK BARISANO Pittsburgh, Pa. Oarlssimo Felicanl: Qui accluso troverai un check di $14.00 raccolti in un incontro avvenuto in famiglia fra pochi compagni, per salutare l'ottimo compagno milltante Joe Casarani di Chicago, Illinois, dopo tanti anni dl lontananza... Dlscutend-0 insieme del lavoro che continui con fede, dedicato alla compilazione di "Controcorrente" per tenere alto il vesslllo d'el libero pensiero, abbiamo voluto dirti che siamo con te. I buoni mili· tanti che hanno a cuore la lotta per i! proprio riscatto ti segu,ono e ti approvano. Sta pur certo che non ti verrà meno la loro r;olldarietà per continuare la pubblicazione di 'Controcorrente". Sei sulla buona strada. Continua con fede ed audacia che i buoni compagni ti seguiranno. Pei compagni, • DIABETI 'MASSIMO San Diego, Cali!. Cari compagni: Nell'inviarvi m. o. di $3.00 per li mio abbonamento, voglio citare un nobile pensiero di Mantegazza: "Finchè ogni uomo non sarà capace di adempiere il proprio dovere non ha raggiunto il tipo della sua perfezione Ideale. Chi si sacrifica al proprio dovere, vive in un'atmosfera dove il cielo è sempre sereno." Tanti saluti e buon lavoro. G. PRIORIELLO Chicago, Ili. CON VERO RAMMARICO registriamo la scomparsa di alcuni vecchi militanti, comunicataci dopo l'uscita dell'ultimo numero. Le loro attività nell'opera dl seminagione per realizzare un migliore ordine sociale, saranno ricordate per lungo tempo. Erano quasi tutti lettori e sostenitori della rivista. Volendo evitare ripetlzloni in eulog!e superflue cl limitiamo alla menzione del nome e della data In cui Il decesso è avvenuto. * DONATO SALVUCCI (59 anni) il 20 Ottobre, 1959, a Allston, Mass . * EMANUELE ANDRULLA (80 anni) il 23 Ottobre 1959, a Somerville, Mass. * YINCENZO MALENA (70 anni) il 7 Ottobre 1959, a Pittsburgh, Pa. * GIOELE MAZZANTI (73 anni) il 24 Settembre 1959, a New York. In questa triste circostanza Co,itrocorrente esprime alle famiglie degli scomparsi l più vivl sensl di cordoglio. BTATEMENT REQUIRED BY THE ACT OF AUQUijT 2<, 1912, AS AMENDED BY THE ACT OF MARCH 3, 1933, AND JULY 2, 1946 (Tttle 3~, Untted Slalea Code, Secllon 23 3) SHOWING THE OWNERSHIP, MANAGEMENT, ANO CIRCULATION OP' CONTROCOR.R.E.."'{TE,p ubllshNt Bl-monthly at Boston. Ma.as. tor Oct. l 19~9. 1. The names and addreeaea ot the publlsher, <!dltor, managing editor, and bualness managers are: Publlsher, Aldino Fellca.nl - 157 Mllk Strect, Boston 9, Maas. Editor, Aldlno Fellcanl - 157 Mllk Street, Boaton 9, Mus. 2. The owner 11: (Il owned by & c:orporatlon, lta n&me and addreas must be atated and a tao lmmedlately thereunder the namu and addruaea ot •tockholder1 ownlng or holding l perc<!nt or more of tot.al a.mount of stock. U not owned by a corporatlon, the names and addre1111esof the tndlvtduat ownere muat be gtven. If owned by a. pa.rtnl'lrlhlp or other unlncorpora.ted flrm, Il.I name and addreH, •• well u that of each lndlvldual member, muat be glven.) Aldino Fellcanl - 157 Mllk Street, Boston 9, Ma.N. 3. The known bondholder1, rnortgag:eet, and other 1ecurtty holdera ownlng or h olding 1 pe:rcent or more of total amount of bond1, mortgage1, or other ncurltlea are: (lf there a.re none, ao state.) There are none. 4. P•ragrapl'll 2 and 3 Include In ca.ae1 where the stockholder or 1ecurlty h older appears upon the book1 of the company aa truate"' or In any 0ther f1duclary relatlon, Lhe na me of the person or corporallon for whom 1uch trastee 11 acttng; a~o the st&tement~ In the two para.graph1 show the afflant'1 tull knowledge and b<!llef u lo U1e, cJrcum■tances and condlttont- undel" whlch 1tockholder1 and aecurtty holden who do not appear upon the books or the company as tru 1tee1, hold 1tock and aecu.rtt.les In a capa.city other than that ot & bona fide owner. 5. The &vera.ge number of coples of each lasue of thts publlcalton aold or dlatributed, through the ma.Ila or otherwlae. to pald aubacrlbers durlng the 12 montha precedlng the d:ite ahown above waa: (Thl• tnformatton I• requtred from da.Jly, weekJy, aemlweekly, and trlweekly new1papert onty.) AlDINOFEllCANI, Edita & Publl,htr sworn to and aubecrlbed bafore mc thla 16th day of Septtmber 1959MARY A. HOCARTY, NOW)' Public My commlsalon explres Nov. 12, 1960.
RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata. nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENTEil publishod bl,mofflhly. Mali adchss: 157 Mllk SL, Boston. Aldino Ftllc.tnl, Edlu,r and Publlshtr.. Offlc:o o/ Plbll•tlon 157 Mllk Str ... , Bolton 9, Mass. Sta>nd-clw mail p,lvllauthortztd at Boltoo, Mw. Subsalptlon $3 a .,..,, Voi. XVI-No. 2 (New Seri.es i:14) BOSTON, MASS. Sept .•oct., 1959 PREZZOLINI contro SALVEM Ci occupiamo di Prezzollni. Egli ci ha tirato In ballo senza essere provocato. Merita una risposta. Nella rivista " IL BORGHESE" de l 4 Giugno, si è occupato del libro di Enzo Tagliacozzo su Salvemini. Nel corso dell'articolo il Prezzolini rivolge questa domanda al Tagliacozzo: " ... In un numero della rivista " CONTROCORRENTE" di cui Lei fece parte, ci fu silenzio completo sopra la cittadinanza presa dal Salvemini, al riparo della quale denunciò come agenti stranieri I suoi antichi amici che non la pensavano come lui, cittadinanza che poi abbandonò per tornare In Italia. Speriamo che lei faccia luce su questo curioso episo dio. In questo libro non ne parla, sebbene Lei abbia fatto vita comune con il Sal vernini in America ... " Prezzolini è sempre lo stesso. Non ha l'abitudine alla franchezza. In questo Interrogativo si sente una cattiveria maramalda. Rivela il risentimento di uno che è determinato a compiere una cattiva azione. Prezzollnl, come sempre, assume arie di superiorità e di strafottenza, ma non ha il coraggio di parlare chiaro. Questo signore è invecchiato giuocando d'astuzia e sull'equivoco. Se il Prof. Prezzollnl fosse un galantuomo avrebbe accennato al decreto reale che aveva fatto di Salvemlni un uomo senza patria. Infa tti Vittorio Emanuele III, il monarca savoiardo imbelle e traditore, con decr eto emesso il 30 Settembre 1926, firmato dal Re, Mussolini e Federzoni, toglieva a Salvemini la cittadinanza e gli confiscava i beni. Con questo prov vedimento si voleva rendere a Salvemini Ja vita difficile in qualsiasi pa ese si recasse. Queste erano le vendette di Mussolini quando i nemici del regime erano ascoltati negli ambienti difficili a raggiungere. Se il Prof. Prezzolini fosse un galantuomo, avrebbe accennato alla spiegazione che Salveminl diede In più occasioni, alla sua decisione Idi divenire cittadino americano. Invece egli circonda di mistero un episo dio conosciuto anche dai sassi delle strade. Se il Prof. Prezzollnl fosse un galantuomo avrebbe detto della venerazione e del rispetto di cui era circondato Salveminl nell'ambiente univ ersitario In cui ha. insegnato per tanti anni, ove ha lasciato affetti che
non si cancellano. A questo proposito voglio ricordare un episodio. Quando Salvemini, nel 1948 lasciò l'Harvard per essere messo a pensione, fu festeggiato come ra~arnente avviene nel campo accademico di qualsiasi paese. Se il Prof. Prezzolini fosse un galantuomo avrebbe detto dell'enorme ed importante Javoro fatto dal Salvemini in ld.ifesa del popolo italiano negli anni che egli spese in questo paese - prima della guerra, durante la guerra, dopo la guerra. Certe cose egli non le ha dette perchè il Prof. Prezzolini non è un galantuomo. Egli preferisce far credere Salvemini una canaglia. Lo vorrebbe sfigurare col veleno de1la sua anima abbietta. Vuol far credere che Salvemini avesse bisogno della protezione della cittadinanza americana per denunziare vermiciattoli insignificanti come lui. Questo invertebrato morale conosce bene la dirittura morale e politica di sa.lvemini. Egli sa che Salvemini durante tutta la sua vita non ebbe bisogno di protezioni e salvacondotti per denunziare furfanti di ogni colore, assumendo apertamente la responsabilità. Le sue campagne contro Crispi, Giolitti, il Papa, Mussolini, Churchill, Roosevelt, non saranno faciJmente dimenticate. Ora che Salvemini non c'è più, Prezzolini spera di potere impunemente insudiciarne la memoria. Spera che nessuno risenta l'offesa contenuta nelle poche righe citate dall'articolo stampato da " IL BORGHESE". Egli attribuisce motivi sinistri al fatto che Salvernini si era fatto cittadino americano. Ha cosi piantato nella mente dei suoi lettori il dubbio che Sa.lvemini fosse un birbante. Prezzolini è rimasto il giocoliere fascista dei tempi in cui faceva il factotum alla Casa Italiana della Columbia University. Fa la voce grossa ora perchè Salvemini non c'è più. Egli si sente al sicuro. Salvemini vivo l'avrebbe scorticato. L'avrebbe sottoposto al bisturi della sua critica infJessibile. Fortunatamente Salvemini non era il solo che avesse seguito Prezzolini. Non sarà difficile dimostrare che se un birbante esiste, questo birbante è Prezzolini. Coloro che hanno seguito i movimenti del fondatore de " LA VOCE " non sono pochi. Quando il Prof. Prezzolini venne in America, fu presentato dalla stampa fascista, come un prodigio della sua generazione. Fu esaltato come un campione di cultura. Fu messo in parata come un novatore di abilità e di coraggio eccezionali. Gli si attribuirono le scoperte nel campo politico e letterario di uomini che predominarono Ja scena italiana per diversi anni. Fra questi erano inclusi i nomi di Papini, Federzoni, Soffici, Mussolini e gli altri che dovevano avere tanta parte nel mettere l'Italia a soqquadro nell'immediato primo dopoguerra. Nel campo culturale e politico americano Prezzolini fu paragonato a H. L. Mencken e gli altri giovani che avevano portato un soffio di vitalità nuova nel mondo del pensiero e della politica. In realtà Prezzolini era rimasto il posatore e l'opportunista di sempre. Un so~dato di ventura. Le sue attività degli anni che seguirono lo hanno provato. Egli fini con l'accodarsi ai servi del regime che l'avevano aiutato ad inserirsi alla Columbia University. Le sue attività di quel periodo possono essere sempre esaminate. 4 E' nòstro proposito portare un po' di luce su questo episodio della cittadinanza americana di Salvemini. Lo facciamo per il Prof. Prezzolini e i suoi lettori. Riproduciamo una lettera scritta da Salvemini nella quale si parla abbastantemente dell'episodio. Nessuno potrebbe meglio di Salvemini spiegare ed analizzare le ragioni che l'indussero a divenire citta1dino americano. Questa lettera fu scritta in risposta all'invito che CONTROCORRENTE
i suoi amici di Molfetta gli avevano fatto di ritornare in Italia, subito dopo la caduta di Mussolini. La pubblicammo in " CONTROCORRENTE" del Giugno 1944. La legga Prezzolini. Se egli fosse un galantuomo dovrebbe riconoscere che la spiegazione di Salvemini non lascia adito a malignazioni. La spiegazione non potrebbe essere più chiara. E' di una franchezza cristallina. Solo persone rose dall'odio e animate dallo spirito di vendetta possono rimanere indifferenti di fronte ad un documento simile. Per ora ci fermiamo qui. Si sbottoni il Prof. Prezzolini. Ripeta la diffamazione ordinata da Mussolini ai suoi scribi con la speranza di poter distruggere l'effetto della rivolta morale sollevata da Salvemini con i suoi scritti. Quailunque cosa egli possa dire non potrà distruggere la sua opera monumentale contro il regime della barbarie fascista. Dia la stura al veleno che lo rode. Sarà una maniera sicura per impegnarci a ritornare sull'argomento. Non è la prima volta che siamo alle prese con un farabutto. Aldino Fellcanl * * * UNA SPIEGAZIONE DI SAJ.VEMINI [ LETTERA AL PARTITO D'AZIONE DI MOLFETTA] Cari amici, Berkeley (Califomia) 17 Maggio 1944 La vostra lettera del 16 febbraio mi ha trovato qui, In California. Desidero vi arrivi al più ·presto la mia riconascenza per il vostro amichevole saluto. Per venti anni nessuna comunicazione fu possibile tra voi e me. Eppure ,per venti anni voi continuaste ·a avere fiducia nel vostro amico lontano, anche se non sapevate nulla di quello che egli faceva, anche se la stampa e i politicanti del partito al potere ne parlassero solament;e per calunniarlo. Questa vostra fiducia rimasta intatta, è il (Più nobile premio che io potessi !Sperare per quel tanto che mi è stato possibile fare in servizio del popolo italiano in questi ultimi vemti anni. Di questo premio conserverò nel mio cuore commossa gratitudine finchè avrò vita. Voi desiderate che io ritorni fra voi a riprendere il mio vecchio posto di combattimento. Se aYessi potuto rispondere con un sì al vo9tro richiamo, io non avrei aspettato Jinora, ma sarei già partito da un ,pezzo. Ma nel dicembre 1940 io presi la cittadinanza americana. Mi decisi a questo passo dopo lunga meditazione sui doveri che erano impliciti nel giuvamento di fedeltà. Quei doveri li assunsi liberamente e con piena conoscenza di ca'U.ll8.,per pieno consentimento con le istituzioni di questo paese che con tutti i loro difetti sono quelle che più si avvicinano ai miei ideali politici e morali. Io non sono un re. I miei nonni erano piccoli proprietari che coltivavano la terra con le loro stesse mani, pescatori o "viaggianti". Perciò il giuramento è per me una cosa seria. Esso rimarrà valido salv•o che l'America rinunzi alle sue istituzioni d·emocratiche e tradisca cosi i suoi ideali. In queste condiziqni, se ritornai!ISi in Italia ad occuparmi di politica italiana, come se fossi tuttora cittadino italiano, io compirei una duplice cattiva azion'e. Mancherei al mio giuramento verso la patria adottiva, e pretenderei esercitare nella patria di origine diritti che non mi COilllpetono più. D'altra parte, occorre che io vi ricordi che io porto sulle mie spalle la bellezza di settantun'anni. L'azione politica richiede la forza fisica, la prontezza di decisione, l'audacia ed anche l'imprevidenza della giovenitù. Gli uoonini dovrebbero ritirarsi dalla politica prima ane'ora dei 70 anni. Una delle sventure dell'Italia prefascista era che i suoi politicanti, come le belle donne, non conoscevano l'arte d'invecchiare e di tirarsi in disparte; le nuove generazioni dovevano subire il gi~ dei loro antenati finchè questi non si decidevano a crepare. Se io ritornassi alla politica attiva oggi, in Italia o altrove, a selltantun'anni, mi renderei responsabile di quella stellsa senile vanità e di quello stesso cieco egoismo che io tanto spesso rimproverai agli antenati di vent'anni or sono. Questo solo fatto d·ovrebbe persuadervi a mettere la vostra fiducia e la vostra speranza in uomini avanzati assai meno 'di me negli anni. Questo nqn vuol dire che io mi sia reso estraneo al popolo in mezzo al quale nacqui, fui educato, soffrii e palSsai i primi cinquantadue anni della mia vita. Gli Stati Uniti sono una oocietà di uomini e donne provenienti da tutte le nazioni clel mOllldo, nella quale il cittadino ha Il diritto di avere due anime: quella d'ella patria di origine, e quella della patria di adO(Zione. Ha il diritto di amare sempre la patria OTTOBRE, 1959 5
6 di origine mentre deve essere fedele alla patria di adozione. Fra quell'amore e quella fedeltà non vi è contrasto, se l'uno e l'altra rimangono su1;>ordinati a un princl,pio superiore: quello della giustizia nell'interno della repubbhca per tutti I cittadini americani e nella -politica internazionale per tutti i popoli da cui i cittadini americani pro'vengono. Chi obbedisce al pregiudizio barbarico secondo cui il cittadino di un paese deve esser sempre solidale col g_overno d_el proprio paese COlll.tìò i J>OIPOldiegli altri paesi, non è un buon cittadmo americano, secondo lo spirito della costituzione americama. Non è neanche un uOfllo onesto. Per esser:e buon cittadino americano e ,per rimanere uomo onesto, egli deve volere che 11 governo americano nel trattamento di tutti i popoli fuori del territorio amer~cano, rimanga giusto se è giusto, e ritorni ad essere gh.1'.3tose ha commesso lngiustlz,a. Come leale cittadino americano, io ho Il diritto non solo di amare Il popolo Italiano dal quale provengo, ma anche Il dovere dl domandare che verso quel popolo, cOlme verso ognl altro popolo, l'America sla giusta, generosa, umana. A quest'opera di verità e di giustizia verso Il ,popolo italiano io ho dedicato tutta la mia vita, fuori d'Italia, dal momento In cui dovetti abbandonare l'Italia nell'agost01 del 1925 ad oggl. Non dlV'efltal =I 1940 cittadino americano per poter fare del brutale nazionalrsmo italiano, sotto la .protezione d'ella citltadlnanza americana. Questa sarebbe stata abominevole slealtà da parte mia. Ma quando assunsi I doveri dl citltadino amerio&no, io 111e acquistai anche I dlrltti. Uno di questi diritti è domandare giustizia per Il popolo italiano come per tutti I popoli. Nel compiere questo lavoro lo posseggo una grande forza. Nessuno può s~levare contro di me l'aceusa che lo mi occupi delle que'Stlcinl italiane perchè speri di soddisfare ambizioni ,personali in Italia. Io sono protetto non sdlo contro ognj eventuale mio accesso di vanità senile, ma anche contro ognl malevola insinuazi(lne altrui, dal fatto che come cittadino america'llO, io non ho più nulla da domandare oJ sperare in Italia, anche se la mia età non mi dicesse che debbo prepararmi ad altro che a ricavare profitti personali dalla mia Opera o ìn America o in Italia. Essendo vissuto fino a 52 armi in Italia ed aven<lo d'edioato 50 anni allo studio della storia italiana e dei problemi contemporanei della vita italiana, !Cli sono autorizzato ad esprimere un'opinione su questi problemi assai più che diplomatici deficienti e giornalisti improvvisatori. Queste mie opinioni, che io le pubblicai in America o in Italia, possono servire anche in Italia, se c'è In Italia gente disposta a utilizzarle. Non è esattamente necessario che io viva materialmente in Italia. Le idee, se hanno forza intrinseca reale, valicano mari e monti, e fanno la loro strada, quale che sia il paese in cui vennero per la prima volta pubblicate. Non doletevi, dunque, affatto, cari vecchi amici della mia prima gioventù, cari giovani amici che io non conosco ancora, non doletevi affatto se lo non ritorno a prendere li mio posto nella lotta politica In mezzo a voi. Pensate che se è vero che la nuotva storia del popolo italiano deve essere fatta sul posto dai vostri dolori, dalla vostra Intelligenza, dalla vostre. volontà, è anche vero che I governi dell'America, dell'Irnghilterra e della Russia potranno far molto per soffocare la vostra volontà, per rendere vani I vQstri dolori, per dScurare la vostra Intelligenza. II re e Badoglio non durerebbero un giorno se i governi delle Nazioni Alleate rum dessero loro un appoggio: dl cui essi sono Indegni. La scellerata balllcarotta politica di tanti antl-fasclsti a cui assistemmo nel mese di aprile, è stata voluta dai governi dl Londra, dl Wa/Shlngton 'e dl Mosca. Chi vive In America te protesta contro gll errori del governi alleati, compie In America, per l'America e per l'Italia, opera che non ·potrebbe essere compiuta in Italia. Voi, cittadini italiani, dovete operare in Italia. Nol, clttadlnl americani di origine itallamt, o per essere esatti quelli che fra noi che non intend<tio tradire nè l'America nè l'Italia, e I nostri amici di altre origini nazionali Ispirati dai nostri stessi <principi, dobbiamo operare in America. A ciascuno l suoi dlrltti, a ciascuno I suol doveri, a ciascuno la sua responsabilità entro l confini della verità e della giustizia, eguale per tutti. Prima di chiudere questa lettera $e(llto Il debito di farvi sapere che non ho nulla da vedere col Partito d' Aziooe, anzi disapprovo amaramente l'opera di coloro che se ne sono autoproclamati rappresentanti. Vi saluta con affetto li vostro vecchio amico Gaetano Salvemlnl UIIIANIT A' NOY A ha ripro,lotto la rellifica di Aldino Felicani all'intervi,ta dal Dr. De Felice di Pompei 1ul ca10 Sacco e Yanzetti. Quell'intervista ,arebbe rima,ta senza ri1po1ta ,e non foa,e ,tata richiamata la noitra aUensione. Ringrozianio que.1"'i co111pagni per la loro solerzia e il gesto ,olidale, neceuari,,imo per naettere a po,to le co,e. A11che "L'AY ANTI!" del 12 Ago110 ha pubblicato la rettifica, ,opprimendo qualche paragra/o di secon<laria Ì·ntportan:ra. Grazie. CONTROCORRENTE
PARALLELI DVE VENTENNI Il 25 luglio del 1934, quasi esattamente venti anni dopo Il 28 luglio 1914, Inizio della prima guerra mondiale, un colpo di mano nazista assassinava in Vienna il cancelliere Dollfuss, e, occupando ,per parecchie ore gli uffici centrali di governo, raggiungeva quasi il suo scopo di instaurare Hitler in Austria fino da quel giorno. In effetto, il colpo di mano non riuscl a far altro che a eliminare Dollfuss, un macellaio degli operai viennesi, che a rigore trovava nella morte per mano assassina solamente la giusta ricompensa della sua opera, ma non potè resistere alla pressione intermazionale sollevata dalla violenza compiuta. Però, in quel momento, solamente l'Italia di Mustsolini prese decisamente posizione contro il tentativo hitleriano. La risposta della democrazia alla minacela dei nazisti fu indubbiamente esitante, smidollata: e d'altra parte Hitler, da ,poco più di un anno al potere, immerso proprio in quel momento in una cruenta purga del suoi stessi seguaci, non aveva ancora potuto costituire una forza militare, in violazione del trattato di Versaglia, sufficiente ad affrontare anche solamente un limitato sforzo delle democrazie. Malgrado l'insuccesso momentaneo, Hitler ebbe dal ten'tato colpo la ,prova della validità delle sue teorie: che il mondo apparteneva ai violenti, che la ragionevolezza era segno di decadenza, che la sua teoria era giusta, che il mondo doveva essere asservito ad una razza da lui indicata come suprema, che il massacro di mili-on! di innocenti, che egli dichiarava nemici della Germania, era storicamente spiegabile. In effetto, sarebbe stato sufficiente aver neutralizzato a quel momento la rb-ibile armata di Mussolini, per oonquistare fin dal 1934 Il predominio politico e militare che gli venne riconosciuto soltanto un paio d'anni più tardi. Ma più di tutto il cruento episodio di Vienna serviva a chiudere definitivamente un perl()lclo di storia. Non era la riapparenza della Germania come potenza europea di primo piano che veniva sanzionata con esso. Era piuttosto la sepoltura delle fiacche speranze oorte dal ,pruno conflitto mondiale: era la dichiarazione di incapacità OTTOBRE, 1959 della Lega delle Nazioni, l'accelerazione del processo di degradazione dei rapporti morali e ,politici, avviato da anni nel campo nazi®ale ed in quello internazionale. Un processo che fatalmente doveva condurre, altlraverso al rigetto delle obbligazioni militari in Renania, all'attacco fascista contro l'Etiopia, all'Intervento liberticida in Spagna, all'occupazione a wadimento compiuta da Mussolini dell'Albania, alla fortunata occupazione di Vienna da ,parte dei nazisti, allo smembramento della Ceco-Slovacchia, ed alla sua succe3Slva lncor,porazione nel Reich germanico, alla 11>roclamazione del diritti quasi divini della razza tedesca ed in sostanza alla sottomissione di ogni valore di probità alla legge del più forte, a quel fatale 1 settembre 1939, inizio, coll'invasione della Polonia, del più sanguinoso olocausto impct,-to all'umanità. A quel momento esso era anche la sentenza di morte pronunciata contro un mondo corrotto da passioni egoistiche, incapace di solidarietà contro la violenza, pervaso profondamente dall'illusione dei diritti crazziall anche in quei segmenti politici che Inorridivano delle teorie di Hitler, ma che erano pronti a mitragliare gli indigeni delle colonie, o a a'l}'Plaudire chi soffocava nel sangue ogni tentativo di llberazione da catene straniere o feudali. Gli avvenimenti scatenati dalle prime violenze fll'SClste, Italiane, ungheresi, polacche, spagnuole del periodo seguente aUa conclusione del primo conflltto mondiale trovavano insomma il loro epilogo e la loro pretesa giustificazione nella teoria e nella pratica del nazismo, eroe della riscossa contro le idee che facevano del genere umano una entità unica, che proclamavano l'eguaglianza, la fv~llellanza di tutti gli uomini. • • • Nel settembre 1959, quasi esattamente venti anni dopo il primo settembre 1939, Inizio della seconda guerra mondiale, il viaggio di Krusceff negli Stati Uniti segna una svolta radicale della politica tanto degll Stati Uniti come pure, per quanto appare, della Russia. Nessuno rpuò, direi anzi nessuno deve Illudersi che questo nuovo 7
approccio nelle relazioni fra coloro che sono emersi quali oolossi dopo la seconda guerra mondiale sia :sufficiente a fugare tutte le apprensioni che affliggono Il nostro futuro. Però indubbiamente es.so significa che la rigida politica basaba su preconcetti mora· listici, dottrinari che informavano finora le posizioni delle due maggiori potenze sta scongelandosi. Essenzialmente ISi riconosce che ogni politica che ipossa anche soltanto avvicinare li pericolo di un conflitto deve essere scartata da ognuna delle parti. Contrariamente a quanto avvenne alla conclusione del primo ventennio dO'J)o lo scoppio della prima guerra mondiale, il fatto "guerra " non viene più esaltato come sublimazione delle più nobili ca,pacltà umane, ma temuto come flagello. Insieme a ciò, indubbiamente il clima morale del mondo è cambiato radicalmente. Oramai ognuno ammette che ne!Slsuna nazione può trovare stabile prosperità se non in un mando prospero, che l'a'sservlmento di una parte dell'umanità a vantaggio apparente di un'altra parte conduce fatalmente allo impoverimento di tutti. L'organizzazione delle Nazioni Unite è molto, molto lont'ana dall'essere perfetta, anzi appare debole, vaclllante sotto troppi punti di vista. Però è altrettanto indubbio che essa non è la pietosa accademia di ipocrisie a cui la Lega delle Nazioni era stata ridotta dopo quindici anni di e,istenza. Dal primo conflitto mondiale i vincitori erano emersi sicuri di poter riaffermare ed ingigantire i propri diritti lmiperiali, calpestando ed irridendo quelli che da un secolo e mezzo essi stessi proclamavano i diritti di tutti gli uomini; il secondo dopoguerra ha assistito ad una rivoluzione, purttroppo non sempre pacifica, purtroppo ancora incompleta, che ha portato o !sta portando alla indlp,endenza politica della grande maggioranza dell'umanità dalle potenze coloniali. I popoli di colore non ,possono, e, per quanto può a:pparire ragionevole a noi, non potranno mal rpiù essere considerati oggetto di spietato sfrutt'amento, sorte ad essi riservata da Hitler, ma ogni anno più si avviano verso una convivenza coi loro antichi padroni, basat'a ,su reciproco rispetto. * * * Se quindi Il secondo dei due ventenni! è stato afflitto da tragedie che non hanno raffronto In tutJta la storia, se esso ha visto sorgere e diffondersi Il flagello di armi 8 capaci di distruzioni inaudite, indiscriminate, crudeli, pur tuttavia Il confronto fra esso e quello che segui il 1914 va senza dubbio a suo favore. Per altro la pace e la ,prosperità sono ancora ben lontane dall'essere assicurate. Anche lo scongelamento delle relazioni fra Stati Uniti e Russia può significare appena una speranza, tutt'altro che una certezza, di un mondo migliore e più sereno. Che Krusceff abbia voluto offrire il suo piano per la demilitarizzazione universale all'as· semblea delle Nazioni Unite significa ben chiaramente che la tribuna da eS3a offerta ha un'importanza ben diversa da quella che la defunta Lega delle Nazioni aveva nel 1934, quando proprio stava diventando lo zimbello di ogni prepotente. Però essa è certamente ben lontana dall'essere il supremo tribunale in cui ogni lagnanza può essere discussa, ogni torto raddrizzato, il debole progetto da ogni sopruso. Anzi essa soltanto continua a vivere per una specie di tacito accordo dei potenti, frenati solamente dal timore di alienarsi la grande massa di nuove, neutrali nazioni qualora essi si impuntassero a trattare con disprezzo quanto eSòi stessi crearono a San Francisco alla fine della guerra. Il viaggio stesso di Krusceff attraverso agli Stati Uniti, fatto in sè stesso auspice di un rovesciamento della politica Impersonata da Dulles, ha .servito a portare alla luce quanta distanza ci sia fra la concezione della vita sociale e politica del mondo occidentale e quella organizzata sul modello della Russia. La Impazienza di Krusceff, quando punzecchiato da domande che pure potrebbero essere liberamente rivolte qui a qualsiasi persona in posizione di respon1,abilità politica interrogata da giornalisti, indica chiaramente quale sia la mentalità di un governante abituato all'atmosfera di uno stato totalitario. La sua proposta di disarmo, sia totale sia parziale, offerta alle Nazioni Unite ha un enorme valore di propaganda: ma senza dubbio Krusceff è intelligente abbastanza per 1$11,percehe da una parte non esiste e non può esistere disarmo assoluto, ma soltanto una ce1'ta relazione fra gli armamenti. delle varie potenze, anche se le sole armi permesse fossero pietre e bwstonl, e d'altra parte che un teorico disarmo assoluto darebbe soltanto il va'll'tagglo a chi primo viola la promessa fatta. Troppe volte la storia ha dimostrato che un mentecatto CONTROCORRENTE
quale Hitler ha potuto usufruire di dissensi fra coloro che avrebbero dovuto controllarlo, di indecisioni anche soltanto temporanee, della stessa umana illusione per cui ognuno spera di non essere sul limite del precipizio fino a che non ci precipita dentro, per rigettare accordi consacrati. Chi al mondo ha forza effettiva rper costringere alla c.;servanza di qualsiasi patto, quan'do esso viene violato non da una delle due grandissime potenze, ma anche soltanto da una delle potenze secondarie? Soltto questa luce, ,perfino la questione dei controlli sugli armamenti può apparire oziosa. Non ci può essere sicurezza fino a che la possibiltà di controllo non si estenda ad ogni aspetto della vita rpolit!ca di ogni nazione, non soltanto colla promessa di permettere ispezioni locali, ma col controllo di ogni Investimento, di ogni spesa fatta In modo che essa non possa essere camuffata per preparare ad un certo istante li rigetto violento dei patti sottoscritti. Cioè il problema del disarmo resta Insolubile fino a quando la sovranità delle sln:gole nazioni non venga limitata ad un punto tale che noi non possiamo presumere accettabile al momento attuale tanto alla Russia che agli Stati Uniti. D'altra parte bisogna pure riconoscere che l'armamento nazionale non è un fine in sè stesso. Esso è !SOitanto un mezzo per proteggere gli interessi nazionali stabiliti e per difendere un programma di azione internazionale, quando ogni altro mezzo meno letale viene a mancare. Quindi non si può parlare di sincero disarmo se non In una atmosfera di perfetta confidenza sotto ogni a19petto. I quattro anni prospettati da Krusceff come sufficienti alla eliminazione di ogni armamento possotro essere estesi per tutta l'eternità se persiste un cllma di sfiducla e sospetto: e senza dubbio la Ru,ssla non potrebbe mancare di essere la prima a rifiutare di eseguire gli obblighi imposti da un patto quale Krusceff propone, se un clima di sfiducia tsi prolunga. Cioè si ritorna al :punto in cui si deve riconoscere che prima si deve affrontare il problema della pacificazione e della conciliazione di interessi nazionali opposti, per potere in seguito discutere con sincerità lo smantellamento delle organizzazioni militari. Non c'è dubbio alcuno: è fondamentale interesse di tutta l'umanità che le cause di conflitto vengano eliminate. Ognuno è certo che, col mezzi di distruzione offerti dalla tecnica moderna, ogni conflitto armato in cui le quattro o cinque potenze maggiori della terra vengano Involte segnerà il collasso della civiltà. Però, a giudicare dell'andamento attuale, le condizioni perchè un sincero disarmo passa diventare effettivo sono molto lontane dall'essere verificate. Per altro, a conchludere con una nota di relativo ottimismo, bisogna pur anche riconoscere che la soluzione che Hitler Indicava poco pill di vent'anni fa come la sola degna di essere considerata dall'uomo, la guerra di conquista e di asservimento come affermazione di virilità, come prova dei diritll sopranaturali di un gruppo di uomini SOJ)ratutti gli altri è per il momento discreditata. La evoluzione verso un sistema di rapporti fra le nazioni che tenga conto della Interdipendenza di ognuna di esse, come preludio al riconoscimento della necessità della llmitazione della selvaggia sovranità nazionale, è tsUlla via. Noi possiamo soltanto augurarci che la malizia, l'egoismo miope degl! uomini non allontani ancora la più ragionevole soluzione. Davide Jona 1.eo lo Scemo del "Regresso" Ricordate Leo lo Scemo, cloe' il " ri/acitore" del quotidiano il Regre.,o di New York? Abbiamo detto "rifacitore" perihe' quell'arruffane di Leo •ta a •/orbiciare giornali e riviste italiane, pappandoli gli articoli, in " toto" o in parte. Di tanto in tanto cita, nur aoltanto di pauaggio, di ,fuggita, il nome delrautore o il giornale che gli e' servito di fonte. Neuuno potra' niai ,coprire dove co .. ,ninci e ,love fini,ca lo scritto originale e dove co1ninci a frullare la ,porca farina ,lei ,acca di Leo lo Scemo. Lo Scemo, in un 1uo ultinio " rifacimento ", piange per la sconiparaa de l'Accademia d'Italia, l'alto co,ueuo dei panegeriati muuoliniani, cioe' la piu' spudorata agglomerasfon.e di lecca ..regime. Le,o lo Scemo si domanda, piagnucolando: "Perche' e' stata abolita? Perche' opera del pauato regime? Ridicolo e puerile. Perche' allora non sono state abolite, per eaempio, tutte le bonifiche apportale e di•trutte tutte le citta' nuo11e sorte da questa bonifica. , .?" Leo, sei un idiota. Quelle bonifiche dia,anguarono l'erario, non la taaca b,icata di Mussolini, e appartengono alla 11112ione che, a/ortunataniente, le acquisto' a duro prezzo di danaro e di ,angue, Shut up! SOLITARIO OTTOBRE, 1959 9
Una lettera da Villafalletto CARO FELICANI: Villafalletto 8 Settembre 1959 Ogni anno dal lontano agosto 1927, sulla soglia dell'autunno, si acuisce il melanconico ricordo del sacrificio del carissimo fratello nostro Bartolomeo e del suo amico Nicola Sacco. Ogni anno nuove speranze nella tanto sospirata riabilitazione della loro memoria - ogni anno nuove delusioni ed ancora nuove speranze. In questa penosa alternativa, ti abbiamo sempre avuto fedele compagno, in comunione di intenti e di sentimenti. Per questa tua partecipazione al nostro grande dolore, per la tua costante e buona battaglia, noi ti siamo riconoscenti dal profondo del cuore. Speriamo di averti sempre con noi sin che i nostri cuori si chiudano ad ogni speranza. Le espressioni di solidarieta', le parole di speranza che ci giungono da ogni parte del mondo, dalle piu' disparate correnti di pensiero, di cultura e di posizione sociale, ci tornano di buon auspicio per quanto noi tanto ardentemente desideriamo. A tutti giunga, per tuo tramite, il nostro ringraziamento. Noi siamo ben sicuri dell'onesta' della causa e non vogliamo altro che il risarcimento morale per noi e per la memoria dei nostri cari. Sappiamo che l'errore accompagna sovente l'opera dell'uomo e perdoniamo a chi ha errato. Chiediamo che non si perseveri nell'errore, il che sarebbe opera disumana. Siamo tutti ansiosi di pace (uomini e Nazioni), ma non c'e' pace senza la tranquillita' dello spirito. Anche la natura scatena l'uragano, ma a esso fa seguire la schiarita, la serenita' del cielo terso, il calore, che e' vita. Questa schiarita noi chiediamo agli uomini di buona volonta', scevri da pregiudizi ed odii di parte. Giunga questo nostro appello, non all'orecchio disattendo degli uomini responsabili, ma vada a frugare nel profondo del loro animo, vada a scuotere le piu' intime fibre, per l'onore della civilta' e della giustizia di una Nazione cosi' grande, potente è progredita come l'America. Grazie ancora e cordialissimi saluti. Con affetto, Vincenzina Vanzettl Ettore Vanzettl POSTILLA - Ri11graziorno il fratello e la sorella ,li Vanzetti per il pen•iero gentile. I serrtinienti espressi in questa lettera non sono ,liver,i da quelli di coloro che qui te11gono vivo il ricordo della indimenticabile tragedia.. Anche il proposito non di/ferisce niolto. Il nostro sforzo 111.ira ml indurre coloro che sono in condizione di farlo a riabilitare gli innocenti, riconoscendo che un tragico errore e' &tato conimeuo. Non disperiamo che la nostra richiesta trovi un giorno la via del cuore di uon1ini che pongono il concetto della giustizia al ,li,opra di tutto . . '"' Mentre chi.udiamo questo num.ero la National Broadca&ting System. annuncia che un dramma in due parti, ba,ato sulla tragedia di Sacco e Vanzelli, ,ara' traame,so alla nazione il 22 e il 29 del pro,si1110 Maggio. I,npos&ibile esprimere la nostra soddi,Ja=ione con parole. La costante preoccupazi'one di gente che ci e' e.stranea ma che e' aniniata come noi dal de.si<lerio di vedere rivendicata l'innocenza dei no.stri compaKni con1.n1uove. E' que,to 11ensiero costante, vivo m1cl1e negli altri, clae ci /a sperare bene. 10 CONTROCORRENTE
CONTRADDIZIONI CASTELLO IN ARIA La maggior parte dei martiri del libero pensiero (e ve ne furono tanti! ... ) è costituita da coloro che, nei secoli scorsi, venivano perseguitati e ... arrostiti v1v1 dalla chiesa rper la ragione che le loro idee e scoperte erano in contraddizione con la sacra scrittura. Fra gli scil:mziati, gli astronomi - da Copernico in poi - erano quelli che più si trovavano in permanente contraddizione. La Chiesa, costruita sulla Bibbia, ammetteva come verità possibile il sistema cotsl detto Tolemaico che fa della Terra immobile il e-entro dell'Universo, attorno a cui girano il Sole e gli altri coJJPI celesti. Questo sistema fu dichiarato conforme non solo alla lettera ma anche allo spirito della Sacra Scrittura. I suol (della Chiesa) pensatori che si occupavano anche di astronomia si guardavano bene dal confutare tale vecchio sistema, anche per il fatto che essi credevano (o dovevano credere) alla ve1'ità rivelata ... alla Sacra Scrittura. Del resto a quel tempo, dopo la Somma Teologica di San Tommaso d'Aquino, bastava esprimere un piccolo dubbio su quello ch'è scritto, per correre il rischio di passare un brutto guaio. Lo stesso Dante non se la sentl di affronta,re il rogo; ma il titolo del suo ,poema dice abbastanza a chi vuol comprendere. Sta il fatto che ,poco dopo la sua epoca si accentuò il ... mormorio dei pensatori sulla astronomia che s'accorda con la Scrittura; mormorio che esplose in Italia con Giordano Bruno, il primo ad insorgere apertamente contro la Sacra . .. menzogna. Non si tratta ora di rinfacciare alla Chiesa i suoi delitti compiuti in nome di Dio. Quello che si vuol fare, che si ha da fare, è mostrare ai fedeli la distruzione completa della base su cui la Chiesa è costruita. Distruzione portata a termine dalla Chiesa stessa. A Copernico che potè esprimere il suo pensiero solo come ipotesi, appunto perchè la sua concezione dell'Universo risultava in contraddizione co,i la Sacra Scrittura, gli avevano fatto, fra l'altro, la seguente osservazione: "Se la tua dottrina fosse verità, i pianeti non mostrerebbero le stesse fasi come la Luna?" Giusta osservazione, alla OTTOBRE, 1959 quale l'astronomo rispose come potè ... Rispose: "E' vero, dovrebbe essere proprio cosi, e io non saprei che dire; ma Dio è misericordioso e col tempo spiegherà tutto". Non passò molto tempo. Il piccolo cannocchiale di Galileo mostrò le fasi dei pianeti, i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno e i monti della Luna. Il Cielo si ... schiariva, crescevano i copernicani,· ma anche la resistenza della Chiesa. La Sacra Scrittura doveva esser difesa ad ogni costo, poichè essa rappresenta la base su cui è costruito Il ... castello religioso. Galileo ne sopportò i colpi. Il P8Jl)a, anzi due, i cardinali, i teologi, i preti, i frati et simtlia, lo presero di mira e non lo lasci•arono più nemmeno dopo morto. Cominciarono i dotti della Chiesa con l'ooservare che i così detti pianeti, semmai, non potrebbero essere che sette, non di più, poichè: sette erano le Chiese, sette i candelabri d'oro dell'Apocalisse, e quello del Tabernacolo ha -sette braccia. Cosi la Sacra Scrittura .. . La quale, se dice che Giosuè fermò il Sole, significa che è questo che si mue>ve, non la Terra che è costruita su fondamenta inamovibile. La Sacra Scrittura dice che il Sole e la Luna sono luminari; come dunque questa potrebbe avere I monti di cui blasfema il Galileo?! Il cannocchiale è l'illusione del diavolo! La Bibbia dice ... L'accarumento contro Galileo si faceva sempre ,più feroce, fin quando uno del Padri, un certo Lorlni, lo denunciò all'Inquisizione, qualifica:ndolo eretico e ateo. Fu la prima, non l'ultima denunzia. Intervenne il Papa, Paolo V, che invitò Galileo a presentarsi davanti all'Inquisizione. Cosl, per la prima volta Galileo si trovò in Roma faccia a faccia col ... filosofo, teologo, scienziato (e che altro?) cardinale Bellarmino, Il quale espletava l'ufficio di consulente, pardon, consultore dell'linquisizione. Non era un fesso il Bellarmino ed era ritenuto come una specie di liberale ... da coloro che dimenticarono Bruno troppo presto). Ma forse a quell'epoca già ambiva al posto sulla sedia gestatoria ... Del resto non aveva detto San Tommaso d'Aquino, il sommo filosofo della Chiesa, che si !PUÒ anche discutere di eresie, purchè non si 11
dimentichi che la verità di tutto è nella Bibbia? Chiamò Galileo e gli disse con le buone che la conclusione delle sue divagazioni astronomiche si trovano nella Sacra Scrittura. E precisò: "In nome di Sua Santità e della congregazione del Sant'Ufflcio vi dico di ritrattare senz'altro l'opinione che Il Sole sia Il centro dell'Universo e Immobile e che la Terra si muova". Ed aggiunse: "Vi consiglio amche di astenervi dal professare simile eresia, di insegnarla o sostenerla In qualsiasi modo, con la parola o con lo scritto". Il povero Galileo chinò il capo. Capi che aveva a che fare con domenicani - dal Tomaso al Bellarmino all'Inquisizione - che non usano discutere, e quasi quasi cercò in cuor suo di scusare il Cardinale. Promise dunque di starnene zitto. Pochi giorni dopo, la Congregazione dell'Indice emanava un ... decreto che stabiliva falsa la dottrina del movimento della Terra e totalmente contraria alla Sacra Scrittura. Il che fece comprendere a Galileo· che ormai non c'era più speranza di .potersi Intendere con Roma, e tornò a Firenze, dove aspettò ,per parecchi an11i, studiando e meditando in silenzio, senza pubblicare alcuna cosa che potesse dar appiglio alla !Jnquisizione per intervenire. Lettere agli amici e collabaratori Gallleo ne scrisse molte in quel tempo. Una al suo amico Padre Castelli dice fra l'altro: "Io credo che l'intento della Sacra Scrittura sia quello di persuadere gli uomini delle verità necessarie alla salvazione; ciò che nè la scienza nè altri mezzi possono rendere credibili ma soltanto! la voce dello Spirito Santo. Ma non penso che sia necessario credere che lo stesso Iddlo che cl ha dati i sensi, la parola, l'intelletto, vorrebbe ora che non facessimo uso di queste case e che Invece vuol insegnarci quello che noi stessi possiamo trovare, specialmente nel caso delle scienze di cui la Sacra Scrittura non parla affatto". Come si vede, Galileo non s'era ,rassegnato. E quando Il Cardinale Bellarmino fu eletto Papa <Urbano VIII), allora ricominciò pubblicamente Il discOirso sullo stesso tono di prima, forse sperando (a torto) nel liberalismo del nuovo Papa. Fu richiamato a Roma. Il Papa discusse con lui. Galileo usò In quell'occasione Il metodo socratico, facendo dire al Papa più di quanto avrebbe voluto dire; ma la con12 elusione del dlsco11SOnon cambiò la sua situazione. Egli ere. e restava in contraddizione con la Sacra Scrittura. Questo fatto risvegliò I ranocchi addormentati, I quali si rimisero a gracidare contro Galileo. Un Padre Gesuita sputò la seguente sentenza: "Fra tutte quelle eresie (del Galileo> il movimento della Terra è la più abbominevole; tre volte S'aera è la Immobilità della Terre.; si può tollerare l'opinione contro l'Immortalità dell'anima e contro l'incarnazione, ma non quella che fa ~lrare la Terra". La Sacra Scrittura era li a dimostrare dove risiedeva la verità. Galileo si ritirò in buon ordine ... mettendosi a scrivere Il Dialogo (del massimi sistemi), dove fece gran uso degli argomenti dello stesso Papa. Il libro fu stampato e distribuito prima che I cani guardiani se ne accorgessero, e creò gran rumore. Il Papa andò su tutte le furie anche perché si ritenne gluocato, offeso. Ordinò Il sequestro del libro (che ormai era già stato spedito per tutta l'Europa) e l'aiITesto dell'autore. Galileo fu costretto, sotto minaccia di tortura, a pronunciare la famosa ritrattazione: " Io, Galllei, dell'·età di anni settanta, in prigione e In ginocchio, al cospetto delle Eminenze vostre, con dinanzi agli occhi Il Santo Vangelo che tocco cdn le mie mani, abiuro, maledico e detesto l'errore e l'eresia del moto della Terra ". Se sia verità o no che Il povero vecchio subi la torture., risulta chiaramente dalla ritrattazione. Non si rltrat·ta senza certi ... mezzi persuasivi quella che fu verità -per tutta la luliga vita e coofermata in seguito da ulteriore esperienze. L'Eppur si muove, che Galileo avrebbe pronunziato sul letto di morte fa di quella ritrattazione una stu- 'Pldlsslma q_uanto vigliacchissima prova che i Padri che l'han suggerita erano soma'l"I nati, cresciuti e pasclutl, con l'aggravante che essi pretendevano di Insegnare la verità agli altri. La verità della Sacra Scrittura. * * * Oggi ... Oggi la Chiesa va oltre Galileo e Cope,rni.co, accetta la teoria della pluralltà del mondi e degli universi predicata da Bruno, asseconda - willingly or not - gli sforzi della scienza Intenti a costruire I mezzi necessari per permettere all"uomo di poter visitare la Luna e gli altri piametl. E già si prepara ('lldite, udite! ... ) l'imCONTROCORRENTE
mancabile spiegazione del perchè e del per come della ,probabile esistenza della Vita su altri pianeti. E ... la b(1$e dell'edificio religioso, la Sacra Scrittura, dove va a finire?! Castello in aria ... ma sospeso su un pilastro, non religioso ma ,politico, contro cui vanno rivolti gli sforzi di chi lotta per un mando migliore. R. T. A BOSTON, per ragioni che 110n conoscianio, aono stati aospeu i progranuni italiani. nella Radio, Sono rima,ti quelli della domenica. Dovrebbero e&sere •ospe1i anche questi. Batterentmo le n1a11i piu' volentieri. Questi progranuni erano condotti ,logli atessi istrioni dei tempi di /ifuaaolini. Ora che JUussolini non c'e' piu' parlavano con lo lle110 linguaggio, Erano peggiorati. All'e1altazione dello &quatlri,mo e del /asciamo e dell'lm.pero, ,'erano aggiunti i n1essaggi dei preti. Erat10 di-venuti veicoli di in/e~io11e aociale. La apeculazione patriottica e religiosa galoppava incontrollata. Era divenuta una indece,iza. Questa e' /orse la ragione che ha in.,lotto le Stazioni a so,pendere quei progranin,i. Qual1t11que siano le ragioni noi battiani.o le m.ani. Si reapira meglio. Gli istrioni che ,torpiavano l'italiano senza vergognarsi vadano a niaaturbarai in. aagreatia. LA VISITA SEGNI-PELLA SUA ECCELLENZPAERIPATETICA Antonio Segni, Presidente del Consiglio del Ministri della Repubblica clerico-filofasclsta è stato chiamato dal giornali americani, " il Sardo aristocratico ". Prendendo in prestito, via Ambasciata d'Italia, una frase di Luigi Barzini, Jr., si è guadagnato il nome di " Eccellenza Peripatetica ". Questo appellativo tse lo è meritato per le sue Incalzanti tournees politico-sociali, da Ankara a Parigi, da Cairo a Washington. Questa è stata l'ultima ma sfortunata tappa nella sua frantica corsa ;per vestirsi col manto del leone davanti alla nazione e davanti al suo partito democristiano. Doveva fare qualche cosa per allontanare lo !Spettro di Fanfani. E andò a Washington a ... fare un buco nell'acqua. Non concluse nulla poichè non v'era nulla da concludere. L'Italia accetta la " linea " politica impostale dagli Stati Uniti e basta. La visita Segni-Pella a Washington non servi che a sperperare il danaro del dissanguato Pantalone italiano e ad annoiare il Presidente degli Stati Uniti. li povero Eisenhower, stanco per la visita di Khruschev, stufo delle lotte interne nel suo Partito, irritato da un raffreddore, condlscese di ricevere ... sulle scalinate della Casa Bianca, in fretta e furia, i due ministri Italiani. Probabilmente Eisenhower non volle essere scortese deliberatamente. Ma egli non diede alcuna importanza a quei due importunatori che erano venuti a ricevere l'oma!lgio dei cafoni italiani di New OTTOBRE, 1959 York. Ai prominenti di New York si erano uniti, festanti, tutti gli ex tesserati fascisti ed i filofascisti di altre comunità italiane - Phlladelphia, Boston, New Haven, Provldence, Jersey City. Il Presidente Eisenhower, doveva riposarsi per poter poi fare fronte a tutto il complesso cerimoniale di un'altra visita. Quella del Presidente del Messico, che fu ricevuto con grande pompa. Affidò cosi gli ospiti italiani a Nixon, Herter ed Haggerty, i quali si attennero al necessario minimum dei convenevoli. li Presidente, che, dopo tutto, era afflitto da un semplice raffreddore, disse: "Uffah!" e l3e ne andò in un clima più asciutto ove la proverbiale retorica italiana non avrebbe sollevato nuvoloni di gas. Segni che, come ci assicura Luigino Barzini Minimo, è sempre affabile con tutti, come in campagna che a caccia o nei mercati, cercando di imitare la flemma di Macmillan, disse a Pella: Andiamocene a New York, ove Il figlio di Pope, affiancato da Antonlni, dai commendatori della Corona d'Italia, dai nuovi cavalieri dell'Ordine della Solidarietà, le cui file vanno ingrossando rapidamente, ci assicurano un grande ricevimento. E cosi fu. Bilsogna dire la verità. Sembrava di essere ritornati ai tempi di Mussolini, degli ambasciatori fascisti, della gara dei " prominenti" per essere visti in prima linea. Che bella festa! E che discorsoni. 13
Ubaldo Guidi avrebbe guazzato tripudiante in quella melma di retorica superlativa; sarebbe stato lui a rappresentare là la cosi detta " Colonia" itallana di Boston, invece di quel sornione di Yinzo Vomito, il mangione d'iperbole, di superlativi e ... di ,pranzi a ufo. Luigi Barzini Minimo, cioè il figlio del creatore dell'aggettivo "barz,neggiare ", ci dice che Antonio Segni non crede agli eroi. Segni pensa che la storia si imponga misteriosamente da sè, talvolta anche attraverso uomini mediocri, ed è convinto che l'uomo di governo abbia molte possibilità di fare il male, poche di fare il bene. Benedetta franchezza! Nemmooo Tolstoi poDISCUSSIONI trebbe essere stato più esplicito. Ma il pensatore e scrittore russo non era al timone del governo, male non ne fece, pantofole papaline non ne baciò e di ambiziosi cafoni "usum New York" non ne ebbe tra i piedi. O a mensa imbandita. Ma ritorniamo alla visita infouttuosa e superflua a Washington. Di frutti ve ne sono stati. Ma .sono frutti che hanno fatto ingoiare amaro agli italiani che non s'immischiano nelle beghe dei partiti politici della -penisola. Questi italiani non sono al seguito di Pope, sia nei banchetti coloniali che nelle pagliacciate delle "parate" columbiane attraverso la Fifth Avenue. Glauco REPLICANDOALL'AMICOJONA Il seC0111doarticolo dell'amico Jona sulla svolta autonomista del Congre.sso Socialista di Napoli, mi costringe a dpetere che essa fu una svolta verso destra. Fattori imprevisti ma ,prevedibili hanno poi costretto il Partito Socialista italiano a riprendere il suo tradizionalismo politico - che dal punto di vista della lotta del proletariato rivoluzionario, lascia molto a desiderare. L'Indirizzo tradizionalista è un indirizzo pedissequo, -proprio di quel socialismo piccolo-borghese che si identifica col socialismo democratico. I due articoli di Jona lsi augurav·a.no quella svolta per dare all'Italia una convivenza democratica e liberale che ad essa oggi manca sotto il Governo democratico cristiano. Egli contava sugli elementi giovani del partito, che a me sembra fossero d'indole opportunistica. Ma un partito socialista che corre dietro le illusioni di un regime passabilmente democratico, commette da !Sè stesso suicidio, com'è avvenuto col Partito Socialista americano, che sotto la guidanza di Norman Thomas si è fatto paladino di riforme liberaloidi borghesi, abbandonando alle ortiche i principii ed I postulati del 1paxitito,pur essendo un partito social-democratico. L'amico Jona, inoltre, mi costringe a ribattere alcune sue oplnicxni sul Marxismo, per dimostrare ancora una volta che dopo tutti gli appunti e critiche che ad esso si 14 sono fatte nei cento e più anni da che fu formulato, esso è oggi più vivo e robusto di ,prima, tanto che s'impone sempre più alla considerazione degli studiosi di ,problemi economici, storici e sociali, e il ,proletariato stesso non può farne a meno nella <SUalotta per emanciparsi dalla ooggezione capitali:.-tica. La svolta di Napoli poteva aver valore se fosse andata verso sinistra, cioè se il Partito Socialista avesse assunto un indirizzo rivoluzionario. Ma nei piani di Nenni l'autonomia del partito si riduceva a manovrarlo solo in combinazioni parlamentari per andare al potere. Sotto questo incubo la Democrazia Cristiana si è irrigidita n-el suo innato conservatorismo, cd ha dovute accettare l'appoggio tacito delle frazioni di destra reazionarie, come i fascisti ed i monarchici. A questa uscita l'autonomia che doveva provocare un'apertura a sinìstra delle forze democratiche è -per molti versi un peggioramento della posizione del partito sullo scacchiere politico nazionale. Io dubito che il Partito Socialista avesse potuto dare al popolo italiano, con un'apertura a sinistiia nel senso intraveduto dall'amico Jona, "nuove soluzioni al problema del progresso umano nel campo della giustizia, della libertà de ll'·organizzazione della produzione" ecc. Ogni qualvolta il socialismo democratico è andato al potere ( e qui si parla di quei paesi esteri in cui i partiti CONTROCORRENTE
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