Controcorrente - anno XV - n. 12 - mag.-giu. 1959

PROBLEMI INSOLUTI TEMPO DI CRISI Mentre scrivo, ancora i ministri degli esteri delle grandi potenze discutono a Ginevra le possibilità ed i termini per un futuro convegno dei capi di governo. La situazione appare tutt'altro che incoraggiante: di giorno in giorno i rapporti, ogni volta più pessimistici, mancano di mettere in chiaro quali sono i veri termini del conflitto. Il •pubblico, privato anche della cOllloscenza completa e chiara dei precedenti, deve accontentarsi dl passare in rivista le mutue accuse che i due gruppi si scambiano, traendo le conseguenze che le informazioni, per certo non interamente equanimi, fornite dalla stampa, la cristallizzazione dell'opinione pubblica in un senso di Intransigenza moralistica e I propri sentimenti dettano. Però ci sembra che fondamentalmente la disputa sia basata su elementi troppo ristretti. E' verissimo che Il presente incOllltro è stato provocato, anzi reso necessario, dalla minacci'OISa situazione creata in Ger· mania. E' verissimo che se lo scoppio di un conflitto mondiale originato da uoo crisi sulla questione di Berlino -è evitato tutta l'umanità sarà felice. Ma possiamo vera· mente dire che umi soluzione, per 111ecessità temporanea, del problema tedesco come è prospettato garantirà pace? NOlll mi pare che ciò sia. In realtà la crisi tedesca non è la causa, ma soltanto la manifestazione della instabilità della situazione Internazionale, della mutua sfiducia che corrompe i rapporti fra le varie potenze. La sua soluzione, anche nei termini più l:lesideratl dalle potenze dccidentall, almeno nei limiti di quanto appare possibile, non potrebbe rare altro che creare le ,basi ,per una 111uovasituazione più esplosiva ancora. Noi possiamo avere ragione di credere che il regime comunista Imposto nella Germania orientale sra screditato e malvisto. Il flusso di disertori e rifugiati dalla Germania orientale a quella occidentale, il ricordo degli avvenimenti del 1953 possono facilmente essere citati a prova dell'affermazione. D'altra parte l'insistenza da parte delle pdtenze occidentali che la CIUCNO, 1959 unificazione della Germania debba avvenire come premessa per assicurare la stabilità internazionale, e sopratutto che essa debba avvenire attraverso a un libero pleblislcito, che darebbe automaticamente il vantaggio alle forze della Germania -occidentale, può arpparire giustificata soltanto in termini per nulla realistici. Essa provocherebbe lo scar• dinamento del sistema controllato daUa Russia nell'Europa medio-orientale, e ciò da solo causerebbe la -temporanea esultazlone di moltissimi: ma quali sarebbero le conseguenze? Immediatamente la Germania, che già ora, divisa In 'due parti, con sistemi sociali in conflitto, è la più Imponente potenza industriale e finanziaria del continente europeo, diventerebbe un complesso tecnico e militare formidabile: ma una Germania cosi riunita, armata o capace di procurarsi le armi più m<li:l.erne senza sforzo, nel giro di .pochi mesi, rappresenterebbe una immediata minaccia per la Polonia, la Czeco·SlovaC'chia, contro cui i tedèlschl hanno immediate rivendicazioni territoriali, per la Francia e ,per l'Inghll· terra, malgrado il temporaneo accordo di questi tempi, e per tutto Il resto dell'Europa, che non dimentica certamente Il martirio sofferto. Nè certamente· la Russia <potrebbe tollerare il risorgere di una minaccia di una espansione violenta germanica. Con ogni probabilità si ripeterebbe l'Infausta politica del tprlmo dopoguerra, in cui ogni ,potenza sperò di usare la Germania come pedina nel gioco internazionale, contro I propri avversari, per realizzare troppo tardi di aver coltivato un mostro di forza colos.,aJe. Naturalmente ciò non allontanerebbe Il ,pericolo di un conflitto mondiale, ma lo ingigantirebbe. Esaminiamo per contro quali possono essere le conseguenze del succeSSOIdi quella che ci appare la politica russa. Da quanto possiamo giudicare, la RU!lsia intende riconfermare la divisione della Germania fra le due sfere di Influenza, e giunge ad una più o meno apert-a minaccia di crisi, forse di guerra, se non ottiene che le potenze occidentali, accett-ando una nuova disposizione 9

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