mentato da MacCarthy al tempo del processo ai coniugi Rosemberg. Sacco e \'anzetti erano anarchici e in un paese dove certe paure, certe lrriduciblll posizioni preconcette assumono spesso forme di psicosi (vedi la cosldetta "caccia alle streghe") essere anarchici può significare tutto: per primo può significare esporsi al rischio di passare per criminali In rpotenza, qualcosa come un concentrato di forza bruta capace di esplodere poi nelle più folli e sanguinarie manie. Il dott. De Felice ha cosi continuato: " a rovinare Sacco e Vanzetti, a perderli definitivamente contribuirono anche certe testimonianze. Non ultima quella di Aldino Feliciano, noto esponente anarchico, il quale dichiarò al giudici di avere pranzato In un rlstoran te sotto casa sua lns!'eme a Sacco nel giorno del delitto. Al giudici tale testimonianza sembrò falsa, come infatti lo era, In quanto non si ca.piva perohè mal Il Feliciano avrebbe dovuto Invitare Sacco In un ristorante, e per giunta sotto casa, lui poi che noo er:a per nulla un uomo danaroso". " Feliciano - ha continuato Il dott. De Felice - aveva rpensato con quella sua testimonianza di aiutare I due compagni di fede; invece contribui a perderli. Anche un celebre bandito, certo Rodriguez, condan· nato a morte, volle testimoniare a favore di Sacco; non ricordò però un particolare: disse che una certa borsa era gialla quando invece I giudici sapevano che era nera". Questi fatti crearono In un settore del· l'opinione pubblloa il dubbio: molti cioè non escludevano che Sacco e Vanzetti potessero essere colpevoli meintre accentuarono la intransig-enza della Corte con la quale a nulla valsero I messaggi di milioni di uomini di ogni parte del mondOI, l'Interessamento di insigni uomini di Stato e della cultura. I due anarchici vennero condannati e il 22 agosto del 1927 entrarono nella cella della morte. Senza dubbio erano Innocenti; il fatto stesso çhe ora sia stato negli USA rlaperto Il processo dimostra che le prove allora non ci furono mentre Invece oggi sarà forse difficile trovarle per poter riabilitare la memoria dei due emigranti. Antonio Morese UNA SMENTITA DI ALDINO FEI.ICANI Pubblichiamo il testo della rettifica inviata a" L'AVANTI!" da Aldino F'elicani tramite i compagni dt "UMANITA' NOVA": Spettabile Direzione: Ne "L'Avanti!" del 14 Maggio 1959, è apparsa un'intervista di Antonio Morese col dottor De Felice sul caso Sacco e Vanzettl. Alcune ~erzlonl contenute in quella intervista, mi Impongono Il noioso ma doveroso compiLo di mettere i ,proverbiali punti sugli "i ". E' l~ortante farlo subito, poichè anche una semplice distorsione potrebbe divenire un documento significante domani. Il dottor De Felice, attualmente a Pom· pei, fu per anni residente a Boston. Parlando di Sacco e V•anzetti egli ha detto di " essere fermamente convinto che la mattina del 22 Agosto 1927 furono uccisi sulla sedia elet· trica due innocenti". Dlchh1razioni analoghe sono state fatte da milioni di persone prima e dopo la elettrocuzlone di Sacco e Vanzetti. E' appunto la convinzione generale che le autorità dello Stato del Massachusetts hanno sacrificato degli InnoGIUGNO, 1959 centi che mantiene vivo Il ricordo di quella tragedia. Con questo moviment,o non si miro ad immortalare i nomi dei due assassinati, ma a rivendicarne l'innocenza e prevenire che linciaggi giudiziari di questo genere siano r,petuti nel futuro. Nella frettolosa analisi del caso, la me• moria ha tradito Il dottor De Felice. Ciò non sorprende glacchè si può immaginare che durante il lungo periodo egli non abbia avuto occasione di occuparsi spesso di quell'episodio. Innanzi tutto devo smentire che Il dottor De Felice abbia seguito da vicino le vicende del caso, nella ".9ua veste di giornalista ", specificamente, di redattore de "La Notizia". Egli non fece mal rparte di quella redazione. Io fui a quel giornale dal 1918 al 1925 e potrei menzionare nomi e cogtl'Omi di coloro che vi furono connessi, in quel rperiodo e dopo, La seconda asserzione, che Il dottor De Felice sia stato Console Italiano di Boston non corrisponde 111 vero. Il Console di quell'epoca, fu il Marchese Ferrante di Ruffano, il quale assistette quasi giornal7
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