Controcorrente - anno XV - n. 12 - mag.-giu. 1959

ha pubblicato, farendo osservare due cose soltanto di una certa importanza: 1) che il signor intervistato, un tale dott. De Felice redattctre de "La Notizia" di Buston al tempo del clamoroso caso e in seguito console italiano della stessa città, è un nome nuovo alla nostra mente di fuorusciti che vivemmo in America in quegli a.inni; 2) che s-e il giornalista De Felice fu console italiano in quel tempo non poteva essere che un fascista. Anche in questo caso, senza rallegrarci della sua qualifica politica, ci rallegreremmo della sua opinione ragionevole sull'innocenza dei nostri due compagni. Non potremo però tacere che, laddove parla di Aldino FELICIANO (non sappiamo se si -tratta di tm refuso di stampa, ma non può trattarsi di altri se non di ALDINO FELICANI), quando si parla di questo nostro compagno, si sballa una grossa fanfaluca attribuendo ad una sua deposizione una delle cause, sia pure involontaria, deiia condanna dei due elettrocutati. Noi possiamo testlmoniare che non è mai risultata una ciroostanza di questo genere nè durante nè dopo la ,tragedia. Ed ecco perchè, in verità, ci sembra che tutti que6ti specialisti del caso Sacco e Vanzetti che saltano fuori in questi giorni non facciano che intorbidare la realtà delle cose Inerenti a questa dolorosa tragedia, creando cosi quella cortina di pressappochismo che collo andar degli anni chissà a quali stol'ture condurrà coloro che vorranno sapere la verità precisa nei suoi dati reali sul caso Sacco e Vanz-etti. Prima di chiudere vogliamo aggiungere due righe di conkonto con quel che avvenne dopo la tragedia di Chicago nel 1887. A parte la dimensione diversa dei due fatti; a parte che anche su questa tragedia quando ne parla:no i pre6sa-ppochisti ne viene fuori una zUlppa di errori Involontari che coll'andar degli anni diventeranno i dati della verità (gli impiccatil non furono otto, ma furono quattro, !Più un suicida in carcere, c.:>ndannato a morte anche quello, e più tre condan-natt a morte, ma graziati e ,passati alle galere), resta il fatto che la sollevazione degli spiriti che portò alla revisione del processo e alla sana 1 toria dei condannati avveniva dopo sei anni dalla impiccagione dei nostri compagni, avveniva ln un ,tempo di migliorate condizioni pùlitiche dell'ambiente operaio americano (dal 1887 al 1893, quando un governatore liberale Altgeld ascese al potere nello Stato dello Illinois, di cui Chicago fa parte) e avveniva collo scopo di liberare dal carcere i tre rimasti salvi dalla maoo del boia. * * .. Adesso diamo qui a maggior soddisfazione di tutti quelJi che temono che vogliamo far silenzio sulla cosa qua,nto iha pubblicato l'Avanti! L'INTERVISTA DE "L'AVANTI" Pompei, 13 - Sul caso Sacco e Vanzetti, i due anarchici Italiani condannati a morte da un tribunale degli Stati Uniti malgrado non esistessero prove a loro carico e nonostante la protesta e la indignazione di tutto Il mondo civile, slamo in grado di poter dare alcuni particolari inediti che abbiamo raccolto dalla voce del dott. De Felice, redattore de "La Notizia" di Boston al temP~ del clamoroso caso e In seguito Console italiano nella stessa città. Nella sua veste di giornalista il De Felice potè seguire da vicino le assurde e contraddittorie vicende che ,portarono alla morte i due modesti emigranti italiani. Allora come oggi il dott. De Felice, originarlo di Scafati e attualmente a Pompei, è rermamente convinto che la mattina del 22 agosto 1927 furono uccisi sulla sedia elettrica due innocenti. "Non c'erano prove sufficienti 6 - ha detto il datt. De Felice - perchè si arrivasse a quella condanna. Il giomo del delitto attribuitogli, Sacco si trovava al Consolato italiano ,per chiedere li rilascio del passaporto". Il dott. De Felice quindi si è rlchiamatOI espre6Samente alle dichiarazioni, apparse di r~-ente, del cav. Adrower ex funzionario del Consolato Italiano In quegli anni. Il cav. Adrower ha infatti esplicitamente detto che la presenza del Sacco al Consolato italiano proprio in quel giorno in cui - secondo l'accusa - avrebbe commesso il delitto fu da lui recata ai giudici come prova testimoniale. Il dott. De Felice si è quindi soffermato sul ,particolare dlma ,politico e ideologico che negli Stati Uniti di quegli anni rese possibile la candanna. Un clima - cioè - non molto dissimile da quello voluto e foCONTROCORRENTE

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